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Inquietudine del cinema mentre la stagione incalza

Dopo la Mostra del cinema di Venezia, ecco la Festa del cinema a Roma, mentre galleggiano aspettative e gli italiani si affollano nel fare, cercare film credibili e coinvolgenti

pubblicato 5 Ottobre 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 05:13

Più di altre proposte, come “Gomorra” serial, Sky sta aprendo una strada importante con Young Pope di Paolo Sorrentino che ha sfondato in silenzio a Venezia. In silenzio perché il film, frutto dell’unione delle prime due puntate delle dieci realizzate, ha goduto di un’attenzione transitoria, in attesa della vera prova del nove, quella della trasmissione sul satellite.

Gli elogi di critici e giornalisti sono stati espressi con il freno tirato, anche se il consenso c’è stato e ha creato una piattaforma di consenso. Ma la tv anche satellitare viene considerata come un mondo a parte, un mondo che grazie HBO e ad altre produzioni sta conquistando con metodo, con calma, spazio nel mercato complessivo dell’audiovisivo; più che nel mercato del cinema in quanto tale, quello tradizionale, tra sale e botteghini, sempre più col fiato sospeso.

E’ una tendenza che si è rafforzata e si rafforzerà ancora, in parallelo con lo sviluppo delle vendite dei dvd e dei blu-ray nella librerie e nei negozi video. Le immagini, il cinema, o come il cinema (i serial), conquistano scaffali, e c’è proprio di tutto: dai classici agli ultimi arrivi, ai documentari. E’ uno spettacolo meraviglioso vedere che i dvd lasciano le librerie per raggiungere, grazie soprattutto ai giovani, le case e i computer, gli schermi privati, sempre più luminosi.

Mi è capitato personalmente di constatare quanto sia importante questo commercio che acquista spazio, andando oltre il vecchio sistema di affitto dei dvd, che continua comunque ad esistere. Mi è capitato, perché vedere partire il dvd del mio “1200 Km di bellezza”, prodotto con le immagini del Luce e con riprese nuove, dai luoghi di vendita, mi ha dimostrato, credo, un potenziale in corso, un uso del cinema che diventa sempre più personale da parte degli spettatori, più profondo, più consapevole.

Ritengo che proprio questo abbia capito Sorrentino con “Young Pope”: la necessità di un rapporto nuovo, in bilico fra proiezioni pubbliche e visioni private. Lo spettatore oggi gradisce come genere la commedia o il film comico, quando capita; ma cerca quello che la televisione e il cinema che scorrono, cioè che navigano nel mainstream della comunicazione e della visione, non garantiscono. E cioè quel rapporto che il vecchio cinema sapeva instaurare con il singolo spettatore nella massa degli spettatori, un rapporto individuale, di arricchimento con visioni concentrate scelte di persona, seguendo scelte e gusti personali. Oggi questo rapporto sta traslocando nel privato, nelle case.

In questo senso, acquisterà valore il colloquio che un autore, com’è nel caso di Sorrentino, cerca col singolo individuo, con gruppi di individui, ossia con la richiesta, la domanda di un racconto più abile e meditato, spettacolare ma consapevole nei contenuti e nelle emozioni.

Ecco che nella stagione che incalza, l’inquietudine ovvia e ben nota su incassi e valori artistici è costretta a fare i conti con la qualità, ossia con un diverso rapporto tra autore, mezzo (cinema e tv) e singolo spettatore. E’ una prospettiva interessante, promettente. Il vero spettacolo da seguire.