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Stasera in tv su Rai 1: “Sono un pirata, sono un signore” con Francesco Pannofino e Maurizio Mattioli

Rai 1 stasera propone “Sono un pirata, sono un signore”, commedia del 2013 diretta da Eduardo Tartaglia (La valigia sul letto) e interpretata da Eduardo Tartaglia, Francesco Pannofino, Veronica Mazza, Giorgia Surina e Maurizio Mattioli.

pubblicato 24 Febbraio 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 08:26

 

Cast e personaggi

Eduardo Tartaglia: Catello
Francesco Pannofino: Giulio
Veronica Mazza: Stefania
Giorgia Surina: Mirella
Maurizio Mattioli: Luigi
Ernesto Mahieux: Padre Stefania
Stefano Sarcinelli: Ispettore
Alessia Giuliani: Rosaria

 

La trama

Quattro Italiani, si trovano al largo delle coste africane ognuno per motivi diversi: un Professore Universitario e la sua Assistente, impegnati in un progetto di ricerca della Facoltà di Biologia Marina dell’Università di Milano; un Marittimo napoletano imbarcato su una nave mercantile; una Parrucchiera, anche lei partenopea, assunta per curare personalmente il look di una eccentrica e ricchissima nobildonna in vacanza nella classica crociera di fine anno. Casualmente riuniti su di una stessa barca, vengono improvvisamente sequestrati da un gruppo di Pirati, diventando pertanto ed in maniera imprevista e imprevedibile, i protagonisti di una vicenda di rilevanza internazionale.

Giulio, Mirella, Catello e Stefania si ritrovano così proiettati in un’avventura incredibile. Sospesi nel tempo e nello spazio, divisi tra la paura per la loro sorte e l’incanto dei paesaggi, conosceranno emozioni mai provate che li costringeranno, individualmente ed insieme, a guardare dentro se stessi come mai prima. Un percorso di conoscenza personale e reciproca che li condurrà a cercare, ed infine a trovare, tutte quelle affinità, quelle parentele di idee e di sentimenti che neppure sospettavano di avere.

Nella storia intervengono anche i familiari degli ostaggi, che maldestramente si muovono tra le mille difficoltà, nella disperata ricerca di risolvere, da par loro, la delicata situazione: in testa Matteo, l’effervescente cognato di Catello, ed il tenerissimo papà di Stefania Don Alfonso; l’ineffabile Dottor Luigi incaricato da una sedicente Organizzazione Non Governativa per le trattative segrete per il rilascio.

Il rapimento; il rapporto tra sequestratori e ostaggi; le rocambolesche fughe attraverso le impenetrabili e fittissime boscaglie; i rifugi nelle grotte; il sorprendente colpo di scena sono il giusto tributo al genere “ action movie”, in una commedia che ambisce ad essere paradossale, ma non grottesca. E che, pur nella soluzione di un commosso lieto fine, cerca di non essere mai né “consolatoria” né “accomodante”.

 

Clip dal film:

 

Note di regia

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L’idea di un film che raccontasse la disavventura di quattro Italiani rapiti dai moderni Pirati che agiscono sulle coste africane, risale a qualche anno fa. Quando, in verità, tali vicissitudini non erano ancora così drammaticamente “attuali” e presenti nell’immaginario collettivo. Alcuni sporadici episodi, ovviamente erano già accaduti; ma l’attenzione dei mass media era ancora piuttosto distratta e per così dire “residuale”. Mi capitò, comunque, di assistere ad una strana intervista che un improvvido reporter di una tv regionale ebbe l’idea di fare agli anziani genitori di un malcapitato marittimo originario della penisola sorrentina, fatto oggetto proprio di un sequestro al largo dei mari del Sud. Pur nella sincera partecipazione emotiva per i due poveri intervistati, una parte di me non riusciva a non trovare fuori luogo e purtroppo involontariamente “comica” l’andamento di quell’intervista. L’ottusità del giornalista, che si ostinava a fare domande improbabili di “equilibri internazionali” , “politiche economiche” , “risoluzioni di Diritto della Navigazione” e di “Principio di auto-determinazione dei Popoli”(!…), a persone il cui unico linguaggio a disposizione in quel momento era quello del cuore (“Torna, sta casa aspetta a te!”, detto con lo sguardo rigorosamente “in macchina”), suscitarono in me un sentimento assolutamente contraddittorio. Da un lato, provai un’emozione sincera di partecipazione a quello che era un vero e proprio dramma; dall’altro, confesso, non riuscii proprio più a trattenere lo scoppio di una risata! Forse liberatoria; magari catartica. Ma nonostante ne provassi una autentica vergogna, io ricordo che ridevo proprio!…La mia speranza è che “Sono un pirata sono un signore” ricrei negli spettatori quelle stesse condizioni che provai io allora. Una emozione ed una ffetto immediato ed istintivo per i protagonisti della vicenda (per fortuna anche quell’avventura ebbe un lieto fine!); ed un benevolo, ma sano e sincero divertimento per le loro vicissitudini. Per ridere insieme con i quattro personaggi del film (e non alle loro spalle!) per la loro buffa, comica, ma tenera inadeguatezza a fronteggiare, forse, problemi più grandi di loro. Che poi, come si sa, le lacrime scendono sia che si rida sia che si pianga. Ed è questo, secondo alcuni il segreto della Felicità. O, molto più semplicemente nel nostro caso, il segreto di una storia che ci ha divertito raccontare. (Eduardo Tartaglia)

 

Video Backstage del film: