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City of Ghosts: recensione in anteprima del documentario sulla resistenza all’ISIS

City of Ghosts è un film di fantasmi per davvero: sono fantasmi i membri dell’ISIS, lo sono le loro vittime, e lo sono anche i membri della resistenza RBSS. Che prova a combattere lo Stato Islamico sin dall’insediamento a Raqqa nel 2014. Dopo Cartel Land, l’americano Matthew Heineman firma un altro documentario potente e tristissimo.

pubblicato 12 Maggio 2017 aggiornato 30 Luglio 2020 00:37

C’è un paradosso che fa scattare un lieve campanello d’allarme, a un certo punto di City of Ghosts. Nel film si nota giustamente quanto professionali e para-hollywoodiani siano i video dell’ISIS, tra fotografia laccata e rallenti alla Michael Bay. È proprio così, ed è l’appropriazione di un immaginario occidentale – ma culturalmente noto a tutti – da parte di un gruppo che ha bisogno di propagandare le proprie idee innanzitutto attraverso le immagini.

Allo stesso tempo, e il paragone è azzardato ma forse pertinente, quella di Matthew Heineman è un’estetica lontana dal guerrilla shooting che ci si può aspettare dai temi dei suoi documentari. Forse Heineman stesso è un regista esteta: la forma dei suoi lavori ha un’importanza primaria, dagli establishing shot ai raccordi tra sequenze. I suoi film sono esteticamente bellissimi, non hanno quasi nulla del grezzo che ci si può attendere da un prodotto del genere. Era infatti così anche il precedente Cartel Land.

Però è una riflessione che per ora fa alzare un sopracciglio ma che accantoniamo, anche se sarà interessante continuare a seguire la carriera di Heineman, che ha comunque un coraggio da vendere. Cartel Land e ora quest’ultimo City of Ghost, presentato al Sundance e a Tribeca, confermano che c’è in giro un nuovo documentarista da cui non si può più prescindere. Un documentarista che ha già una cifra stilistica importante (quanto e se ‘dubbia’ sarà appunto il tempo a dirlo), e le intenzioni di chi vuole sfidare il pericolo perché ne vale davvero la pena.

Il senso di minaccia nei film di Heineman è palpabile, e guardare un suo film è sempre un’esperienza provante. Come volevasi dimostrare, lo sguardo del regista americano non fa sconti in questo ritratto della resistenza locale all’ISIS, condotta dai fondatori del movimento conosciuto come Raqqa Is Being Slaughtered Silently (RBSS). Dopo l’abbattimento della statua dorata di Assad, Raqqa diventò il capoluogo dell’ISIS, che in poco tempo cominciò con le dimostrazioni esemplari nella Freedom Square.

Alcuni coraggiosi locali siriani iniziarono a documentare con videocamere nascoste le atrocità commesse dai membri dell’ISIS. Sono scene di violenza difficili da digerire, esecuzioni atroci che per vari motivi restano fuori dall’informazione mainstream. Ben presto i fondatori di RBSS, attivi soprattutto clandestinamente online, sono costretti a rifugiarsi in luoghi segreti in Germania e Turchia, ovviamente mai nominati nel documentario.

Parte della forza di City of Ghosts non sta solo nel mostrare in modo dettagliato ciò che sta dietro all’ISIS e ai metodi di resistenza usati da RBSS. Sta soprattutto anche nel descrivere tutto lo sviluppo in tempo reale. Heinemen segue i giornalisti siriani dal momento in cui arrivano in Germania, pur avendo accesso a tutto il materiale girato prima in loco, e resta un fantasma che non si vede mai.

Sin dal titolo, City of Ghosts si pone come un film di fantasmi. I giornalisti di RBSS sono fantasmi che hanno a che fare con fantasmi. E non solo quelli spaventosi dell’ISIS, ma anche i fantasmi delle vittime, tra cui alcuni membri stessi della resistenza e alcuni loro famigliari. In una delle scene più disturbanti del documentario, i fratelli Hamous e Hassan guardano un video dell’ISIS in cui loro padre viene ucciso con una pallottola in testa.

Inno al giornalismo di stampo attivista, City of Ghosts si pone anche come documento di grande sensibilità contro le forme di razzismo imperanti nel mondo occidentale. La scena in cui i membri di RBSS trasferiti a Berlino marciano contro le forze neo-naziste della capitale tedesca fa ribollire il sangue. Sono uomini minacciati di morte per sempre dalle forze dell’ISIS, e non saranno mai completamente ben accetti neanche fuori, nonostante combattano in prima linea le forze riconosciute da tutti, estremisti inclusi, come ‘nemiche’. Che film allarmante e tristissimo…

[rating title=”Voto di Gabriele” value=”8″ layout=”left”]

City of Ghosts (USA 2017, documentario 90′) di Matthew Heineman. Sconosciuta la data di distribuzione italiana.