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Summer: trailer italiano del film di Kirill Serebrennikov

Summer: video, trailer, poster, immagini e tutte le informazioni sul film drammatico di Kirill Serebrennikov nei cinema italiani dal 15 novembre 2018.

pubblicato 14 Novembre 2018 aggiornato 27 Agosto 2020 14:56

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Dopo la presentazione in anteprima mondiale alla 71ª edizione del Festival di Cannes e la tappa al Biografilm Festival, il 15 novembre I Wonder Pictures porta nelle sale italiane Summer (Leto) di Kirill Serebrennikov.

 

Leningrado, un’estate dei primi anni Ottanta. In barba alla censura della Russia Sovietica, Mike e la sua band hanno una passione sfrenata per il rock che arriva illegalmente dagli Stati Uniti. Un giorno d’estate, fra birre, chitarre e falò, Mike e sua moglie Natasha conoscono Viktor, musicista emergente. È un colpo di fulmine: Mike lo prende sotto la sua ala, mentre fra Viktor e Natasha nasce un delicato gioco di emozioni contrastanti. Kirill Serebrennikov ripercorre la storia di due band che hanno fatto la storia del rock russo, gli Zoopark e i Kino.

 

Applaudito al Festival di Cannes, “Summer” è un film romantico che riporta l’incanto di un mondo sospeso, in cui una generazione piena di ideali si affacciava al mondo cercando, forse in modo naïf, di cambiarlo.

Il regista Kirill Serebrennikov non racconta soltanto due band che hanno fatto la storia del rock in Russia, gli Zoopark e i Kino, ma dipinge in “Summer” un’epoca di grandi trasformazioni e aspirazioni in cui la musica diventa strumento di cambiamento.

Kirill Serebrennikov dirige con “Summer” il suo ottavo film, dopo l’acclamato Parola di Dio. Da sempre attivo nel panorama culturale russo, ricopre anche il ruolo di direttore artistico del Gogol Centre e milita per i diritti LGBT nel suo paese. Serebrennikov, noto per i coraggiosi spettacoli satirici che prendono di mira la società e il potere politico russo, è agli arresti domiciliari dall’agosto 2017. Durante l’anteprima mondiale di “Summer” al Festival di Cannes, il regista non ha infatti potuto partecipare: il suo posto è stato lasciato vuoto in segno di protesta e solidarietà nei suoi confronti.

 

 

NOTE DI REGIA

 

Kirill Serebrennikov ha scritto questa dichiarazione d’intenti nel 2017, prima di girare il film. Le clausole degli arresti domiciliari non gli permettono di fare ulteriori dichiarazioni. «Summer è una storia rock’n’roll ambientata nella Leningrado sovietica degli anni ’80. È il triangolo amoroso di tre individui molto diversi con lo sfondo di un’Unione Sovietica molto strana, a volte esotica. Tutto questo in un ambiente molto ostile al rock’n’roll e alla cultura occidentale, ma ciò nonostante è finito per essere terreno fertile per una nuova ondata di rock russo.

La nostra storia tratta della necessaria fede per superare questo contesto sociale, e l’attitudine spensierata degli eroi nei confronti dell’oppressione ereditata. È soprattutto la storia di un amore semplice e immutato, come un’ode a queste future icone del rock, al loro modo di vivere, all’aria che respirano. È la storia dell’estate prima della Perestroika, prima della completa trasformazione di quell’ambiente in ciò che è la Russia contemporanea.

Questo è ciò che per prima cosa mi ha attirato di questa storia. La sua innocenza e purezza. La mia generazione ha un ricordo forte dell’energia della Perestroika, quel momento storico immediatamente successivo agli eventi raccontati nel film. Ma in realtà noi non sappiamo nulla della generazione precedente alla nostra e della sua propensione naturale alla ribellione, il suo fuoco interiore. La Perestroika ha completamente cancellato questa generazione, trasformandoli in spazzini e addetti alle pulizie, e presto non ci sarà nulla di loro.

Siamo nei primi anni ’80, in un glorioso bianco e nero, l’unico modo per raccontare la storia di questa generazione, dal momento che la nozione di colore è apparsa solo più tardi nell’immaginario collettivo russo. È un momento violento e alternativo in cui tutti sono ancora molto vivi: Mike Naumenko e Viktor Tsoï (come lo ha soprannominato la stampa sovietica, dopo la sua tragica morte nel 1990 “l’ultimo eroe del rock”). Qualunque cosa sappiamo sia accaduta dopo gli eventi del film è il futuro dei nostri personaggi. Nel film sono ancora intatti, innocenti. Abbiamo preso in prestito una macchina del tempo e abbiamo fatto una breve sosta. In quel breve momento i nostri eroi fanno ciò che amano di più. Fanno musica. Sospesi nel tempo e nello spazio, in stato di grazia.

Devo ignorare il terzo atto della vita reale dei nostri personaggi, il modo in cui finisce. Il mio obiettivo è fare un film su persone che sono felici, che godono di totale libertà artistica nonostante l’oppressione del governo. Stavano facendo musica e non potevano immaginare altre modalità di creazione artistica. Altro sarebbe andato contro la loro natura.

Posso facilmente identificarmi con loro, capire le loro motivazioni, gli ostacoli che hanno incontrato. Qui al Gogol Center, di cui sono direttore artistico, non siamo estranei ai loro metodi. Nonostante questi tempi fortemente politicizzati, stiamo creando un teatro che è moderno, contro l’establishment, che può essere visto come un movimento. E la cosa più importante è che questo movimento è vivo. Stiamo respirando la vita in una cultura che non viene accettata dai poteri in vigore, per le nostre direttive culturali da parte del governo, esattamente nello stesso modo in cui a Leningrado nel 1983 non era né il momento né il luogo adatto per la cultura rock. Farò questo film sia per una generazione che vede la libertà come scelta personale e sia come l’unica possibile. Il mio obiettivo è catturare ed evidenziare il vero valore di questa libertà.»