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Piero Tosi e Luchino Visconti: la bellezza dei talenti incrociati

Dal 18 gennaio al 22 febbraio ha luogo la Mostra con proiezioni intitolata “Talenti incrociati”, l’arte dietro e davanti lo schermo

pubblicato 15 Gennaio 2017 aggiornato 30 Luglio 2020 02:32

Il 18 gennaio alle 18 alla Casa del cinema di Roma, lo ricordo, sarà inaugurata la Mostra “Talenti incrociati: Luchino Visconti, Mario Garbuglia, Piero Tosi”. Qui ricorderò brevemente i film che verranno proiettati. Ci saranno dei dibattiti. Il primo dei quali si terrà proprio il giorno 18 gennaio e ce ne saranno degli altri fino al 22 febbraio con la conclusione di tutto. Per avere informazioni: chiamare la Casa del cinema allo 06.423601.

Perché mi pare necessario insistere su questa iniziativa presa dalla Associazione dei costumisti, scenografi, arredatori, dalla Casa del cinema diretta da Giorgio Gosetti, dal Centro sperimentale e dalla Cineteca nazionale alla cui guida c’è da qualche settimana Felice Laudadio, da alcuni anni direttore del Festival del cinema di Bari?

Perché spero che sia una delle prime di una lunga serie capace di illuminare gli spazi bui del cinema, quelli di chi lavora dietro le quinte del set e degli schermi. Una ricerca avviata da Alida Cappellini, Giovanni Licheri, Lorenzo Baraldi; a cui partecipo per questo appuntamento che continua un approfondimento anche mio personale che però presuppone un lungo cammino, curando consulenza, testi e conduzione degli incontri. Cosa mi sembra giusto fare?

Mi sembra giusto cominciare dagli inizi, dalle infanzie del cinema, che sono ancora a portata dii mano. Lo chiarisco meglio, partendo dalla filmografia dell’ancora giovane regista Luchino Visconti che nel 1936 si recò in Francia per fare esperienze come aiutoregista con Jean Renoir; poi tornò in Italia nel 1943, quando Mussolini è stato deposto, liberato e convinto da Hitler a fondare la Repubblica sociale di Salò, e subito scattò una terribile guerra civile tra italiani tra repubblichini del Duce e i partigiani.

Il film si chiama Ossessione e ha come interpreti due divi del fascismo, Alida Valli e Massimo Girotti, come scenografo Gino Franzi e come costumista Maria De Matteis. Il Paese è colmo di macerie, anche Ancona che fu intensamente bombardata dagli Alleati. Si gira alla meglio, velocemente, per raccontare di una passione amorosa sfociata in un delitto, ispirata al romanzo americano di James Cain che Visconti aveva letto in francese, quando lavorava con Renoir. La guerra, e la guerra civili, rese le città spettrali. Il cinema stava diventando, per forza, neorealista.

Visconti, tre anni dopo, fu tra gli autori di Giorni di gloria (1946). La macchina da presa era al servizio della cronaca che rappresentava pagine di grande drammaticità (le Fosse Ardeatine, la fucilazione di un torturatore fascista, prima e dopo della Liberazione), immagini dirette direttamente da Visconti, il regista della raffinatezza, del gusto, della bellezza, e anche della tragedia. Cinecittà era ancora occupata dagli sfollati. Per scene e costumi si fece alla meglio tutti sul set facevano tutto.

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La terra trema (1948), qualcosa di più un film neorealista, tratto da “ I Malavoglia” di Giovanni Verga, sui pescatori di Acitrezza e di Acireale. Qualcosa dal “vero” che non si era mai visto nel cinema italiano. Il sud, sfruttamento e severo incanto. Una lezione stilistica, un grande modello. Francesco Rosi, aiuto regista: “Non c’erano scenografi, costumista, sceneggiatore, con Visconti collaborava Antonio Pietrangeli”.

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Bellissima (1951), un film avanti nel tempo. I provini di un nuovo, ipotetico film di Alessandro Blasetti, nel ruolo del regista, con Anna Magnani. La prima storia efficacissima sui retroscena e il cinismo dello spettacolo in uno degli studi riaperti da poco a Cinecittà. Tre anni dopo le prime trasmissioni tv della Rai. Scenografia: Gianni Polidori, costumi: Piero Tosi.

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Senso (1954). Da un racconto di Arrigo Boito, sullo sfondo del Risorgimento. Una contessa veneziana che sta con gli irredentisti italiani s’innamora di un giovane ufficiale austriaco: Alida Valli e Farley Granger. Struggente, girato con eleganza e aderenza allo scenario degli avvenimenti in Veneto. Scenografia: Ottavi Scotti; costumi: Piero Tosi, Marcel Escoffier.

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L’innocente (1976). Nella Roma dannunziana del 1891, storie di dannazione tra adulterio, matrimoni spenti, colpi di pistola. Protagonisti Giancarlo Giannini e Laura Antonelli. Amore, morte, la Capitale dopo vent’anni dall’arrivo dei bersaglieri a Porta Pia. Una strepitosa messa in scena. Scenografia: Mario Garbuglia; costumi: Piero Tosi.

Sei film, una lunga storia. Dalle macerie e dai lutti, dal neorealismo e allo spettacolo del Risorgimento. Visconti, Garbuglia e Tosi, “Talenti incrociati. La formula del grande cinema. Una lunga infanzia creativa nella realtà.