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Stasera in tv su Rai 3: “In Darkness” di Agnieszka Holland

Rai 3 stasera propone In Darkness (W ciemności), film drammatico del 2011 diretto da Agnieszka Holland (Io e Beethoven) e interpretato da Robert Wieckiewicz, Benno Fürmann e Agnieszka Grochowska.

pubblicato 29 Gennaio 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 09:06

 

Cast e personaggi

Robert Więckiewicz: Leopold Socha
Benno Fürmann: Mundek Margulies
Agnieszka Grochowska: Klara Keller
Maria Schrader: Paulina Chiger
Herbert Knaup: Ignacy Chiger
Kinga Preis: Wanda Socha
Krzysztof Skonieczny: Szczepek Wróblewski
Julia Kijowska: Chaja
Marcin Bosak: Yanek Grossmann
Jerzy Walczak: Jacob Berestycki
Michał Żurawski: Bortnik
Piotr Głowacki: Icek Frenkiel
Oliwer Stańczak: Paweł Chiger
Weronika Rosati: Donna con bambino
Joachim Paul Assböck: Nowak
Milla Bańkowicz: Krystyna Chiger

 

La trama

Polonia, Lvov nel 1943, sotto l’occupazione nazista: il debole opprime il più debole, il povero ruba al meno povero. Non ci si può fidare di nessuno.

Leopold Socha, operaio nelle fognature e ladruncolo, si industria per sbarcare il lunario e mantenere moglie e figlia. Il suo amico Bortnik, un alto ufficiale ucraino, avanza la promessa di una vita migliore: tutto quello che Socha deve fare è trovare gli ebrei nascosti nelle fogne. Dopotutto, nessuno conosce il sistema meglio di lui che lo utilizza per nascondere la refurtiva. Ben presto Socha si imbatte in un gruppo di ebrei che vuole nascondersi nelle fognature per tentare di fuggire all’imminente rastrellamento del ghetto. I fuggiaschi gli offrono denaro in cambio di protezione. Sebbene Socha sia pienamente consapevole che aiutare un ebreo potrebbe voler dire fucilazione immediata per lui e la sua famiglia, considera la proposta come un modo per ottenere soldi facili, così stringe un accordo.

Nel gruppo Mundek Margulies non si fida per niente di lui. Ciononostante, quando i Nazisti battono in perlustrazione, Socha aiuta gli ebrei, tra cui due bambini, a rifugiarsi nelle fogne. Iniziano le difficoltà per Socha, che deve fugare i sospetti di Bortnik sempre più convinto che l’amico abbia un segreto. Socha valuta la situazione: da una parte il denaro (non sufficiente) che riceve, dall’altra la minaccia di morte certa per lui e la sua famiglia. Sopraffatto dalla pressione, decide di abbandonare il gruppo al suo destino.

Tuttavia, capita qualcosa di assolutamente imprevisto. Socha salva la vita di Mundek aiutandolo a uccidere un miliziano ucraino e, imbattutosi nei due bambini che vagano senza meta nelle fogne, sconvolti, si rende conto che non può abbandonare queste persone.

Le prove per Socha e il gruppo sono incessanti. Una donna è costretta a partorire lì nelle fogne con conseguenze tragiche. Mundek si innamora della giovane e risoluta Klara e decide di cimentarsi in una missione disperata: penetrare nell’orrore, nel cuore di tenebra di Janowska, il campo di concentramento dove si trova la sorella dell’amata, e liberarla. Convince Socha ad aiutarlo salvo poi scappare dal campo costringendolo ad affrontare rischi ancora peggiori.

Inevitabilmente, i soldi degli ebrei finiscono, ma a questo punto non è possibile tornare indietro. Socha acquista loro del cibo con i propri risparmi, li sposta da un condotto all’altro, li protegge mentre fuori la guerra si trascina e Bortnik è vicino come non mai a smascherarlo. E poi, la catastrofe. Un’alluvione improvvisa e devastante inonda le fognature. Bortnik scopre l’effettivo tradimento del suo amico e Socha è costretto a un ultimo, disperato atto di coraggio.

 

Note di regia

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Il 2009 ha portato una quantità di storie nuove sull’Olocausto attraverso libri e film. Viene da chiedersi se non sia stato detto tutto sull’argomento. Eppure, secondo me, il mistero principale non è stato ancora rivelato e nemmeno analizzato completamente. Com’è stato possibile questo crimine (l’eco del quale risuona ancora in diverse parti del mondo, dal Ruanda alla Bosnia)? Dove si trovava l’Uomo in quel periodo critico? Dov’era Dio? Tali vicende e azioni rappresentano l’eccezione nella storia umana o rivelano piuttosto una verità oscura, intima sulla nostra natura? Esaminare le molte storie di questo periodo mostra un’incredibile varietà di destini e vicissitudini, spiegate in un ricco tessuto di trame e drammi, con personaggi che affrontano scelte morali e umane difficili dando prova sia del meglio che del peggio della nostra natura. Tra le varie storie c’è quella di Leopold Socha che nasconde il gruppo di ebrei del ghetto nelle fognature di Lvov. Il protagonista è ambiguo: apparentemente un brav’uomo di famiglia, però anche un ladruncolo e un truffatore, religioso e immorale allo stesso tempo, forse solo un uomo qualunque, che vive tempi terribili. Nel corso della narrazione, Socha cresce in diversi modi come essere umano. Non c’è nulla di semplice o sentimentale nel suo percorso. È questa la cosa affascinante, il motivo per cui facciamo questo viaggio insieme con lui. Le persone che Leopold salva non sono angeli. La paura, le condizioni terribili, l’innato egoismo le rendono complesse e difficili, a tratti sono esseri umani insopportabili, ma sono reali e vivi, e le imperfezioni avvalorano la loro rivendicazione per il diritto alla vita più di quanto farebbe una qualsiasi versione idealizzata delle vittime. La storia mi è piaciuta da subito, ne ho apprezzato il potenziale, i personaggi e la sceneggiatura. La sfida più grande, ma anche la più eccita nte per me come regista era l’oscurità (darkness). Vivono al buio, nel fetore e nell’umidità, in isolamento per oltre un anno. Sapevamo di dover esplorare il mondo sotterrano in una maniera molto speciale, realistica, umana. Volevamo che il pubblico avesse una percezione sensoriale dello stare lì, per mantenere viva la tensione, man mano che lo spettatore si concentra sulla storia. La dinamica del film è costruita alternando il mondo dei due leader, Socha e Mundek. I due universi si uniscono e diventano uno, il mondo nel quale devono collaborare per sopravvivere. (Agnieszka Holland)

 

Curiosità e colonna sonora

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  • Il film è tratto dal libro del 1990 “In The Sewers of Lvov” di Robert Marshall.
  • Il film è stato nominato come miglior film straniero ai Premi Oscar 2012.
  • Il film è dedicato all’attivista e politico polacco Marek Edelman.
  • Le musiche originali del film sono del compositore polacco  Antoni Komasa-Łazarkiewicz anche autore di musiche per il dramma City 44 e per la miniserie tv Rosemary’s Baby diretta da Agnieszka Holland.
  • La colonna sonora include brani di Johann Strauss Sr. (Radetzky March, Op. 228 / An Der Schonen Blauen Donau, Op. 314), Johann Sebastian Bach (Liebster Jesu, Wir Sind Hier – BWV 633 / Preludium I Fuga Es-Dur – BWV 552).

 

Dido’s Lament – Henry Purcell (brano incluso nella colonna sonora del film):