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Alpha Dog: la peggio gioventù?

Alpha Dog (Alpha Dog, USA, 2006) di Nick Cassavetes; con Sharon Stone, Bruce Willis, Emile Hirsch, Justin Timberlake, Fernando Vargas, Dominique Swain, Ben Foster.Se c’è un problema nel cinema di Nick Cassavetes è quello di essere troppo prolisso e anche moralista. Ma credo che quello di Nick Cassavetes, seppur altamente imperfetto, sia cinema dopotutto “morale”,

25 Febbraio 2007 14:34

Alpha Dog (Alpha Dog, USA, 2006) di Nick Cassavetes; con Sharon Stone, Bruce Willis, Emile Hirsch, Justin Timberlake, Fernando Vargas, Dominique Swain, Ben Foster.

Se c’è un problema nel cinema di Nick Cassavetes è quello di essere troppo prolisso e anche moralista. Ma credo che quello di Nick Cassavetes, seppur altamente imperfetto, sia cinema dopotutto “morale”, che urla le proprie ragioni senza filtri, e quindi sincero. Quindi, da un certo punto di vista, anche molto apprezzabile. L’esempio lampante è John Q.: retorico e banale, molto, ma con una voglia di dire la propria con un amore verso i propri personaggi e la loro situazione che dovrebbe lasciare un segno.
Anche Alpha Dog non ci presenta una storia originale, di certo non brilla e risulterà retorico in più di una scena (vedi la madre Sharon Stone “ingrassata” verso il finale, che durante un’intervista non parla più e per un minuto abbondante piange e basta), ma è un film sincero.

Basato sulla storia vera di Jesse James Hollywood, arrestato il giorno precedente della prima del film (cosa che ha costretto Cassavetes a girare un finale alternativo), Alpha Dog parla un po’ delle solite cose, trattando l’adolescenza americana tra sesso, droga e rock’n’roll. L’adolescenza borghese, di figli che hanno i soldi e sono allo sbando, con genitori che a volte vogliono sembrare oppressivi ma non sono capaci di sorvegliare, e che a volte (forse troppe) neanche ci sono. E tratta una storia vera, quella del rapimento e dell’uccisione di un quindicenne, fratello di un ragazzo che aveva un debito di 1200 dollari per droga.
Ecco la prolissità di Cassavetes: ci fa vivere i personaggi, ce li fa conoscere, ci fa vivere situazioni quasi sempre uguali (feste, litigi, sesso) forse per troppo tempo. Ma tutto ciò ha un fine ben preciso: arrivare al finale, che colpisce dritto e che non lascia più speranza, appunto perchè ormai, nel bene e nel male, ci si è affezionati a quei personaggi (operazione più semplice rispetto a quella di un Gus Van Sant: Elephant è freddo e distaccato, ma comunque il suo finale è tragico e terribile). Furbo, certo, e lo si è già detto: ma anche coinvolgente, nonostante appunto la lunghezza e le varie furbate.

E c’è da segnalare la prova degli attori: i veterani Willis e Stone se ne stanno un po’ in disparte, e i giovani sono assolutamente i protagonisti. Bravissimo Ben Foster, il fratello maggiore della giovanissima vittima; e possiamo anche dire che, dopo una prima parte in cui non ci dimostra un gran valore artistico, forse anche per il modo in cui si sviluppa il suo personaggio durante la pellicola (cresce di spessore col passare dei minuti), Justin Timberlake dà una buona prova attoriale, e probabilmente lo rivedremo molto presto in altri film.

Voto Gabriele: 7