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Ted ti presento… Chucky

Cosa succede quando l’orsacchiotto sboccato incontra la bambola assassina?

pubblicato 6 Ottobre 2012 aggiornato 31 Luglio 2020 21:32


Tenero. Rassicurante. Protettivo. Il compagno della nostra infanzia (e si spera di tante infanzie future, prima che un tablet iper-accessoriato ne prenda il posto) è sempre stato un coccoloso Teddy Bear a cui avvinghiarsi nelle notti temporalesche prima di andare a dormire.

Mr. Bean ne sa qualcosa visto che a quarant’anni suonati cerca ancora conforto nella compagnia del suo orsacchiotto (quello classico, con i bottoni al posto degli occhi e una perenne bontà “stampata” sul muso).

Nell’immaginario collettivo cinefilo poi un posto speciale lo occupano sicuramente il mieloso – nel senso del miele di cui è ghiotto- Winnie the Pooh disneyano e la sua controparte Pixar, Lotso, ambiguo e inacidito Huggin’bear, che nel capolavoro Toy Story 3, non gliele mandava a dire a Woody, Buzz e compagni, mettendo a rischio l’incolumità dell’amata banda di giocattoli.

Ted ti presento... Chucky

Personalmente il mio cuore batte forte per lo struggente Teddy di Intelligenza Artificiale di Spielberg, in cui il tenero orsacchiotto non rappresenta soltanto la figura che accompagna il bambino-androide nella sua odissea collodiana ma è anche la chiave che rende possibile la sua breve trasfigurazione in essere umano.

Oggi, a seppellire quel tenero ricordo spielberghiano, ci ha pensato lo scorrettissimo Seth MacFarlane, che col suo Ted, stratosferico successo americano, consegna alle nuove generazioni di spettatori, il fratello più “scomodo” di Winnie & Co.
Sboccato, drogato e sessuomane, più incline a mimare atti “impropri” in un supermercato che ad accoccolarsi al suo padrone ma, sempre, con un’innocenza adorabile impressa su quelle biglie nere sotto le sopracciglia.

E’ quasi certo che il film (già recensito da Cineblog) sbancherà anche in Italia dove simili binomi trovano sempre la condiscendenza del pubblico giovane (ma non dei giovanissimi dato che il film è vietato ai minori di 14 anni). L’omaggio in vignetta ipotizza un incontro particolarmente pericoloso con un collega-giocattolo assai meno rassicurante del paffuto Ted: Chucky, la bambola assassina! Guai dunque a scambiarla per una femminuccia (Chucky è un maschio!) perché le conseguenze non si potrebbero disegnare…