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Truth – Il prezzo della verità: le recensioni Straniere e Italiane

I critici commentano il film con Cate Blanchett e Robert Redford

di carla
pubblicato 21 Marzo 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 07:49

E’ nelle nostre sale dal 17 marzo il film drammatico Truth – Il prezzo della verità, diretto da James Vanderbilt e intepretato da Cate Blanchett, Robert Redford, Elisabeth Moss, Dennis Quaid, Topher Grace, Bruce Greenwood, David Lyons, Lee Anne Ford, John Benjamin Hickey. Dopo la nostra recensione, ecco i commenti dei critici Stranieri e Italiani. Su RottenTomatoes, mentre scrivo, il film ha raccolto il 62% di voti positivi.

Adam Graham – Detroit News: In ultima analisi, alcune delle risposte di “Truth” sono insoddisfacenti, ma chiede domande importanti, una delle principali responsabilità del giornalismo. Voto: A-

Barry Hertz – Globe and Mail: Condiscendente, ipocrita e sciatto, è semplicemente un brutto film per il quale non ci sono scuse. Voto: 1/4

Moira MacDonald – Seattle Times: ipnotizzante, del tutto grazie a Cate Blanchett; questo è uno di quei film in cui ogni dettaglio ed ogni gesto sembrano giusti. Voto: 3/4

Michael Phillips – Chicago Tribune: Il film sembra provvisorio e incerto su come inquadrare la propria protagonista in una storia complicata di compromesso giornalistico. Voto: 2/4

Mick LaSalle – San Francisco Chronicle: Cate Blanchett è affascinante. Voto: 3/4

Peter Rainer – Christian Science Monitor: Da vedere soprattutto per l’interpretazione di Cate Blanchett.

Stephen Holden – New York Times: è così ben scritto e interpretato che trasmette un’illusione convincente della veridicità.

Rafer Guzman – Newsday: Una new entry tra i pantheon dei grandi film sul giornalismo. Cate Blanchett è elettrizzante. Voto: 3.5 / 4

Noel Murray – AV Club: La verità è affascinante e spesso emozionante. Ma il film non ha le qualità del grande dramma. Voto: C +

Rex Reed – New York Observer: Uno dei migliori film dell’anno. Voto: 4/4

Stephen Whitty – Newark Star-Ledger: Non è un vero e proprio dramma. Si tratta di un argomento per la difesa. Si ignora chi, cosa, quando, dove e perché e si va dritto a piagnucolare. Voto: 2/4

Alan Scherstuhl – Village Voice: la tragedia come sfida, la storia di un buon giornalista che forse ha fatto un errore, ma non dovrebbe mai essere screditato.

Chris Nashawaty – Entertainment Weekly: Per un film sull’importanza di oggettività, il film sembra un editoriale parziale e bigotto. Voto: C

Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa: Interessante, ma non convincente, l’esordio nella regia del reputato sceneggiatore James Vanderbilt; e curiosamente a risultare debole è proprio il copione, basato sul libro della giornalista Mary Mapes, il cui titolo Truth and Duty. The Press, the President and the Privilege of Power dà conto delle tematiche in gioco nella controversa inchiesta che ne è al centro (…) Forse a causa della confusa ambiguità del quadro autobiografico, il film fatica a trovare un punto di vista; e se Robert Redford presta a Rather il suo carisma di divo dal pedigree democratico, l’intrepida Mapes incarnata da Cate Blanchett avrà le sue buone ragioni a parlare di «prezzo della verità», eppure non riusciamo a sentirci del tutto dalla sua parte.

Maurizio Porro – Il corriere della sera: (…) Cast di all democratic star col 79enne Bob, la brava Elizabeth Moss di Mad Men, Danis Quaid e soprattutto Cate Blanchett, la nuova Meryl Streep: il suo discorso finale sull’accavallarsi non causale delle notizie, in modo che tutto si confonda e si annulli affinché alla fine sembri che sono tutti uguali e via con l’amnesia, è un gioiello di sociologia che vale da solo tutto il film e ci riguarda da vicinissimo.

Massimo Bertarelli – il Giornale: (…) Nell’intrigo tra politica e stampa, Cate Blanchett e Robert Redford sembreranno marziani ai giornalisti di casa nostra.

Paolo D’Agostini – la Repubblica: Forse Truth è un film di impianto più tradizionale e Il caso Spotlight più nuovo, ma altrettanto degno ed efficace, nel solco del grande filone del cinema sul giornalismo come metafora dei principi basilari della democrazia Usa. A premiare il secondo (Oscar) è un contenuto più dirompente: la denuncia dei preti pedofili a Boston. (…) Un ruolo importante è di Stacy Keach, mitico in Fat City. Cate Blanchett, protagonista, è strepitosa.