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Cineblog Consiglia: Io Ti Salverò

Un film da non perdere: SpellBound di Hitch con Ingrid Bergman e Gregory Peck.

pubblicato 22 Luglio 2012 aggiornato 31 Luglio 2020 23:48

Domani lunedì 23 luglio su Rai3 alle ore 15.40: Io Ti Salverò (Thriller – 1945) di Alfred Hitchcock, con Ingrid Bergman, Gregory Peck, Michael Chekhov, Leo G. Carroll.

Aveva visto Ingrid Bergman in Il dottor Jekyll e mister Hyde di Victor Fleming, ennesima versione del romanzo di Robert Louis Stevenson. Il romanzo piaceva a Hitch, che sentiva di poter essere ora l’uno ora l’altro, un rispettabile uomo di scienza e un trasgressore pronto a distruggere anche se stesso. Gli piacque il film. Gli era parsa vincente l’idea di Fleming nella distribuzione dei ruoli femminili. Aveva scelto la biondissima Turner come fidanzata di Jekyll, e la bionda Ingrid come donna del peccato, una prostituta.

Una formula perfetta. Ma troppo in carne, troppo fuor di vestito, Lana, che anni dopo sarà protagonista indiretta di un delitto, quando in sua presenza, nell’esplosione di una lite, la figlia Cheryl uccise con un coltello da cucina il gangster italoamericano Johnny Stompanato, noto per il fatto di possedere di un’infallibile arma fisica, molto gradita dalle ladyes di Hollywood. Dopo l’omicidio la stampa mise le mani su un epistolario prepotente, scottante, elogi appassionati di Lana per Johnny, il fiero macho che poteva andar fiero della rapida erezione dell’ arma.

Per il suo nuovo film Hitch volle Ingrid, e lasciò Lana ai suoi guai giudiziari. Dolcemente ambigua, pudica, accesa dal sorriso aperto, luminosissima, l’attrice svedese adottata da Hollywood: lo sguardo limpido alludeva, promettente, rimandava al momento buono. Il film era “Io ti salverò” (1945), il cui titolo originale è “Spellbound”, ovvero “Posseduto”.

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“Sono spellbound, posseduto, ma non capisco da cosa”, dice in una battuta nel film il protagonista Gregory Peck che interpreta la parte di un medico, nuovo direttore di una clinica psichiatrica, in realtà un malato di mente, in stato di amnesia, preda di fobie, ossessionato da visioni e convinto di avere ucciso il precedente direttore della clinica. Lo confessa a Ingrid, sua collega, che accetta di aiutarlo, non solo per dovere professionale ma perché innamorata di lui dal primo momento.

Insieme troveranno le origini dei turbamenti, attraverso l’indagine psicanalitica e la rievocazione di un episodio dell’infanzia, e scopriranno anche l’autore dell’assassinio. Memorabili nel film sono le citazioni dei quadri surrealisti di Salvador Dalì, scene oniriche: gigantismi, dilatazioni e liquefazioni di ruote e orologi, uomini senza volto.

Posseduto, la parola del titolo, piaceva molto a Hicth, posseduto dal cinema e dalle attrici che poteva avere ai suoi ordini, e che con la loro intelligenza e bellezza, dipendevano in tutto e per tutto da lui. Non fece obiezioni alla traduzione italiana, Io ti salverò; anzi, lo intrigava: cercava anche lui, forse, una bionda verginale e salvatrice.

Prima del ciak d’inizio riprese, Alma aveva organizzato una gran festa per l’anniversario della seconda e nuova casa della famiglia a Hollywood. Festa con finale a sorpresa. Un colpo di scena inatteso: si creò una certa suspense, quando Hitch si presentò agli ospiti impugnando un coltello da macellaio; e lo portò alla gola, minacciando di tagliarsi. Per un attimo nessuno si mosse; poi, senza dire una parola, il regista si sedette e ordinò da bere per tutti. Cominciò più volentieri a lavorare con Ingrid, che avrebbe potuto essere la sua analista.