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Twin Peaks: come realizzare la vostra stanza della Loggia Nera

Un grande fan di Twin Peaks ha realizzato un piccolo sogno: avere una Loggia Nera tutta per sé

di carla
pubblicato 12 Ottobre 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 05:09

Ho visto Twin Peaks, per la prima volta, quando avevo 16 anni. E fu amore a prima vista (e tanta paura con Bob!). Su Facebook sono iscritta al gruppo Twin Peaks 2017 – Italia e lì, in mezzo a ricordi e aspettative per la nuova stagione, ho visto una galleria di foto meravigliose: qualcuno aveva ricreato l’inquietante Loggia Nera nella sua casa. Si chiama Sandro ed ecco cosa mi ha raccontato:

Quando ho preso la stanza era tutta gialla… giallo Titty, e ho deciso di farla con i colori della Loggia Nera. Ho diviso il muro con il motivo a zig zag in due parti, la parte di sotto l’ho dipinta tutta bianca e la parte di sopra tutta rossa, poi con dello scotch di carta ho schermato le parti dello zig zag che sarebbero rimaste bianche e ho passato nelle restanti il nero. Il lettering per la citazione, posta a capezzale, è una stampa in vinile adesivo intagliato. Ovviamente d’obbligo erano alcuni pezzi di arredamento… ad esempio i due quadri, quello con lo zig zag bianco e nero e le ciliegie rosse (molto in stile pop) e quello col nano. La lampada sul comodino è una sfera di vetro opaca che simula il mappamondo sopra il tavolino della loggia, accanto alla poltrona di Laura. Le mensole, anche queste bianche e nere, alternate. L’unica cosa che ancora sto cercando è una statua in gesso della Venere, che non riesco a trovare.

– Quando è nata la tu­a passione per Twin P­eaks e perché?
All’inizio degli anni novanta in tv cominciarono a mandare in onda in maniera molto insistente uno spot su un programma che avrebbero trasmesso da li a breve, ricordo che guardavo quello spot tutte le volte, anche se ormai lo conoscevo a memoria fotogramma per fotogramma; ero completamente affascinato dalle immagini, dalla musica, dall’ambientazione, dalla narrativa, non riuscivo a capire di cosa esattamente si trattasse, ma mi piaceva già cosi. Gli alberi di un bosco mossi dal vento, un fiume che scorre, una foto di una meravigliosa reginetta di liceo… la musica piena di mistero e tristezza e la frase: Chi ha ucciso Laura Palmer? Volevo non finisse mai. Poi finalmente venne trasmesso e allora, all’età di soli 12 anni, cominciai a seguirne ogni episodio, a comprarne giornali e riviste, i vari allegati… tutto, mi dispiaceva non poterne parlare con altre persone perché ero rimasto uno dei pochissimi a seguirlo ancora, ma poco mi importava, lo continuai a vedere fino alla fine. Per anni aspettai le repliche, ma non arrivavano mai, fino a che un giorno recuperai tutti gli episodi e li guardavo di continuo e senza interruzioni… e più li guardavo più mi piacevano. Cominciai anche a leggerne libri, articoli e siti internet… finalmente trovavo gente con cui condividere questa passione e più ne sapevo più ne avevo voglia. Non so il perché, ma è l’effetto che fa Twin Peaks: o lo odi o lo ami alla follia. Io ne sono drogato.

– Cosa ami di più del­la serie?
Non c’è una cosa in particolare che mi piace della serie perché è un mondo costituito da elementi posti in modo da sorreggersi l’un l’altro. Non riesco ad immaginare Twin Peaks senza ognuno dei singoli elementi che ne fanno parte. È semplicemente perfetto. Posso invece dire quali sono le caratteristiche che me lo fanno considerare un capolavoro:
– Il magistrale accostamento tra immagini e musiche che rendono l’atmosfera irresistibile
– I personaggi dalle doppie personalità, quasi tutti potevamo pensare di farli appartenere ai buoni o ai cattivi
– Il mistero
Tutte caratteristiche che di solito cerco nell’arte.

– Cosa ti aspetti dal­la nuova stagione?
Credimi… non mi aspetto nulla. Non voglio nemmeno mettermi lì a pensare a cosa potrebbero aver realizzato. Ho soltanto la certezza che David Lynch e Mark Frost non ci deluderanno.

– Nella tua Loggia Ne­ra non hai incubi con­ Bob?
Per fortuna non ho incubi molto spesso e di sicuro non con Bob, ma credo che dentro ognuno di noi ci sia un po’ di paura, insicurezza, timore rabbia e siamo noi a collocarli in uno posto piuttosto che in un altro. Di solito, queste componenti più negative, piuttosto che sconfiggerle cerco di conviverci pacificamente e la mia Loggia è una delle arene in cui questo succede, per cui ho cercato di dargli l’aspetto che più mi ricorda il luogo dove avviene la lotta tra noi e noi stessi. Oltre che poi è una figata pazzesca. Ringrazio tutti quelli che mi hanno aiutato a realizzarla, in primis Ciccio, Miriam e Angelo.