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Venezia 2016: Questi Giorni di Giuseppe Piccioni, recensione in anteprima

4 amiche in viaggio in Questi Giorni di Giuseppe Piccioni, dal 15 settembre al cinema.

pubblicato 8 Settembre 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 05:58

15 anni dopo Luce dei miei occhi, nel 2001 premiato con una doppia Coppa Volpi a Luigi Lo Cascio e Sandra Ceccarelli, Giuseppe Piccioni è tornato alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia con Questi Giorni, sua settima fatica in cartellone al Lido. Il 3° ed ultimo titolo italiano in Concorso, tiepidamente accolto da una critica che ha poco amato le pellicole nostrane in corsa per il Leone d’Oro.

Un road movie di formazione con protagoniste quattro ragazze, quattro amiche tanto differenti eppure così legate. Apparentemente. Legate dalla quotidianeità, dai sentimenti taciuti e non corrisposti, pronti ad esplodere nel corso di un breve ma lluminante viaggio verso Belgrado, che di fatto andrà ad incrinare il loro già instabile equilibrio.

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C’è la ragazza bella, bellissima, innamorata del proprio professore e con un doloroso segreto fisico taciuto al mondo, madre compresa; al suo fianco l’amica del cuore particolarmente irascibile perché da sempre innamorata di lei, l’ingenua violinista incinta dagli occhi dolci e la cinica bionda dalla vita sentimentale misteriosamente in bilico. Nato da un romanzo inedito di Marta Bertini, Questi Giorni dipinge con malinconia la dispersione di un’amicizia che si pensava inattaccabile. A farla deviare verso altri lidi proprio quel viaggio nato come momento di unione, di condivisione, per poi sbandare pericolosamente e andare a sbattere al termine di uno script caratterizzato da un’abbagliante pochezza e da una ricca quantità di buchi.

Piccioni apre varie linee narrative per poi dimenticarsene, lasciando così personaggi e sottotrame al loro destino. C’è un unico rapporto che davvero funziona all’interno del film, ovvero il legame ben calibrato tra la splendida Maria Roveran e un’inedita ma meravigliosa Margherita Buy, qui alla sesta collaborazione con il regista. Madre parrucchiera con non pochi problemi economici da dover gestire, la Buy, autentica Meryl Streep del cinema italiano con sette David di Donatello, sette Nastri d’Argento, cinque Globi d’oro e tredici Ciak d’oro vinti, conferma tutta la propria unicità recitativa (e poliedricità, checché se ne dica), riempendo lo schermo ad ogni apparizione. Un sorriso, una lacrima, uno sguardo. Quando Piccioni si ricorda di lei, affidandole la scena, Questi Giorni torna in superficie a respirare, prima di riaffondare dinanzi a queste quattro fastidiose e irrisolte ventenni poco e male definite in sede di scrittura.

Caratteri appena accennati e in fase di montaggio ulteriormente azzoppati (ragazzo e famiglia di Laura Adriani presentati e presto dimenticati), per un titolo che paga nel peggiore dei modi la rara antipatia delle sue 4 protagoniste. Caterina su tutte, innamorata a senso unico di Liliana ma non per questo giustificata a trattare a pesci in faccia chiunque le capiti a tiro. Giovani donne tra loro poco affini e soprattutto costantemente incazzate che certamente non rappresentano una generazione qui dipinta con il macete, tra cliché LGBT, drammi personali, gravidanze precoci, paradisi perduti e un insoluto io di fondo che alla lunga diventa sfiancante per chi osserva e dannatamente limitante per i suoi stessi protagonisti.

[rating title=”Voto di Federico” value=”4.5″ layout=”left”]
[rating title=”Voto di Antonio” value=”4″ layout=”left”]

Questi Giorni (Ita, drammatico, 2016) di Giuseppe Piccioni; con Margherita Buy, Maria Roveran, Marta Gastini, Caterina Le Caselle, Laura Adriani, Filippo Timi – Concorso – uscita in sala: giovedì 15 settembre 2016