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Billy Lynn – Un Giorno da eroe: recensione del film 3D in 120fps di Ang Lee

Una follia tecnologica senza precedenti, girata in 3D nativo a 120 fotogrammi al secondo. Ang Lee ci prova con Billy Lynn – Un Giorno da eroe, un film di cui è più interessante parlarne che viverlo. Straniante e non senza interesse, ma anche… fuori fuoco.

pubblicato 2 Dicembre 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 03:54

Attenzione: la versione del film qui recensita è quella proiettata in 120 fotogrammi al secondo, in 4K e in 3D.

Il cinema ha bisogno di pionieri. Qualcuno storcerà il naso nel pensare ad Ang Lee come un pioniere cinematografico. Però, piaccia o meno, qualcosa gliela bisogna riconoscere. Ha cominciato a lavorare in patria, è approdato a Hollywood, è ritornato a casa, e ha infine ricominciato negli States. Nonostante abbia spaziato tra i modelli produttivi, e nonostante i riconoscimenti dell’industria, c’è sempre un po’ di scetticismo attorno alla sua figura da ‘autore’.

Forse perché ha spaziato tra i generi ma non proprio esattamente con la potenza di un Kubrick, e per questo non si riesce a inquadrarlo, ma il cinema di Ang Lee è ancora in parte un mistero. Ha cavalcato l’onda dei grandi effetti speciali e del 3D post-Avatar (Vita di Pi), ha ribaltato il genere macho per eccellenza (I segreti di Brokeback Mountain), ha girato un film sul concerto più famoso della Storia senza mai mostrarlo (Motel Woodstock), e girato un comics movie quasi ‘introspettivo’ (Hulk).

Da questa carriera qualcosa ce la si tiene ben stretta, altro no. Però, a prescindere dalla confusione e dalla discontinuità, Ang Lee non è scontato almeno nelle scelte. Il che, in quel di Hollywood, è roba preziosa. Per quello si fa un po’ di fatica a scrivere che tutto sommato Billy Lynn – Un Giorno da eroe è un casino. Un film di cui fa quasi più piacere parlarne e scriverne che guardarlo. Un film che vale più analizzare che vivere.

Sostanzialmente il regista segue due percorsi già iniziati nella sua filmografia: quello di sovvertire un genere (in questo caso il war movie) e sfruttare l’avanzamento tecnologico per andare ancora più oltre (si pensi ai 48fps della trilogia de Lo Hobbit). Adattando il romanzo di Ben Fountain, Ang Lee fa una satira sull’America di oggi – anche se il tutto è ambientato nella guerra in Iraq – e la gira in 120 fotogrammi al secondo, una cosa che nessuno aveva mai osato prima. Perché?

Billy Lynn ha 19 anni ed è uno dei troppi giovani soldati americani in guerra in Iraq. Insieme ai suoi commilitoni della Squadra Bravo, diventa un eroe dopo una battaglia straziante ed è riportato a casa temporaneamente per un tour della vittoria. Attraverso dei flashback, che si concludono durante il secondo tempo della spettacolare partita di football americano del Giorno del Ringraziamento nel 2004, il film rivela ciò che è realmente accaduto alla squadra che contrasta con la realtà della guerra percepita dall’America.

Quando il film comincia, con uno squillo di telefono su un comodino e la mano di un ragazzo che sta dormendo che l’agguanta, si balza sulla sedia. Ma non per l’effetto che fa una mano che viene verso lo spettatore, ma perché il movimento è di una velocità anomala. Ancora peggio quando Billy scende dal letto e corre verso la porta. Tutti paiono muoversi in fast forward, e il look super definito del film, proiettato come si deve in 4K e in 3D (che è natio), è così realistico da essere straniante.

Dopo un po’ ci si comincia quasi ad abituare a questa visione così ‘brutta’ e anti-cinematografica e a rispettare l’idea di Ang Lee: che è quella di raccontare il mondo attraverso gli occhi di Billy Lynn, un diciannovenne di ritorno da una guerra che gli è rimasta nel cervello. Lo spettatore così vede e vive il mondo esterno nello stesso modo grottesco e assurdo in cui lo vede e vive il protagonista. Lo si accetta così come è, il film, anche perché se ci si pensa mica è proprio una trovata da buttare.

Ad Ang Lee non manca né il coraggio di provarci e non mancano neanche le idee. Inutile, da cinefili che continuiamo ad adorare il cinema nonostante fosse dato per spacciato dai suoi stessi creatori, stare qui a fare i topi da biblioteca e a vivere solo del 35mm di The Love Witch. Se poi il futuro del cinema sarà in 120fps (o più!), chi lo sa. Però tutto ha avuto un inizio e uno sviluppo, e anche se la direzione tecnologica in qui Billy Lynn – Un Giorno da eroe va non è chiara dove ci porti, beh è comunque una direzione e una ‘prima volta’.

Però questa satira su un’America fagocitata dai suoi media e dal suo stesso modo di spettacolarizzare tutto, guerra compresa, non è che abbia proprio molto mordente. Non ha neanche tutto questo cuore: il film pulsa solo quando appare Kristen Stewart, sorella di Billy sfigurata in viso da un incidente. I suoi occhi, consapevoli di quanto la sua famiglia stia andando a pezzi, ancor di più per la mancanza di Billy, hanno quel calore che al film manca.

Ambientato quasi tutto in un giorno solo, quello della partita del Thanksgiving, il film è poi frammentato da flashback che ci riportano indietro nel mezzo della guerra, quando Billy compie un gesto da eroe. Ci sono dei bei parallelismi tra il caos di un evento come quello della partita e dello spettacolo/concerto e quello del campo da guerra con i suoi spari e le sue bombe. Ma la scena del concerto racchiude un po’ tutti i problemi del film: è un vero e proprio fuoco d’artificio, spettacolare e inedito, ma contemporaneamente ha qualcosa di vagamente imbarazzante (e ridicolo, quando appaiono le Destiny’s Child: ma solo di spalle…).

Sarà stato un effetto voluto? In questo caso può darsi. Purtroppo per il resto il risultato è fuori fuoco, quasi mai incisivo. Esiste, è lì sul grande schermo, non appassiona ma una volta ‘accettato’ si sta lì a guardarlo. Si segue la sua narrazione francamente piatta, tra scene che acchiappano e momenti che anche se non ci fossero non cambiava proprio nulla (le risse tra soldati e sicurezza, soprattutto quella nel finale). E non si capisce come quei continui primi piani con personaggi che guardano in camera, scene fatte apposta per l’esperienza in 3D in 120fps, possano avere ‘senso’ in una proiezione ordinaria. Una follia tecnologica del genere meritava forse più pazienza, studio e tempo.

[rating title=”voto di gabriele” value=”5″ layout=”left”]

Billy Lynn – Un Giorno da eroe (Billy Lynn’s Long Halftime Walk, USA / Gran Bretagna / Cina 2016, guerra / drammatico 113′) di Ang Lee; con Joe Alwyn, Kristen Stewart, Vin Diesel, Garrett Hedlund, Steve Martin, Chris Tucker. In uscita nelle sale il 2 febbraio 2017.