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Joy: le recensioni Straniere e Italiane

I pareri dei critici sul film di David O. Russell

di carla
pubblicato 1 Febbraio 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 09:17

E’ nelle sale dal 28 gennaio la commedia drammatica Joy, diretta da David O. Russell e interpretata da Jennifer Lawrence, Bradley Cooper, Robert De Niro, Elisabeth Röhm, Dascha Polanco, Virginia Madsen, Edgar Ramirez, Isabella Rossellini, Diane Ladd, Jimmy Jean-Louis. Ho visto il film l’altro ieri e, vi dirò, mi aspettavo veramente molto di più. Jennifer Lawrence è brava ma non può sostenere tutto il lavoro. L’attrice ha vinto il Golden Globe 2016 ed è candidata agli Oscar come miglior attrice protagonista. Deve vedersela contro Cate Blanchett – Carol, Brie Larson – Room, Charlotte Rampling – 45 anni, Saoirse Ronan – Brooklyn.

Dopo la nostra recensione, oggi vi facciamo leggere i pareri dei critici Americani e Italiani. Su RottenTomatoes, mentre scrivo, il film ha raccolto il 60% di voti positivi.

Ty Burr – Boston Globe: Il film è un caos, tenuto insieme dal nostro interesse per la sua eroina e dalla performance tremendamente simpatica di Jennifer Lawrence. Voto: 2.5 / 4

James Berardinelli – ReelViews: “Joy” può essere visto come una favola moderna. E’ Cenerentola senza il principe. In un certo senso, questo fa parte del fascino del film. Voto: 3/4

Tom Long – Detroit News: Il risultato è davvero gioioso.

A.O. Scott – New York Times: “Joy” sembra muoversi verso una conclusione preordinata, mandando la sua eroina sulle montagne russe di speranze e delusioni e giocando con le aspettative del pubblico.

Mark Jenkins – NPR: Il film sbanda da un evento all’altro, da un tono all’altro, senza articolare una ragione di esistere.

Moira MacDonald – Seattle Times: Jennifer Lawrence è una gioia, ma il film, purtroppo, non lo è. Voto: 2.5 / 4

Kenneth Turan – Los Angeles Times: anche l’abilità e la determinazione di Jennifer Lawrence non possono stabilizzare un film che si spegne in qualsiasi numero di direzioni.

Michael O’Sullivan – Washington Post: Anche Jennifer Lawrence, alla fine, è una delusione. Voto: 2/4

Colin Covert – Minneapolis Star Tribune: Jennifer Lawrence interpreta ogni sentimento scritto nella sceneggiatura – e molto altro – con intelligenza e forza drammatica. Voto: 3.5 / 4

Bill Goodykoontz – Arizona Republic: Lo script non sembra finito. Jennifer Lawrence fa quello che può per compensare la scomparsa del 25 per cento, ma anche lei non può fare miracoli. Voto: 3/5

Michael Phillips – Chicago Tribune: la commedia sembra forzata e meccanicamente chiassosa, in particolare nei primi anni cruciali. E negli ultimi 30 minuti è un casino. Voto: 2/4

Justin Chang – Variety: La scopa è miracolosa. L’ultimo film di David O. Russell non tanto.

Maurizio Porro – Il corriere della sera: (…) melò che evita principi azzurri incrociando Anna Karenina e Dallas (…) L’anima elettrica del racconto è Jennifer Lawrence.

Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa: Qui invece la solare, generosa Joy – incarnata da un’ottima Lawrence in gara per l’Oscar – resta una combattente dolorosamente consapevole di essere «senza causa»; e, del resto, anche Neil, il re delle televendite che per primo crede in lei, nell’interpretazione di Bradley Cooper trasmette un senso di sperduta infelicità. Russell ha fatto la scelta di raccontare la storia avvolgendola in un’atmosfera vagamente onirica; e di tradurre la commedia nella forma stilizzata di una soap opera, in onda ormai da troppi anni. Pur non sempre controllato il film è interessante, coraggioso, ma che tristezza la società priva di sogni e di visione che rispecchia!

Fabio Ferzetti – Il Messaggero: Mettiamola così: molti registi fanno film di genere. Ma i registi davvero dotati prendono tanti generi e sottogeneri e li frullano insieme fino a farne qualcosa di nuovo e sorprendente. David O. Russell è un maestro in questo.

Maurizio Acerbi – il Giornale: Il regista, che si esalta quando si tratta di raccontare nuclei famigliari paradossali e strampalati (da parenti serpenti), regala un inizio davvero interessante e pieno di aspettative, buttandoci nello stomaco una sorta di neorealismo rivisitato di questo intero giorno, poi però, colpevole anche uno script lacunoso e ridicolo (…) perde il fil logico, infilandosi in una sorta di soap opera finta come la neve che cade dal cielo.