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Vogliamo i Colonnelli: restaurato a Venezia 2015 con i Fantasmi di Monicelli

La Biennale di Venezia Rende omaggio al centenario Maestro Monicelli, con una mostra di Fantasmi e riportando in sala la (fanta) politica profetica e restaurata di “Vogliamo i Colonnelli”

di cuttv
pubblicato 4 Settembre 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 13:05

“C’è un grande Passato nel nostro Futuro”

Mentre la politica italiana somiglia sempre più ad un film grottesco, la ‘lungimirante’ commedia di Monicelli sulla farsa della nostra (fanta)politica, torna ad impreziosire la rassegna di Classici restaurati della 72. edizione della Mostra del Cinema di Venezia, con il branco di mostri reazionari e inetti di “Vogliamo i Colonnelli” e lo slogan dei suoi anziani “restauratori” di una “sana” dittatura, mai così puntuale.

Un film fresco di restauro, realizzato dalla CSC – Cineteca Nazionale in collaborazione con Dean Film, presentato con “Il Cinema nel Giardino”, alle ore 21 di oggi, venerdì 4 settembre 2015, pronto a tornare sul grande schermo con la sua ruggente critica allo strapotere militare e la dittatura “democratica” che, in epoca di golpe, fa eco ed il verso all’unico colpo di Stato nella storia della Repubblica Italiana, tentato e fallito dal colonnello Junio Valerio Borghese con l’organizzazione neofascista del Fronte Nazionale, nella notte fra il 7 e l’8 dicembre 1970

Un messaggio acuto e inquietante, niente affatto affievolito dalle messa in scena ridanciana di Monicelli del 1973, con il dissacrante manipolo di ottimi caratteristi in camicia nera (da Camillo Milli e Tino Bianchi ad Antonio Faà di Bruno), capeggiati dallo scatenato e sempre immenso Ugo Tognazzi, nei panni marziali dell’onorevole Giuseppe Tritoni, ex ufficiale dell’esercito e parlamentare di un’estrema destra giudicata troppo “democratica” che punta alla svolta autoritaria.

Un ritorno con il botto, che inizia distruggendo la statua della Madonnina fra le guglie del duomo di Milano e segue le vicende di un parlamentare di destra che sfrutta la psicosi del terrorismo rosso (creata da lui organizzando l’attentato) per organizzare un golpe fallimentare che avrebbe dovuto coinvolgere i vertici dell’esercito.

Al contrario si ritrova a guidare un manipolo di cialtroni incapaci di varie età e dialetti (con tanto di tonache e una ninfomane), tra campi di addestramento paramilitari per fedelissimi, Colonnelli greci, funerali indimenticabili, “vermuttini” corretti, giornalisti d’assalto pronti a vendersi al miglior offerente, equivoci e paradossi, rapimento del Presidente della Repubblica e occupazione della RAI, spianando la strada al progetto golpista del Ministro degli Interni, per instaurare un regime totalitario ‘nel nome della democrazia’, perché come concordano cattolici e comunisti:

“Anche la marcia su Roma fu una buffonata, ma riuscì”

Il paradossale realismo di una beffa riuscita, mettendo a frutto un soggetto grottescamente credibile, come le caricature dei suoi personaggi reali e il commento fuori campo dal timbro documentaristico, filmati di repertorio (forse anche troppi), battute pungenti (“i suoi intimi lo hanno gratificato del titolo di cavaliere del lavoro… altrui”) e un finale figlio della verve furente, cinica e impietosa di Monicelli. Una commedia all’italiana intelligente, non priva di qualche pecca ma fornita di un’acuta lungimiranza quasi profetica da rivedere e rivalutare.

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Vogliamo i colonnelli (We Want the Colonels, Italia, 1973, 96’, colore) di Mario Monicelli, con Ugo Tognazzi, Ugo Faà di Bruno, Pino Zac, Giuseppe Maffioli, Giancarlo Fusco, Renzo Marignano, Max Turilli, Camillo Milli, Carla Tatò, Duilio Del Prete. Restauro CSC – Cineteca Nazionale in collaborazione con Dean Film, presentato a Venezia Classici, nei Giardini del Casinò, venerdì 4 settembre 2015, alle ore 21.00.

Il maestro del cinema, Leone d’oro per La grande guerra nel 1959 e Leone d’oro alla carriera nel 1991, al quale la Biennale di Venezia rende omaggio nel centenario della nascita anche con i Fantasmi evocati dalla sua storica compagna Chiara Rapaccini, in arte RAP,
attraverso vecchie fotografie di scena dei vari Secchiaroli, Strizzi e Doisneau, stampate su grandi lenzuoli di lino e rielaborate con pittura e ricamo per dialogare con storia e personaggi nell’installazione artistica che resterà allestita nel Palazzo del Casinò per tutta la durata della 72. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (2 – 12 settembre 2015).

[accordion content=”Per il progetto Fantasmi, Chiara Rapaccini – la compagna di una vita del maestro Monicelli – si è ispirata alle fotografie del suo archivio privato. Si tratta di un gran numero di foto inedite, scattate dai più grandi fotografi di scena degli anni dai ’60 ai ‘90 sui set di molti capolavori di Monicelli, tra i quali Brancaleone, Risate di gioia, Casanova 70, I compagni, rielaborandole e mettendo a punto una vera e propria installazione. Al Palazzo del Casinò si vedranno 20 teli oscillare leggeri tra le colonne di travertino grigio delle grandi sale marmoree, come lenzuola stese ad asciugare.
 
Una ventina di anni fa Mario Monicelli gettò via, insieme ad altri documenti, le fotografie di un’intera vita di lavoro, ritenendole “documenti del passato di nessun valore”. Chiara Rapaccini le ha recuperate e negli anni le ha catalogate, ordinate, archiviate. I bianchi e neri contrastati della pellicola, quando ancora non esisteva il digitale, la straordinaria forza espressiva dell’attimo di lavoro colto dai maestri della fotografia di scena – Secchiaroli, Strizzi, Doisneau – i ritratti dei grandi attori della commedia cinematografica italiana, hanno ispirato la Rapaccini nel suo lavoro. Ha stampato le fotografie su grandi lenzuoli di lino e in seguito è intervenuta con pennello, punta secca e ricamo. Con la tecnica del fumetto e della scrittura libera, ha “dialogato” con i protagonisti del grande cinema italiano, Sordi, Totò, la Magnani, Mastroianni. Per ricordare il cinema italiano e Mario Monicelli, un “centenne” sempre giovane, colto e ribelle, uomo dai mille interessi, che amava approfondire tutte le arti maggiori. La sua, il cinema, la considerava un’arte “minore”.” title=”I Fantasmi di Chiara Rapaccini a Venezia 2015″]

Vogliamo i Colonnelli – Curiosità

La sceneggiatura del film è di Age & (Furio) Scarpelli, con lo stesso Mario Monicelli.

L’aiuto regista è Carlo Vanzina.

Le riprese del film si sono svolte in Italia e Serbia, tra Santa Severa, Santa Marinella, Centralni Filmski Studio Kosutnjak, Belgrade, Serbia

La villa in campagna del generale rimbambito Tallone, dove si recano Tritone e compagni alla ricerca di un sostituto Maresciallo, è in Via di Colle Vigne a Gallicano nel Lazio (Roma).

Per l’interpretazione di Tritoni, Ugo Tognazzi prese come spunto dal parlamentare di destra Sandro Saccucci, arrivato alla politica direttamente dall’esercito ma come tenente paracadutista

Le evidenti analogie dei personaggi con volti e nomi del tempo, si manifestano tra il serafico Professor Pube e il marxista neofascista Professor Plebe, insieme a leader di destra che somigliano a Giorgio Almirante e Pino Romualdi del M.S.I.

In una scena compare anche Bruno Di Luia, stuntman e cofondatore di Avanguardia Nazionale, nei panni di un militare golpista, non ci è dato di sapere se fosse più o meno consapevole del messaggio del film.

Il cast del film conta anche la quasi inedita Carla Tatò, apparsa per la prima volta nel 1972 in “Sbatti il mostro in prima pagina” di Marco Bellocchio.

Il film è omaggiato dalla presenza del grande disegnatore Pino Zac, che pochi anni più tardi fonderà il giornali satirico “Il Male”.

Vogliamo i colonnelli è arrivato per la prima volta nelle sale italiane il 05 Marzo 1973.

L’uscita il film non tardò a scagliare l’indignazione della destra neofascista italiana contro Monicelli e Tognazzi (impegnato come attore antifascista dopo aver militato nella Repubblica di Salò)

Dal 6 all’11 febbraio 2007 è stata dedicata una retrospettiva a Monicelli al Fajr Film Festival presso il Film Museum of Iran di Teheran con 13 film fra cui ‘’Vogliamo i colonnelli del 1973.

Via | La Biennale – Il Davidotti – Listal – Screenshot – Wikipedia

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