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Strike a Pose: Recensione in Anteprima

25 anni dopo l’iconico Truth or Dare, i 7 ballerini di Madonna si sono ritrovati per ricordare il passato e raccontare il presente in Strike a Pose, inno alla libertà firmato Ester Gould e Reijer Zwaan.

pubblicato 3 Dicembre 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 03:36

Uscirà per sole 48 ore nelle sale d’Italia Strike a Pose, documentario di Ester Gould e Reijer Zwaan ben accolto tanto al Festival di Berlino quanto al Biografilm Festival di Bologna. Un progetto solo apparentemente ‘nostalgico’, quello ideato dai due registi, che hanno provato a rivivere un’epoca pop segnata da un’icona della musica mondiale: Madonna. Esattamente 26 anni fa, con la hit Vogue, la popstar conquistava il mondo attraverso il “vogueing”, ballo liberatorio che abbatteva barriere e conformismi. L’epocale, chiacchierato e provocatorio Blond Ambition Tour, che nel 1991 fece sold out ai quattro angoli del Pianeta, vide sette ballerini al fianco della cantante, ed è proprio su di loro, su quei 7 ragazzi che improvvisamente si ritrovarono alla ribalta, che Gould e Zwaan si concentrano, raccontando la loro storia, tra indimenticato passato e troppo spesso malinconico presente, neanche a dirlo segnato dai ricordi.

Luis Camacho, Oliver Crumes III, Salim Gauwloos, Jose Gutierrez, Kevin Stea, Gabriel Trupin, Carlton Wilborn e Sue Trupin. Sette ragazzi americani scritturati da Madonna in persona che toccarono il cielo con un dito, per poi ritrovarsi sotto terra una volta finita l’esperienza al fianco della popstar, a lungo loro amica e confidente. Quel rapporto divenne persino cinema, grazie al leggendario Truth or Dare, scandaloso documentario del 1991 che vide i 7 letteralmente ‘a letto con Madonna‘. Un’opera che fece clamore per la sua sensualità, per i suoi eccessi, per il suo coraggio, con la scena di un passionale bacio gay che passò alla storia. Un bacio ancora oggi ricordato, perché 25 anni fa forse inimmaginabile, in quel contesto e con quella forza.

Alternando immagini di repertorio a lunghe interviste ai sei ballerini rimasti in vita, perché uno è deceduto a causa dell’AIDS, Gould e Zwaan hanno realizzato un inno alla libertà, riportando a galla un periodo particolarmente buio per la comunità LGBT internazionale. L’incubo HIV era esploso pochi anni prima, Madonna aveva da poco perso l’amico Keith Haring proprio a causa del male del secolo e proprio per questo ci mise la faccia, concerto dopo concerto, facendo campagna per la prevenzione e in sostegno dei diritti dei gay. Sei dei sette ballerini al suo fianco erano omosessuali mentre uno, inizialmente omofobo, aprì finalmente gli occhi nei confronti del mondo esterno grazie a loro. Conoscendoli, toccandoli con mano, scoprendo una realtà tutt’altro che ‘inaccettabile’, capì quanto fosse ignorante e bigotto, diventando così una persona migliore.

Non preoccuparti di essere giudicato, non preoccuparti di quel che pensano gli altri. Sii sempre te stesso”. Express Yourself, cantava la popstar, ed è proprio questo il messaggio che i suoi ballerini hanno assimilato, attraverso un tour, un film, un’esperienza di vita che ha cambiato per sempre le loro esistenze. Gould e Zwaan alternano passato e presente, raccontandoci come e quanto è cambiata la vita dei sei ballerini rimasti in vita. Molti di questi lontani dal mondo della danza, due di loro sieropositivi, uno con un terribile passato di alcool e droghe e un altro con un presente economicamente complicato, tanto da vivere in una stanza minuscola in casa con mamma e fidanzato. Quel corpo di ballo che 26 anni fa divenne icona stessa della libertà sessuale è oggi diventato altro, ma mai ha dimenticato quanto appreso al fianco di Madonna, trascinata persino in tribunale da 3 dei 7 ballerini. Truth or Dare (30 milioni di dollari d’incasso in tutto il mondo), denunciarono, invase la loro privacy, con la popstar accusata di non aver pagato loro alcune cifre contrattualizzate. Era il 1992 e il rapporto tra i 7 e la cantante si ruppe irrimediabilmente. Presero strade differenti, i 7, mentre lei, Madonna Louise Veronica Ciccone, divenne ancor di più icona universale.

In meno di 90 minuti Gould e Zwaan omaggiano Gabriel Trupin, unico dei 7 ballerini a non essere più tra noi, attraverso le dolci parole della madre, per poi ricostruire attraverso i pensieri, i ricordi, gli sguardi e le lacrime degli altri sei un periodo storico tanto tragico quanto decisivo per un’intera comunità, proprio attraverso la musica, l’itinerante show di una popstar e un iconico documentario finalmente portata alla luce nella sua ‘normalità’.

[rating title=”Voto di Federico” value=”7.5″ layout=”left”]

Strike a Pose (doc, 2016) di Ester Gould, Reijer Zwaan; con Luis Camacho, Oliver Crumes, Salim Gauwloos, Jose Xtravaganza, Kevin Alexander Stea, Carlton Wilborn, Madonna – uscita lunedì 5 dicembre e martedì 6 dicembre 2016.

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