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Stasera in tv: “Fuocoammare” su Rai 3

Rai 3 stasera propone “Fuocoammare”, film documentario del 2016 diretto da Gianfranco Rosi.

pubblicato 24 Febbraio 2017 aggiornato 30 Luglio 2020 01:28

 

Il cast

Samuele Pucillo, Mattias Cucina, Samuele Caruana, Pietro Bartolo, Giuseppe Fragapane, Maria Signorello, Francesco Paterna, Francesco Mannino, Maria Costa.

 

Trama e recensione

Nel suo viaggio intorno al mondo per raccontare persone e luoghi invisibili ai più, dopo l’India dei barcaioli (Boatman), il deserto americano dei drop-out (Below Sea Level), il Messico dei killer del narcotraffico (El Sicario – Room 164), la Roma del Grande Raccordo Anulare (Sacro Gra), Gianfranco Rosi è andato a Lampedusa, nell’epicentro del clamore mediatico, per cercare, laddove sembrerebbe non esserci più, l’invisibile e le sue storie. Seguendo il suo metodo di totale immersione, Rosi si è trasferito per più di un anno sull’isola facendo esperienza di cosa vuol dire vivere sul confine più simbolico d’Europa raccontando i diversi destini di chi sull’isola ci abita da sempre, i lampedusani, e chi ci arriva per andare altrove, i migranti. Da questa immersione è nato Fuocoammare. Racconta di Samuele che ha 12 anni, va a scuola, ama tirare con la fionda e andare a caccia. Gli piacciono i giochi di terra, anche se tutto intorno a lui parla del mare e di uomini, donne e bambini che cercano di attraversarlo per raggiungere la sua isola. Ma non è un’isola come le altre, è Lampedusa, approdo negli ultimi 20 anni di migliaia di migranti in cerca di libertà. Samuele e i lampedusani sono i testimoni a volte inconsapevoli, a volte muti, a volte partecipi, di una tra le più grandi tragedie umane dei nostri tempi.

 

 

Curiosità

 

  • Il film candidato ad un Premio Oscar per il Miglior documentario ha vinto un Orso d’oro al Festival di Berlino 2016.
  • Matteo Renzi ha molto apprezzato il film, affermando che avrebbe portato con sé 27 copie in DVD del film ad una sessione del Consiglio europeo. Ognuna delle copie è stata data ad un capo di stato o di governo dell’Unione europea
  • Per le riprese Gianfranco Rosi ha utilizzato una macchina da presa AMIRA: “La macchina è stata fondamentale nelle riprese notturne. I neri sono davvero neri, la luce spicca con una profondità incredibile, quindi le scene più belle sono proprio quelle girate la sera, di notte. Questa è una sorpresa per tutti, mi chiedono “Ma con che macchina hai girato? Essendo da solo, senza illuminazione, avere una cinepresa così ti permette di vedere quasi più del tuo stesso occhio, infatti riuscivo a girare quando il mio occhio già non vedeva più nulla. Intanto, invece, la camera masticava ancora immagini…ed erano bellissime.”
  • In una sequenza del documentario girata in un centro d’accoglienza un gruppo di profughi intona un canto accompagnato dal racconto delle loro peripezie: “Non potevamo restare in Nigeria, molti morivano, c’erano i bombardamenti. Siamo scappati nel deserto, nel Sahara molti sono morti, sono stati uccisi, stuprati. Non potevamo restare. Siamo scappati in Libia, ma in Libia c’era l’ISIS e non potevamo rimanere. Abbiamo pianto in ginocchio: Cosa faremo? Le montagne non ci nascondevano, la gente non ci nascondeva, siamo scappati verso il mare. Nel viaggio in mare sono morti in tanti. Si sono persi in mare. La barca aveva novanta passeggeri. Solo trenta sono stati salvati, gli altri sono morti. Oggi siamo vivi. Il mare non è un luogo da oltrepassare. Il mare non è una strada. Ma oggi siamo vivi. Nella vita è rischioso non rischiare, perché la vita stessa è un rischio… Siamo andati in mare e non siamo morti”.
  • Gianfranco Rosi parla del suo film dopo la sua convocazione alla Berlinale ricevuta mentre il regista stava ancora girando a Lampedusa, dove è stato trasferito il montaggio per garantire il continuo scambio tra realtà e narrazione documentaristica: “È sempre difficile staccarmi dai personaggi e dai luoghi delle riprese, ma questa volta lo è ancora di più. Più che in altri miei progetti, ho sentito però la necessità di restituire al più presto questa esperienza per metterla in dialogo con il presente e le sue domande. Sono particolarmente contento di portare a Berlino, nel centro dell’Europa, il racconto di Lampedusa, dei suoi abitanti e dei suoi migranti, proprio ora che la cronaca impone nuovi ragionamenti.
  • Regia, fotografia, suono di Gianfranco Rosi / Montaggio di Jacopo Quadri / Aiuto-regia di Giuseppe del Volgo / Collaborazione al montaggio e coordinamento di post-produzione di Fabrizio Federico / Musiche di Stefano Grosso / Montaggio del suono di Stefano Grosso / Riprese subacquee di Aldo Chessari / Soggetto di Gianfranco Rosi, da un’idea di Carla Cattani / Produzione esecutiva di Stemal Entertainment / Delegato di produzione Tina Pistoia / Collaborazione alla produzione Dario Zonta.