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E’ morto Gianni Rondolino, fondatore del Torino Film Festival

Si è spento nella notte il creatore del Torino Film Festival, nonché padre del leggendario ‘Storia del Cinema’, Gianni Rondolino

pubblicato 9 Gennaio 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 09:38

Si è spento nella notte all’età di 83 anni un monumento come Gianni Rondolino, storico del cinema italiano nonché a lungo professore ordinario di Storia e Critica del Cinema all’Università di Torino. Un uomo che con i suoi libri, “Storia del cinema” su tutti, ha formato generazioni e generazioni di cinefili, giornalisti e critici. Nato a Torino il 13 gennaio del 1932, 49 anni dopo, era il 1981, Rondolino fondò e diresse, insieme ad Ansano Giannarelli, il “Festival internazionale cinema giovani“, divenuto poi Torino Film Festival, ancora oggi più vivo che mai.

Due i figli, ovvero Fabrizio Rondolino, giornalista e scrittore, e Nicola Rondolino, regista cinematografico morto nel 2013. Se da oltre 30 anni la sua ‘Storia del Cinema‘ è testo universitario di 800 pagine, negli anni Rondolino ha poi dato alle stampe altri monoliti sulla settima arte come “Storia del cinema d’animazione“, “Cinema e musica. Breve storia della musica cinematografica“, “Manuale del film. Linguaggio, racconto, analisi” e le monografie su Visconti, Rossellini ed Eijzenstejn. Tutti noi, chi più chi meno, abbiamo studiato sui suoi scritti, “Rondolone” in testa. 10 anni fa, era il 2006, il polemico addio al ‘suo’ Festival, causa attrito con i finanziatori della manifestazione, che portò alla direzione di Nanni Moretti. A lungo critico cinematografico per “La Stampa” nonché direttore della collana di cinema di Utet, Rondolino è stato così ricordato da Paolo Damilano, presidente di Film Commission e Museo del Cinema:

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«Se la città oggi è una capitale del cinema italiano molto del merito va a Gianni Rondolino che ha saputo dare una centralità nazionale agli eventi che sono cresciuti a Torino. E lo ha fatto grazie alla passione e alla forza della sua straordinaria cultura cinematografica. Lascia un grande vuoto e non va dimenticato». [/quote]

Fonte: LaStampa