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INLAND EMPIRE secondo Daniele

Ed ecco la recensione di Daniele sul film di David Lynch!Ebbene si! Per tutti gli appassionati, per tutti i curiosi è arrivato al cinema il tanto criticato Inland Empire di David Lynch. Il regista, ormai uomo di culto tra i cinefili, è stato premiato con il leone d’oro alla carriera, e, proprio in questa occasione,

di carla
15 Febbraio 2007 15:04



Ed ecco la recensione di Daniele sul film di David Lynch!

Ebbene si! Per tutti gli appassionati, per tutti i curiosi è arrivato al cinema il tanto criticato Inland Empire di David Lynch. Il regista, ormai uomo di culto tra i cinefili, è stato premiato con il leone d’oro alla carriera, e, proprio in questa occasione, ha presentato il suo ultimo film.
Inland Empire è tanto contorto quanto affascinante e Mullholland Dr. in confronto è un cartoon Disney. La storia non ha trama e se questo vi può sembrare assurdo è solo perché non conoscete da vicino Lynch, ma comunque si può fare un tentativo per raccontarvela.

Una prostituta lacrimante è stata portata in una camera d’albergo e distrutta osserva quello che accade nello schermo Tv. Un’attrice ha finalmente ottenuto il ruolo in uno dei film più importanti di Hollywood, ma il suo compagno è geloso dell’affascinante e latin lover co-protagonista. Parallelamente un’altra donna in povertà cerca di riscattarsi dalla situazione sociale in cui si è ritrovata e, convinta che qualcuno stia per ucciderla, si rifugia in un night in cui incontra uno strano uomo molto interessato al suo passato. Questa è la trama che in apparenza potrebbe anche sembrare un semplice film a puntate se non fosse che i vari elementi sono intramezzati dalla piccola storia di una famiglia di uomini con la testa a forma di coniglio.

Allora cosa vuol dire l’intero film che per inciso dura quasi tre ore. Di certo è una domanda molto frequente dinnanzi ad ogni film di Lynch, ma per Inland Empire azzardo che non è poi così complicato comprendere la storia nella sua interezza. È questo infatti un racconto di una donna costretta ad affrontare i fantasmi interiori. È il viaggio nei bassifondi dell’anima. È una semplice donna che deve affrontare tutte le strade del bivio per poter capire prima quale via bisogna percorrere. Ovviamente la storia non poteva e non doveva essere presentata rispettando i canoni del cinema. Le regole sono infrante e non si può fare altro che abbandonarsi alla scomodità di una poltrona per addentrarsi nel mondo visionario e fantasioso di David Lynch. Peccato solo che il film sia uscito in sole 25 copie in tutta Italia, ma cercare il cinema più vicino per vederlo è un dovere. Un dovere nei confronti di quel cinema che perde la sua consistenza per poter diventare arte.

Daniele Catena