Home Curiosità Gods of Egypt: il regista Alex Proyas definisce i critici un “branco di avvoltoi”

Gods of Egypt: il regista Alex Proyas definisce i critici un “branco di avvoltoi”

Il regista Alex Proyas lancia un’invettiva contro i critici dopo le stroncature ricevute dal suo “Gods of Egypt”.

pubblicato 6 Marzo 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 08:18

Gods of Egipt ha avuto l’ardire di essere una delle tre nuove uscite che andavano contro il due volte campione del box-office Deadpool che ha finito per stravincere per il terzo fine settimana di fila con 31.5 milioni di dollari.

Gods of Egypt ha debuttato al secondo posto con 14 milioni di dollari a fronte di un corposo budget investito di 140 milioni di dollari, il che lo rende il primo flop del 2016 (attualmente il totale worldwide è di 43 milioni di dollari). Se la risposta del pubblico è stata deludente, il film non è riuscito ad impressionare neanche la critica, una duplice bocciatura che il regista Alex Proyas ha commentato aspramente sulla sua pagina personale di Facebook definendo “idioti squilibrati” i critici che hanno bocciato il suo film.

Niente conferma meglio La stupidità dilagante del genere umano…come leggere le recensioni dei miei film, un’esperienza che io di solito cerco di evitare, ma quando accade con mio grande divertimento non manca mai un critico che accenna ai miei film precedenti in termini entusiastici, quando invece al momento aveva massacrato quegli stessi film, come per evidenziare la credenza errata del critico della mia discesa nella mediocrità. Vedete miei cari compagni Facebookers, non ho mai avuto ottime recensioni…su nessuno dei miei film a parte quelli in cui i recensori pensavano a se stessi e alle proprie opinioni. Purtroppo quel tipo di critici sono quasi tutti morti. Credo di aver avuto sempre un’inclinazione sbagliata verso i critici, è sempre stato così. Naturalmente hanno sempre un’ascia pronta a calare e stavolta hanno distrutto il mio film inneggiando al “bucato bianco!!!”, e da idioti squilibrati quali sono hanno tentato di far sembrare le loro valutazioni politicamente corrette. Quello che non riescono a capire o che fanno finta di non capire è ciò che realmente è questo film, in modo da servire qualche bizzarro consenso di opinione che non ha nulla a che fare con il film in sé. Questo va bene in un’epoca moderna di sms che li ha resi meno di valore, tanto che probabilmente faranno la fine dei dinosauri o dei giornali. Sembra che la maggior parte dei critici passino il loro tempo a cercare di capire cosa la maggior parte delle persone vogliono sentire. Perchè farlo? Perché in questi giorni è così facile…basta navigare in rete per leggere altre recensioni o quello che hanno da dire i blogger su un film che ancora deve uscire, non importa quanto sbagliato un parere su un film potrebbe essere. Chiudete un critico in una stanza con un film che nessuno ha ancora visto e non saprà cosa farci. Perché contrariamente a come un critico dovrebbe essere, probabilmente non ha un gusto personale o un’opinione propria e quindi baserà la sua opinione sullo status quo. Nessuno di loro ha il coraggio di dire “beh mi piace” se va contro il consenso generale. Quindi sono meno che inutili. Ora chiunque può pubblicare la propria opinione su qualsiasi cosa, da un film ad un paio di scarpe fino ad un hamburger, ma che valore hanno, nessuno. Roger Ebert non era male. Era un vero cinefilo, almeno, un regista fallito, cosa che gli ha dato una gran quantità di intuizione. La sua passione per il cinema era contagiosa e l’ha condivisa con i suoi fan. Amava i film e il suo contributo al cinema come risultato è stato positivo. Ora abbiamo un branco di avvoltoi malati che beccano le ossa di una carcassa morente. Cercando di beccare al ritmo del consenso. Mi congratulo con qualsiasi spettatore che valorizza la propria opinione abbastanza da non basarla su ciò che la massa impone come buono o cattivo.

I film più recensiti Alex Proyas sono stati il cult del 1994 Il Corvo che ora fruirà di un reboot e il notevole Dark City, attualmente i due film hanno rispettivamente un 82% e un 74% di recensioni positive su Rotten Tomatoes. Gods of Egypt arriva a sette anni da Segnali dal futuro che ha registrato un 33% di recensioni positive su Rotten Tomatoes incassando 187 milioni di dollari in tutto il mondo da un budget di 50 milioni.

Molti dei critici che hanno stroncato Gods of Egypt gli hanno anche contestato una mancanza di diversità nel cast. Ci sono state alcune polemiche intorno al casting con i critici che prima dell’uscita del film ambientato in un Egitto fantastico si sono lamentati di un cast “imbiancato” che comprende Gerard Butler, Nikolaj Coster-Waldau, Brenton Thwaites e Geoffrey Rush. Il fantasy epico inoltre è uscito nel mezzo di una polemica che ha investito gli Oscar e un tentativo di boicotaggio del prestigioso premio per discriminazione razziale.

Qualità del film e iraconda invettiva a prescindere, la durezza delle stroncature suona come annunciata e sorge il dubbio su quanti abbiano utilizzato il film per cavalcare una giusta polemica nel modo sbagliato. Ci si chiede inoltre quanto questa polemica e un bisogno di “politically correct” possa aver influito alla fine sull’incasso del film. Insomma secondo Proyas non si tratta di polemizzare sulla critica cinematografica in sé, una riflessione che lascia il tempo che trova, ma di riflettere invece su come questa venga esercitata rispetto ad una potenziale influenza dei social-media su tutto ciò che fa o non fa tendenza.

 

 

Fonte: Movieweb