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Terrore nello spazio: gli alieni di Mario Bava tornano a Cannes 2016

Aspettando il restauro di estro e artigianato in puro stile di sci-fi di Mario Bava, a Cannes e in sala

di cuttv
pubblicato 17 Maggio 2016 aggiornato 28 Agosto 2020 11:20

A più di mezzo secolo dall’uscita nelle sale cinematografiche, Terrore nello spazio di Mario Bava è pronto a far rotta sulla Croisette della 69ª edizione del Festival di Cannes, con i meravigliosi alieni che hanno dato un nuovo volto e il nostro corpo alle paure dello spazio profondo, altre coordinate al genere horror fantascientifico che ha partorito l’Alien di Ridley Scott e a quanto pare, anche un bel look pop a tante tutine incuranti dei generi, soprattutto per Tarantino.

Partito dalla sceneggiatura che vanta il contributo di Alberto Bevilacqua e Callisto Cosulich, ispirato al racconto “Una notte di 21 ore” di Renato Pestriniero, con uno schema narrativo libero di inventarsi di tutto, un budget irrisorio, un modellino in miniatura di astronave, pietre del set di Ercole al Centro della Terra, una macchina per il fumo, suoni, luci, qualche trucchetto e un bel po’ della sua consueta creatività artigianale, Bava viaggia verso l’ignoto e pianeti spendi di perdute galassie, imbarcando l’alieno capace di portare l’orrore fin dentro di noi.

Ricorrendo a costumi pop, scenografie di cartapesta, l’uso sapiente di luci e cromatismi che oscillano tra il blu livido e il rosso sangue, il viaggio fantascientifico di Bava fa rotta sulla terra con le entità aliene che hanno preso possesso delle spoglie mortali degli equipaggi di altre galassie, in viaggio nelle navi interspaziali Argos e Galyot.

Navi di civiltà molto più evolute della nostra, attratte dal misterioso pianeta deserto Aura, ricoperto da pozze di liquido bollente, nebbie fluttuanti e rocce dalle forme strane, frutto del recupero di vecchie scenografie e oggetti di scena degli Studi di Cinecittà.

Oltre a giocare con l’ambiguità del doppio, quando si concede resurrezioni sotto diverse e mentite spoglie, instillando il dubbio sulla vera identità ‘aliena’ dei membri dell’equipaggio spinti ad eliminarsi, Bava non risparmia le sue ossessioni visionarie al finale, con gli unici superstiti Mark Markary (Barry Sullivan) e Sanya (Norma Bengell) che fanno rotta sulla Terra e che ovviamente non svelo, a chi ha intenzione di guardare per la prima volta questo gioiellino degli anni sessanta, grazie alla versione restaurata in 4 K.

Il capolavoro di estro e artigianato del pioniere e maestro del cinema horror italiano, prodotto da Fulvio Lucisano per Italian International Film nel 1965, torna nella sezione “Cannes Classics” del Festival, in una versione restaurata da CSC – Cineteca Nazionale, in collaborazione con IIF e il regista danese Nicolas Winding Refn, in concorso a Cannes 2016 con The Neon Demon, ma in qualità di grande cultore del cinema di Bava, si occuperà anche di introdurre la proiezione insieme a Fulvio Lucisano, presidente di Lucisano Media Group e Italian International Film.

Dopo la Croisette, gli alieni restaurati da Bava, torneranno anche in sala, quanto meno in quelle francesi, con “La planete des vampires“, dal 6 luglio 2016, grazie all’accordo tra Lucisano Media Group e il distributore francese La Rabbia. Resta ovviamente la speranza che, prima o poi, atterrino di nuovo anche dalle nostre parti.

Il voto è di una grande appassionata di visionari e di Mario Bava in particolare, ma vi assicuro che alla luce degli orrori che ci propinano oggi, questa è una preziosa lezione di cinema e creatività a prova di crisi.

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Terrore nello spazio (Planet of the Vampires, La planete des vampires, fantascienza, horror, Italia/Spagna, 1965) di Mario Bava. Interpreti: Barry Sullivan (Mark Markary), Norma Bengell (Sanya), Ángel Aranda (Wes), Evi Marandi (Tiona), Mario Morales (Eldon), Stelio Candelli (Brad), Franco Andrei (Garr), Fernando Villena (dott. Karan). Di nuovo sul grande schermo, in versione restaurata in 4k, proiettata a “Cannes Classics” il 17 maggio 2016, nelle sale francesi dal 6 luglio 2016

Terrore nello spazio: curiosità

Quando la IIF inaugura il set di Terrore nello spazio (il titolo di lavorazione è Il mondo dell’ombra), il cinema di fantascienza italiano è ancora allo stato larvale e il budget che aveva a disposizione Bava per girare il film non era da meno.

[quote layout=”big” cite=”Intervista a Mario Bava, a cura di Luigi Cozzi, Horror n. 13, 1971]”Vorrei che la gente, la critica, si rendesse conto delle condizioni nelle quali sono costretto a girare i miei film.
Per Terrore nello spazio non avevo nulla, ma realmente nulla a disposizione.
Dico, c’era il teatro di posa, tutto vuoto e squallido, perché mancavano i soldi: avrebbe dovuto rappresentare un pianeta.
Che ho fatto allora?
Nel teatro affianco c’erano due grosse rocce di plastica, residuato di qualche film mitologico, le ho prese e messe in mezzo al mio set, poi per coprire il pavimento ho seminato quegli zampironi fumogeni e ho oscurato lo sfondo, dove c’era solo la parete bianca.
Poi, spostando quelle due rocce da un posto all’altro ho girato il film.
Le sembra possibile?”
[/quote]

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Alla produzione italo-spagnola hanno collaborato America-International Pictures, Castilla Cooperativa Cinematográfica, IIF Italian International Film.

La Sceneggiatura è frutto del contributo di Alberto Bevilacqua, Antonio Romàn, Callisto Cosulich, Ib Melchior, Mario Bava, Rafael J. Salvia

L’impianto narrativo del film è ispirato a “Una notte di 21 ore”, un racconto di Renato Pestriniero, pubblicato per la prima volta in Oltre il cielo n. 61 (1960).

Nella versione distribuita in America dalla AIP la sceneggiatura fu riadattata da Louis M. Heyward e Ib Melchior.

La colonna sonora è di Gino Marinuzzi

Le riprese del film si sono svolte in Italia, prevalentemente negli studi di Cinecittà a Roma.

[quote layout=”big” cite=”Ivan Rassimov, attore]”Bava ricostruì tutto, realizzò i modellini delle astronavi. Era bravissimo, un vecchio marpione. Facemmo questo film di fantascienza che allora era all’avanguardia, per via dei trucchi – anche se rivisti oggi sembrano un po’ primitivi”[/quote]

[quote layout=”big” cite=”Dardano Sacchetti, sceneggiatore]”Quando girò Terrore nello Spazio, per l’allunaggio dell’astronave usò un acquario: lo riempì di acqua tersa, sul fondo fece mettere della sabbia, modulandola a mo’ di terreno e poi fece fare una forma di astronave, parte in ceramica parte in balsa leggera, in modo che affondasse lentamente. Dentro all’astronave c’era una lampadina e una pompetta: la lampadina si accendeva a intermittenza, mentre la pompetta spruzzava fuori della biacca, che uscendo trovava la resistenza dell’acqua e andava in su. Al cinema vedi l’astronave che sta scendendo, i retrorazzi che si accendono e si spengono e sollevano la polvere dalla superficie del pianeta”
[/quote]

Il film è noto con diversi titoli alternativi: Terror en el espacio, Planet of the Vampires, Demon Planet, The Haunted Planet, The Haunted World, The Outlawed Planet, Planet of Blood, The Planet of Terror, The Planet of the Damned, Space Mutants, Terror in Space.

Il film fu riedito nel 1979 col il titolo Alien è terrore nello spazio.

Il film è noto come uno dei migliori film di fantascienza italiani del periodo, fonte di notevole ispirazione per la realizzazione di Alien (1979) di Ridley Scott, quanto per molti altri film di Martin Scorsese, Tim Burton, John Landis o Joe Dante.

Con Terrore nello spazio, Lamberto Bava iniziò la sua carriera cinematografica al fianco del padre.

Questo piccolo classico, non manca di omaggi, da Ridley Scott in Alien a Joe Dante in Burying the Ex, fino a Quentin Tarantino con Kill Bill che inverte i colori delle tute di Bava per quella di Uma Thurman.

Il film è stato restaurato in 4k, con ritorno su pellicola 35mm, partendo dai negativi scena e colonna messi a disposizione dal produttore Fulvio Lucisano, Presidente di Italian International Film, che ha collaborato anche al restauro. Il particolare tono fotografico è stato restituito con la supervisione del regista e sceneggiatore Lamberto Bava, mentre le lavorazioni sono state eseguite presso il Laboratorio Fotocinema di Roma.

Il CSC-Cineteca Nazionale ha presentato il restauro al Torino Film Festival 2015 e in replica il giorno dopo in versione accessibile a non vedenti e non udenti

Via | Close To Media , Kinopoisk.ru