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Ave, Cesare! le recensioni Straniere e Italiane

I critici e il film di Ethan e Joel Coen

di carla
pubblicato 14 Marzo 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 08:13

E’ nelle nostre sale dal 10 marzo Ave, Cesare! (Hail, Caesar!) dei fratelli Coen e interpretato da Scarlett Johansson, Channing Tatum, Josh Brolin, Ralph Fiennes, George Clooney, Tilda Swinton, Jonah Hill, Dolph Lundgren, David Krumholtz, Clancy Brown, Frances McDormand, Alden Ehrenreich, Christopher Lambert, Patrick Fischler, Fisher Stevens. Dopo la nostra recensione, ecco i pareri dei critici Stranieri e Italiani. Su RottenTomatoes, mentre scrivo, il film ha raccolto l’84% di voti positivi.

Christopher Orr – The Atlantic: Una confezione inaspettatamente dolce e assolutamente soddisfacente, una parodia affettuosa della Hollywood dei tempi passati.

Lou Lumenick – New York Post: Non una delle opere più importanti dei Coen, ma è molto piacevole, soprattutto per gli appassionati della vecchia Hollywood. Voto: 3/4

Colin Covert – Minneapolis Star Tribune: è una storia lunga e vagante. Voto: 2/4

Kenneth Turan – Los Angeles Times: metterà un sorriso sul tuo viso e lo terrà lì per tutta la durata del film.

Ty Burr – Boston Globe: delizioso. Voto: 3.5 / 4

Peter Howell – Toronto Star: I Coen hanno sostituito l’acido nelle loro penne con il miele e il risultato è una commedia affettuosa e soddisfacente. Voto: 3.5 / 4

Bruce Kirkland – Toronto Sun: una satira sorniona. Voto: 3.5 / 5

Calvin Wilson – St. Louis Post-Dispatch: Purtroppo “Ave, Cesare!” si presenta inferiore alla somma delle sue parti.

Will Leitch – The New Republic: Ave Cesare! è Coenismo puro, nel bene e nel male. Voto: B

Moira MacDonald – Seattle Times: “Ave, Cesare!” non è il grande film che potrebbe essere ma è molto, molto divertente. Voto: 3/4

Bill Goodykoontz – Arizona Republic: è una delle commedie minori dei Coen, meglio di “Prima ti sposo, poi ti rovino” ma in nessun posto vicino al genio di “Il grande Lebowski”. Voto: 3/5

Joe Dziemianowicz – New York Daily News: divertente, né più né meno, senza punto esclamativo. Voto: 3.5 / 5

Maurizio Porro – Il corriere della sera: Nell’incastro di cinema e vita, delizia cinefila, i Coen non scelgono la nostalgia né il mito ma follia e manipolazione (…) Divertentissimo, cinico, senza speranza se non nel business.

Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa: Ci sono scene divertentissime in questo film che può avere il limite di venir maggiormente apprezzato da chi è in grado di capirne le tante allusioni (…) Anche qui, nello stile tipico delle surreali fantasie dei Coen, la farsa si colora di note metafisico-kafkiane e il tema etico assume valore fondamentale. Vedi Mannix, che un eccellente Josh Brolin interpreta con umorismo e calore umano come un pragmatista dotato di coscienza. È lui il centro pulsante di questo affresco che, deformando ironicamente la realtà, si trasforma in riflessione sulla natura ambigua dello spettacolo, perennemente in bilico fra cialtroneria e momento di arte e verità.

Fabio Ferzetti – Il Messaggero: (…) carattere un po’ frammentario del film. Gran divertimento comunque, e profondità fin troppo nascosta sotto la superficie. Peccato solo aver infilato fra gli sceneggiatori sovversivi un improbabile Marcuse da barzelletta. Anche i Coen ogni tanto dormicchiano.

Maurizio Acerbi – il Giornale: Una pellicola che fa pensare che andrebbe vista e rivista per coglierne ogni aspetto più nascosto. Eppure, nonostante tutto, ci si diverte poco. Quello che promette sulla carta alla fine, lo realizza solo in parte, manifestandolo più nelle intenzioni che nel reale svolgimento, peccato.

Paolo D’Agostini – la Repubblica: (…) Leggerezza da manuale. Compiaciuta immersione vintage che forse non lascerà il segno ma che porta comunque il segno di uno stile d’impareggiabile brillantezza.

Emiliano Morreale – L’espresso: (…) Ha dietro una visione salda dell’uomo e della storia, e accoglie in maniera adulta l’eredità della grande Hollywood, mentre ne evoca allegramente le contraddizioni e il ruolo politico. “Ave, Cesare!” sarà anche un divertimento, più leggero di altre loro opere. Ma che ritmo, che profluvio di trovate e che intelligenza, in questo gioco!