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Stasera in tv: “Delitto sui Pirenei: La Profezia” su Rete 4

Rete 4 stasera propone Delitto sui Pirenei: La Profezia (Meurtres à Collioure), film per la tv poliziesco del 2015 diretto da Bruno Garcia e interpretato da Helena Noguerra, Stéphane Freiss, Michel Robin e Christine Murillo.

pubblicato 26 Giugno 2018 aggiornato 27 Agosto 2020 19:01

Cast e personaggi

Helena Noguerra : Alice Castel
Stéphane Freiss : Pascal Loubet
Michel Robin : Fernand Sarda
Christine Murillo : Christine Sarda
Arnaud Bedouet : Pierre Castaldi
Olivier Cabassut : comandante Grasset
Romane Portail : Victoria
Maria Verdi : Maria Sanchez

 

La trama

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Il cadavere di una giovane donna viene rinvenuto in una botte piena di chiodi e schegge di vetro. Questa morte rievoca la leggenda medievale di Paracols. Immediatamente i sospetti della polizia si rivolgono al marito della vittima, un noto pittore di Collioure, noto per la sua gelosia e il suo carattere violento. Alice Castel, poliziotta di Collioure, e Pascal Loubet, ufficiale della Polizia giudiziaria di Perpignan, uniscono le forze per risolvere il caso. Durante le loro indagini si rendono però conto che il caso è molto più complesso e intricato di quanto immaginassero, e che il colpevole non sarà così facile da identificare…

 

Curiosità

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  • “Delitto sui Pirenei: La Profezia” aka “Meurtres à Collioure” fa parte di “Meurtres à…”, una serie di polizieschi televisivi di produzione franco-belga.
  • Le riprese si sono svolte sui Pirenei orientali, à Argelès-sur-Mer, Collioure, Perpignan, Port-Vendres e Sorède.
  • Collioure è un comune francese di 2.989 abitanti situato nel dipartimento dei Pirenei Orientali nella regione dell’Occitania. Cittadina della Côte Vermeille, possiede un antico castello del XIII – XVIII secolo appartenuto ai Conti del Rossiglione e ai Re d’Aragona tra il 1276 e il 1344; in seguito accoglierà i Re di Maiorca. Passato più volte di mano tra Francesi e Spagnoli, nel 1642 ritorna alla Francia e in seguito viene modificato da Vauban. Notevole anche la Chiesa barocca di Notre Dame des Anges (XVII secolo) con campanile che fungeva da faro per il porto.
  • La leggenda di Paracols narra di un barone di nome Guillem-Bernard de Paracols che al ritorno da una battuta di caccia incontra la bella Guillema e viene sedotto dalla bellezza di questa ragazza di umili origini. Guillem smontò da cavallo, dichiarò la sua ammirazione e le mise un fiore selvatico tra i capelli biondi. Qualche tempo dopo, la sposò segretamente e lei gli diede un figlio. Ma presto l’uomo dimenticò i suoi sermoni di amore e fedeltà e la giovane moglie trascurata morì sopraffatta dal dolore. Successivamente la madre di lei scomparve con il nipote per poi tornare per maledìre la stirpe dell’uomo che aveva portato alla morte l’adorata figlia. La donna ricomparve durante la prima notte di nozze del secondo matrimonio dell’uomo con Aldoncia, figlia del barone di Domanova. Da quel matrimonio Guillem ebbe due bellissimi bambini, Bernard e Sibilla, che erano la sua gioia e il suo orgoglio. Il ricordo dell’anatema della vecchia donna però perseguitava il barone di Paracols e l’esistenza del suo primo figlio lo preoccupava e lo tormentava come un terribile incubo. Un giorno il castello di Paracols fu assediato dai briganti spagnoli e il barone Guillem catturò uno spia insinuatasi tra le mura del castello, scoprendo che quel traditore in realtà era una donna, la madre della sua defunta moglie Guillema che aveva vissuto per anni sotto il suo stesso tetto celata nei panni di una serva. La donna rivelò di aver avvelenato suo figlio Bernard e che non avrebbe mai trovato il suo figlio maggiore, l’unico con sangue reale in grado di far proseguire la sua stirpe, aggiungendo che il barone sarebbe morto durante quell’attacco e che il castello sarebbe bruciato fino alle fondamenta. Il barone sopraffatto dalla rabbia fece chiudere la donna in una botte piena di chiodi e schegge di vetro, e la fece gettare giù dai bastioni del castello. Saltando da una roccia all’altra, la botte precipitò in un burrone che venne soprannominato il “Dirupo della serva”. Secondo la previsione una freccia raggiunse il barone di Paracols e lo ferì mortalmente. Suo figlio morì tra dolori lancinanti. Il castello, in parte bruciato, fu saccheggiato e devastato dagli spagnoli e solo la baronessa Paracols e sua figlia sopravvissero al disastro. Per quanto riguarda il nipote di Guillema, Raymond Paracols, dopo aver vissuto a lungo nel monastero di San Martino di Canigou, finì i suoi giorni in un cottage nella valle di Molitg, vicino a Paracols e al “Dirupo della serva” che riecheggiava tristi ricordi.