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Still Alice: le recensioni dagli Usa e dall’Italia

Leggiamo insieme le recensioni di “Still Alice”, con una Julianne Moore da Premio Oscar

di carla
pubblicato 26 Gennaio 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 18:41

E’ uscito la settimana scorsa il film drammatico Still Alice diretto da Richard Glatzer e Wash Westmoreland e interpretato da Kristen Stewart, Julianne Moore, Kate Bosworth, Victoria Cartagena, Alec Baldwin, Hunter Parrish, Erin Darke, Shane McRae. Dopo aver letto la nostra recensione, oggi guardiamo insieme le parole dei critici Americani e Italiani. Voi l’avete visto? Vi è piaciuto? Su RottenTomatoes, mentre scrivo, ha raccolto l’88% di commenti positivi.

Lisa Kennedy – Denver Post: “Still Alice” non è triste gratuitamente e non è facilmente sentimentale. Voto: 3.5 / 4

Steven Rea – Philadelphia Inquirer: La grande forza del film è che non ricorre al sentimentalismo a buon mercato. I fatti stessi sono abbastanza duri. Voto: 4/4

Liam Lacey – Globe and Mail: preciso e compassionevole, e chiunque abbia conosciuto qualcuno con l’Alzheimer apprezzerà le sincere intenzioni del film. Voto: 2.5 / 4

Linda Barnard – Toronto Star: Non siate sorpresi di trovarvi improvvisamente ossessionati con i nomi dimenticati e le chiavi perse. Voto: 3/4

Colin Covert – Minneapolis Star Tribune: Se non ci fosse Julianne Moore, forse non sarebbe valsa la pena. Ma il modo eccezionale in cui lei interpreta Alice solleva il film sopra il suo potenziale. Voto: 3.5 / 4

Bill Goodykoontz – Arizona Republic: In definitiva è un film costruito intorno a Julianne Moore, e lei non delude. Voto: 3.5 / 5

James Berardinelli – ReelViews: il film è straziante, ma non guadagna le lacrime attraverso la facile manipolazione emotiva. Voto: 3.5 / 4

James Rocchi – TheWrap: una splendida interpretazione di Julianne Moore. Voto: 4/5

Mark Jenkins – NPR: l’elemento più espressivo del film è il volto di Julianne Moore, che si muove lentamente, chiazzata dalla preoccupazione, dalla disconnessione e dalla vacuità.

Joe Morgenstern – Wall Street Journal: Un film che beneficia della bella interpretazione di Julianne Moore, ma soffre di artificio e di una scrittura prevedibile.

Peter Travers – Rolling Stone: Julianne Moore è estremamente dotata, possiede la bellezza di una vera star e la tecnica intuitiva di una vera attrice. Voto: 3/5

Stephanie Zacharek – Village Voice: Il trionfo del film è che non si tratta di una malattia; si tratta di una persona.

Anthony Lane – New Yorker: vale la pena di guardare il film, per il bene di Julianne Moore.

Wesley Morris – Grantland: Se solo il film fosse buono come Julianne Moore e Kristen Stewart.

Christy Lemire – RogerEbert.com: Julianne Moore ci regala una delle performance più memorabili della sua carriera. Voto: 2.5 / 4

Kenneth Turan – Los Angeles Times: Perdere la vostra mente è una cosa terribile da guardare, ma la splendida recitazione di Julianne Moore in “Still Alice” vale la visione del film.

AO Scott – New York Times: è un film che affronta una circostanza da incubo con calma e sensibilità compassionevole.

Claudia Puig – USA Today: il ritratto di Julianne Moore è uno dei migliori della sua carriera. Voto: 3/4

Elizabeth Weitzman – New York Daily News: il film è ostacolato da uno script privo di fantasia e di senso comune, ma è un serio contendente agli Oscar. Perché? Per Julianne Moore. Voto: 3/5

Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa: (…) questo non è un melò strappalacrime, è una pellicola che commuove per la delicatezza e la sensibilità con cui parla di una dignità umana che nessun male può annientare, di una fiamma affettiva che resta accesa fino all’ultimo e poi rimane a scaldare le memorie di chi resta. Sceneggiatori e registi, Richard Glatzer e Wash Moreland registrano con finezza le progressive fasi di un sospeso, estraniato rapporto con la realtà intrecciando lo sguardo, ora lucido ora nebbioso, di Alice sulle cose allo sguardo dell’obiettivo sul suo volto. Che è il volto di una straordinaria Julianne Moore, calata con interiorizzata naturalezza in un’interpretazione già premiata con il Golden Globe e ora in lizza per l’Oscar. Il quartetto per archi e piano del musicista inglese Ilan Eshkeri crea una rarefatta atmosfera d’attesa: dell’ottimo cast di contorno citiamo il solido Alec Baldwin e una sempre più matura Kristen Stewart.

Fabio Ferzetti – Il Messaggero: (…) film apprezzabile, sincero, accurato e ovviamente toccante, ma non abbastanza radicale da “domare” davvero un tema potente e sempre un po’ ricattatorio.

Maurizio Acerbi – il Giornale: Dal romanzo di Lisa Genova, il progredire del morbo è raccontato dal punto di vista della malata. E la perdita di sé è resa memorabile da una strepitosa Moore.

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