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Notorius. La vita di Ingrid Bergman: il libro

«Devo lavorare, e sono triste quando un film finisce. Se mi togli le luci della ribalta sono morta. Spero che sulla mia tomba scrivano: “Ha recitato sino all’ultimo giorno della sua vita. Qui giace una buona attrice”.» Ingrid BergmanUscirà il 16 ottobre Notorius. La vita di Ingrid Bergman di Donald Spoto. Il libro, una biografia

8 Ottobre 2007 14:28

«Devo lavorare, e sono triste quando un film finisce. Se mi togli le luci della ribalta sono morta. Spero che sulla mia tomba scrivano:
“Ha recitato sino all’ultimo giorno della sua vita. Qui giace una buona attrice”.»

Ingrid Bergman

Uscirà il 16 ottobre Notorius. La vita di Ingrid Bergman di Donald Spoto.
Il libro, una biografia di Ingrid Bergman, è edito dalla Lindau per la collana «Le comete» e costa 26 euro.
L’autore è laureato alla Fordham University. È autore apprezzato in tutto il mondo per le sue biografie di registi e attori, tra le quali ricordiamo quelle di Laurence Olivier, James Dean e Marilyn Monroe. Per i tipi di Lindau, nel 2006, è uscito Il lato oscuro del genio. La vita di Alfred Hitchcock.

Donald Spoto, Ricostruisce la storia di Ingrid Bergman sulla base di centinaia di testimonianze, di documenti, scritti, lettere e diari, ma anche di incontri diretti con la diva.

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La storia di Ingrid Bergman inizia con la tragica infanzia segnata dalla morte dei genitori e poi della zia che l’aveva adottata, e prosegue con la folgorante ascesa come attrice, prima in Svezia, poi in Germania e infine a Hollywood, dove, grazie al produttore David O. Selznick, si impone come la «fidanzata d’America».

Vincitrice di tre premi Oscar, interprete di film memorabili (uno su tutti Casablanca, con Humphrey Bogart), Ingrid Bergman lavora con alcuni tra i più grandi registi americani: George Cukor (Angoscia, 1944), Lewis Milestone (Arco di trionfo, 1948) e soprattutto Alfred Hitchcock, con il quale gira Io ti salverò (1945), Notorious (1946) e Il peccato di Lady Considine (1947).

Fondamentale risulterà il sodalizio artistico e sentimentale con Roberto Rossellini, che, tra scandali e polemiche, la dirigerà in sei opere. Dopo il lungo ostracismo con cui la puritana Hollywood inizialmente la allontana, Ingrid Bergman compie infine anche uno struggente ritorno cinematografico alla sua terra, la Svezia, sotto la guida di Ingmar Bergman (Sinfonia d’autunno, 1978).

Dalla biografia di Spoto emerge il ritratto non solo di una delle dive più amate dal pubblico di tutto il mondo, ma anche di una donna forte, moderna e determinata, che ha combattuto fino all’ultimo, lavorando, il male che nel 1982 l’avrebbe uccisa, nel giorno del suo sessantasettesimo compleanno.