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Stasera in tv: “Latin Lover” su Rai 3

Rai 3 stasera propone “Latin Lover”, film drammatico del 2015 diretto da Cristina Comencini e interpretato da Virna Lisi, Angela Finocchiaro, Valeria Bruni Tedeschi e Neri Marcorè.

pubblicato 16 Agosto 2019 aggiornato 28 Agosto 2020 01:56

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Cast e personaggi

Virna Lisi: Rita
Angela Finocchiaro: Susanna
Valeria Bruni Tedeschi: Stéphanie
Marisa Paredes: Ramona
Candela Peña: Segunda
Lluís Homar: Pedro
Francesco Scianna: Saverio Crispo
Pihla Viitala: Solveig
Jordi Mollà: Alfonso
Claudio Gioè: Marco Serra
Neri Marcorè: Walter
Toni Bertorelli: Critico Picci
Nadeah Miranda: Shelley

 

Trama e recensione

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Saverio Crispo, il grande attore del cinema italiano, un genio, come lo definisce il critico Picci, è morto dieci anni fa. Le sue quattro figlie, avute da mogli diverse in altrettante parti del mondo, si radunano nella grande casa del paesino pugliese dove l’attore è nato. La figlia italiana con il compagno di cui è fidanzata clandestina. La figlia francese, con il più piccolo dei tre figli avuti da tre padri diversi. La figlia spagnola, l’unica sposata, con un marito impenitente traditore. E l’ultima figlia svedese che il padre non l’ha quasi mai visto. Arrivano anche le due vedove, la prima moglie italiana che se lo è ripreso e curato in vecchiaia, e l’attrice spagnola che lo ha sposato ai tempi dei western all’italiana. Nessuna delle figlie ha conosciuto veramente il grande padre che ognuna ha mitizzato e amato nelle epoche diverse della sua trionfale carriera. Nel mezzo dei festeggiamenti, quando ancora è attesa la quinta figlia, l’americana riconosciuta con la prova del Dna, irrompe invece Pedro del Rio, lo stunt che pare conoscere l’attore meglio di chiunque altro. Tra conferenze stampa, proiezioni, rivelazioni notturne di segreti, le donne del grande divo rivaleggiano, si affrontano, in un crescendo di emozioni e situazioni tragicomiche.

 

 

 

Note di regia

 

Prima di scrivere la sceneggiatura di “Latin Lover” con Giulia Calenda, avevo avuto l’idea di raccontare le donne di un grande attore di cinema, un divo amato e desiderato dal sesso femminile, le sue figlie e le sue mogli sparpagliate nel mondo che si radunano per il decennale della sua morte. Ho raccontato l’idea a Lionello Cerri e Cristiana Mainardi che ci hanno creduto subito. Era la prima volta che lavoravo con la Lumière. Da quel momento, la strada per arrivare al film è stata condivisa in ogni tappa, dalla sceneggiatura, alla scelta del cast, al luogo delle riprese. Con Giulia abbiamo sviluppato il soggetto e molti intrecci del film sono cambiati, tanti aspetti si sono aggiunti. Chi è quest’uomo mitico adorato dalle donne che dice di non averle mai capite fino in fondo? Perché le due mogli hanno sacrificato la loro vita per lui? Perché le figlie non riescono a vivere senza cercare “il suo sguardo anche da morto?” Quanto è costata a loro la leggerezza di lui? Chi era lui veramente e quanti fuori scena non raccontati ha lasciato nella sua vita? Più domande e sentimenti riesce ad aprire una storia, più mi sembra valga la pena di essere raccontata. Al centro del film c’è la ricerca di una nuova identità femminile, fuori dal conflitto tra donne, la scoperta della libertà di essere finalmente se stesse, come dirà Marisa Paredes in un scena centrale, libere dallo sguardo maschile. Ognuno di questi temi, di questi aspetti si sono incarnati in attrici e attori europei straordinari, che ho avuto la fortuna di dirigere come membri di una famiglia di cinema italiana ma anche intercontinentale. Nelle riprese ci siamo appassionati alla ricostruzione di frammenti di alcuni film di una volta. Mentre li giravamo, circolava nella troupe una strana eccitazione, un grande divertimento. Ci siamo resi conto di quanto fosse vario il panorama cinematografico di allora, di come si divertissero gli attori a interpretare parti così diverse. Passare da quelle riprese, alle scene tra le figlie, le mogli, alle loro fragilità, ai loro conflitti, alla loro dipendenza, mi ha dato la misura cinematografica della differenza tra noi e loro, e soprattutto l’idea che per raccogliere la loro eredità, dobbiamo andare oltre e raccontare senza paura, con la stessa libertà, la nostra modernità più complicata e ambivalente. Questo film sarà per me legato sempre a Virna, alla felicità di avere lavorato ancora con lei, al dolore che se ne sia andata subito dopo, senza averlo visto. [Cristina Comencini]

 

 

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Curiosità e colonna sonora

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  • Questo è l’ultimo film di Virna Lisi, scomparsa pochi mesi dopo la fine delle riprese.
  • Le musiche originali del film, premiate con un Globo D’Oro, sono del pianista e compositore Andrea Farri che torna a a collaborare con la regista Cristina Comencini dopo aver musicato Quando la notte (2011). Ad oggi Farri ha realizzato oltre 30 colonne sonore tra cinema e tv. Tra i suoi lavori più importanti ricordiamo per il cinema: Soap opera e Ma che bella sorpresa di Alessandro Genovesi, Smetto quando voglio di Sydney Sibilia, Veloce come il vento di Matteo Rovere, per il teatro The Coast of Utopia di Marco Tullio Giordana e per la televisione la serie di 4 film tv Liberi Sognatori e le serie tv Squadra Antimafia, Rosy Abate – La Serie e Le mani dentro la città.
  • La colonna sonora include i brani “L’orientale” di Nino Ippolito, “Quando Quando Quando” di Nadeah Miranda e “Tornerai” di Nadeah Miranda & Francesco Scianna.

 

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