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Rocco e i suoi fratelli: al cinema in versione integrale e restaurata

Luchino Visconti torna al cinema con il (melo)dramma popolare dell’emigrazione e della deflagrazione della famiglia, in versione integrale e restaurata, arricchita di recensione e curiosità

di cuttv
pubblicato 1 Marzo 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 08:29

L’Italia attraversata dai viaggi migranti del mondo intero, quella in crisi che non sa più che direzione prendere, anche quando straparla di famiglia tradizionale, potrebbe trarre qualche riflessione interessante dal ritorno al cinema di Rocco e i suoi Fratelli di Luchino Visconti e la tragedia in cinque atti come i figli dell’Italia del secondo dopoguerra, alle prese con l’emigrazione interna e il dramma dei “dannati della terra”, sdradicati del sud del paese e costretti a sopravvivere nelle città industrializzate del nord.

La tragedia della famiglia Parondi, arrivata alla stazione di Milano con il fagotto di stracci e tradizioni arcaiche di una madre (l’accorata Katina Paxinou) determinata a lasciare la terra e gli stenti che hanno ucciso il marito in Lucania, tenendo i 5 figli maschi uniti come le dita di una mano, o se preferite di quel pugno pronto a stringersi sui loro destini.

Il figlio più grande Vincenzo (Spiros Focás) già emigrato e integrato a Milano, richiamato al dovere di provvedere alla famiglia, a costo di ostacolare il fidanzamento e il matrimonio con Ginetta (Claudia Cardinale), figlia di emigrati lucani già integrati.

Il pigro e opportunista Simone (Renato Salvatori) schiavo di pulsioni, vizi e l’ossessione per Nadia (Annie Girardot), la conturbante donna di vita scelta dal destino (con la complicità di mammina) per destabilizzare l’intera famiglia, mettendo alla prova anche il candore di Rocco, costretto ad assistere impotente alla violenza del fratello e il suo stupro.

Il timido e altruista Rocco (Alain Delon) immolato al perdono e al sacrificio, salito sul ring e al successo che non desidera, difendendo i valori arcaici della famiglia, il fratello perduto e perdente, la mano e il cuore di Nadia che tocca allontanandosi da Milano durante il servizio militare, il ritorno alla terra, con forza morale ed esistenziale de L’idiota di Dostoevskij.

Capitoli e fratelli, completati dal tenace Ciro (Max Cartier) che non tarda ad integrarsi ai ritmi e gli ingranaggi della città industrializzata, anche come operai della Fiat, fidanzato con una ragazza del nord (Alessandra Panaro).

Dopo la morte di Nadia, uccisa da Simone al margine dell’idroscalo e dei suoi abissi (come una moderna Carmen di Bizet), mentre il montaggio alterna le scene al combattimento sul ring di un vittorioso Rocco che desidera solo tornare al suo paese, dove le case si edificano sull’ombra e i sacrifici dell’uomo, spetta al piccolo Luca (Rocco Vidolazzi) incamminarsi lungo quell’orizzonte urbano che ha ispirato le opere di Sironi quanto l’epilogo niente affatto rassicurante dell’odissea dei Parondi di Visconti, travolti dallo scontro tra cultura rurale e industriale, patriarcale e matriarcale, pronto a nutrire i moti del ’68, quelli operai degli anni ’70, insieme a diverse sfumature degli anni di piombo.

A dodici anni da La terra trema, con la complicità di una squadra di sceneggiatori che conta Suso Cecchi D’Amico, Pasquale Festa Campanile, Enrico Medioli e Massimo Franciosa, Luchino Visconti si ispira al degrado urbano romanzato da Il ponte della Ghisolfa di Giovanni Testori, senza escludere ritorni lla letteratura meridionalistica di Verga, sostituendo la boxe ai lupini de I Malavoglia, con la poetica sulle condizioni dei contadini meridionali dello stimato Rocco Scotellaro. Il Rocco del titolo che fa tesoro anche dello scontro di civiltà di Giuseppe e i suoi fratelli di Thomas Mann, mentre la disgregazione dei valori morali dei personaggi resta debitrice del L’Idiota di Dostoevskij.

Un vigoroso erede della tradizione lirica ottocentesca che mette in scena il (melo)dramma popolare dell’emigrazione e della deflagrazione della famiglia, dai primi piani ai campi lunghissimi, con tutta la gamma dei bianchi e neri di Giuseppe Rotunno e dei toni musicali di Nino Rota, giocati sui forti contrasti, tra l’individuo ridotto a silhouette indistinta del paesaggio, a quelli che si stagliano tra la tradizione arcaica della campagna e la modernità dura e indifferente della città, nell’Italia al bivio economico-politico-sociale del 1960.

Il sesto lungometraggio di Luchino Visconti, preferito dal regista e molti altri, a partire dalla giuria della mostra di Venezia che gli assegnò il premio speciale, mentre la violenza espressiva non ne oscurò il successo, nonostante le critiche delle forze conservatrici, le accuse di oscenità e i tagli della censura.

Un film dai toni troppo melodrammatici solo per chi non conosce la mia vicina del quarto piano, pronto a tornare al cinema nella versione integrale che contempla le scene tagliate, dalla violenza di Simone giunto ai prati della Ghisolfa con i suoi compagni di malefatte che picchia brutalmente il fratello, violenta Nadia sotto i suoi occhi gettandogli in faccia gli slip, alla violenza estrema consumata sul corpo di Nadia all’idroscalo, accoltellato con rabbia e accanimento da Simone.

La versione integrale e restaurata in 4K dal laboratorio L’Immagine Ritrovata della Cineteca di Bologna, in collaborazione con Titanus, TF1, The Film Foundation di Martin Scorsese e GUCCI, presentata in anteprima a Cannes 2015, proiettata durante la Rassegna “Il Cinema Ritrovato” e di nuovo in sala a partire dal 7 marzo 2016.

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Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti. Con Alain Delon (Rocco Parondi), Annie Girardot (Nadia), Renato Salvatori (Simone Parondi), Katina Paxinou (Rosaria Parondi), Roger Hanin (Duilio Morini), Paolo Stoppa (Cerri), Suzy Delair (Luisa), Claudia Cardinale (Cinetta Giannelli), Spiros Focas (Vincenzo Parondi), Max Cartier (Ciro Parondi), Corrado Pani (Ivo), Rocco Vidolazzi (Luca Parondi). Di nuovo in sala restaurato con Il cinema Ritrovato, dal 7 marzo 2016. Proiezioni precedute da una videointroduzione di Martin Scorsese.

[quote layout=”big” cite=”Gian Luca Farinelli]“Una tragedia in cinque atti, ognuno dei quali prende il nome da uno dei fratelli Parondi (Vincenzo, Simone, Rocco, Ciro, Luca). Protagonisti prediletti sono, ancora una volta, i vinti, ma qui vinte non sono solo le persone, è una civiltà che sta per essere annientata. Il tema della famiglia che si autodistrugge per una lotta fratricida, che sarà ampliato in La caduta degli dei e in parte era presente in La terra trema, è uno dei centri del film e Visconti si occupò prevalentemente del contrasto drammatico fra Rocco e Simone e dell’uccisione di Nadia, svelando tutto il suo talento nelle scene madri, nelle opposizioni violente, nei dialoghi serrati, in particolare quelli tra i tre protagonisti, personaggi complementari, presenze tragiche che esprimono costantemente la difficoltà di vivere al nord, in una società disumana”.
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Rocco e i suoi fratelli: poster

Rocco e i suoi fratelli: curiosità

Il titolo del film è una combinazione tra l’opera Giuseppe e i suoi fratelli di Thomas Mann e il nome di Rocco Scotellaro, poeta che descriveva le condizioni dei contadini meridionali e di cui Visconti era un grande estimatore

Le riprese si svolsero perlopiù a Milano (da via Dalmazio Birago al Ponte delle Sirenette). Alcune scene vennero girate sul Lago di Como, tra Lierna e Bellagio, altre ancora a Roma, Civitavecchia e sul Lago di Fogliano.

La Lucania di Rocco è solo evocata, il prologo che doveva svolgersi nella terra di origine non fu mai girato. Visconti lo ricorda così:
[quote layout=”big” cite=”Luchino Visconti]
“A me rincresce non averlo girato, ma non c’erano molti soldi, di produzione. Bisognava farlo subito. Io l’ho sempre detto: se lo si gira da principio, il prologo si fa: se si comincia ad andare a Milano, all’aperto, eccetera, per forza perderemo tempo, e via dicendo” [/quote]

Il 13 aprile 1960 la lavorazione venne fatta sospendere dal presidente della provincia di Milano, il democristiano Adrio Casati, che non permise le riprese all’Idroscalo in quanto ritenne il film un’opera «non molto morale e denigratoria».

La scena dello stupro di Nadia, fu ritenuta troppo audace e violenta, al punto da spingere la Procura ad ‘oscurare’ la sequenza.

Il 27 ottobre il produttore Goffredo Lombardo, dopo una lunga diatriba con la magistratura milanese, accettò l’oscuramento di quindici minuti della pellicola ad insaputa di Luchino Visconti, ma quando ne venne a conoscenza, anche Visconti ricorse alla magistratura, facendo richiesta di sequestro delle copie oscurate.

Ostacolato dalla giunta provinciale di Milano e censurato dalla Procura, il film venne anche apertamente contestato per le sequenze più estreme ed insolite del racconto, sia alla prima proiezione al Festival di Venezia che durante la serata di gala al cinema Capitol per la prima milanese.

A dare più fastidio, insieme alle scene di brutale violenza e quella dello stupro della donna contesa tra Simone e Rocco, si innesta anche la storia omosessuale di Simone che cede alle lusinghe del ricco omosessuale inserito nel giro degli incontri pugilistici.

Rocco e i suoi fratelli è arrivato per la prima volta nelle sale italiane il 06 Ottobre 1960.

Questo non penalizza la grande e meritata popolarità e l’enorme successo commerciale ottenuto in seguito, rendendolo il solo film di Visconti ad incassare nelle sale di seconda e terza visione più che in quelle di prima, in provincia più che nelle grandi città.

Il film è stato il 27° film più popolare dell’anno in Francia.

Il film fu trampolino di lancio per la carriera di Alain Delon.

Rocco e i suoi fratelli è diventato nel 2003 uno spettacolo teatrale prodotto dal Teatro Litta di Milano, per la regia di Antonio Syxty, con l’attore e cantante Michel Altieri.

Il 17 maggio 2015 al Festival di Cannes è stata proiettata in anteprima mondiale la versione restaurata in HD e reintegrata dei tagli di censura. Il Restauro in 4K effettuato dalla Cineteca di Bologna in collaborazione con Titanus, TF1 Droits Audiovisuels e The Film Foundation presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata è stato finanziato da Gucci e The Film Foundation.

La versione restaurata del film è stata proiettata per la prima volta in Italia il 3 luglio 2015 a Bologna, durante la Rassegna “Il Cinema Ritrovato” che si tiene in Piazza Maggiore e al Mantova Film Fest 2015, tornando in sala con la rassega Il cinema Ritrovato, a partire dal 7 marzo 2016.

Premi e riconoscimenti

Festival di Venezia 1969
Premio FIPRESCI a Luchino Visconti

David di Donatello 1961
Miglior Produzione a Goffredo Lombardo

Nastro d’argento 1961
Regista del miglior film a Luchino Visconti
Migliore sceneggiatura a Suso Cecchi D’Amico, Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa, Enrico Medioli, Luchino Visconti
Migliore fotografia a Giuseppe Rotunno

Golden Globes 1961
Miglior Film e miglior regista a Luchino Visconti

Bodil Awards, Copenhagen 1962
Bodil, Miglior film straniero a Luchino Visconti

Santi Jardi Awards 1961
Sant Jordi, Migliore attrice straniera a Annie Girardot

Il film è anche stato selezionato tra i 100 film italiani da salvare.

Rocco e i suoi fratelli: colonna sonora

I toni nostalgici dei temi musicali sono opera del prolifico e influente compositore milanese Nino Rota che per Luchino Visconti comporrà anche i temi orchestrali riccamente arrangiati e moderatamente pomposi de Il Gattopardo (1963).

Tutto il film è scandito dalle infinite varianti di 4 temi, due dei quali introdotti da subito, in apertura con il tragico Leitmotiv di Nadia che ricorda certe atmosfere cupe di Tosca, seguita da la melodia popolare straziante di Paese mio che accompagna l’odissea della famiglia di origine lugana con la rielaborazione di un canto barese.

Il contrasto tra tradizione e modernità che pervade tutto il film, viene sostenuto dalla musica, in particolare quando il terzo tema si discosta dai due precedenti facendo da contrappunto al ritmo indifferente della città e quello razionale della modernità, sostenuto anche dal valzer che anticipa qualche movenza de “Il padrino” di Coppola, come quelle de L’Amore di Rocco sembrano fare con la colonna sonora che svilupperà per il “Romeo e Giulietta” (1968) di Zeffirelli.

1 Introduzione – Paese Mio (Lyrics By – G. Giagni, Performer – Elio Mauro)
2 Terra Lontana (valzer)
3 Milano e Nadia
4 Valzer Al Laghi
5 L’Amore Di Rocco
6 La Gelosia Di Simone
7 Addio Di Nadia
8 Come Tu Vuoi
9 L’Amore dei due Fratelli
10 Il delitto di Simone
11 Paese Mio
12 Ritorno di Simone
13 Terra Lontana
14 Paese Mio (Performer – Elio Mauro)
15 La loro Storia

Via | Il Cinema Ritrovato – Kinopoisk