Home Festa del Cinema di Roma Ben is Back, la recensione: l’amore di una madre al cospetto di un incubo chiamato tossicodipendenza

Ben is Back, la recensione: l’amore di una madre al cospetto di un incubo chiamato tossicodipendenza

Una straordinaria Julia Roberts al cospetto del figlio tossicodipendente in Ben is Back, dal 20 dicembre in sala.

pubblicato 10 Dicembre 2018 aggiornato 27 Agosto 2020 14:19

Nato sceneggiatore, suoi il folgorante Buon compleanno Mr. Grape e l’adattamento di About a Boy – Un ragazzo, Peter Hedges si è lentamente tramutato in regista, esordendo 15 anni or sono con Schegge di April, per poi tornare con L’amore secondo Dan e L’incredibile vita di Timothy Green.

Sei anni dopo, Hedges ha per la prima volta diretto suo figlio Lucas, candidato agli Oscar con Manchester by the Sea e in questo 2018 bravissimo protagonista di un altro titolo molto apprezzato dalla critica (Boy Erased), in Ben is Back, dramma trainato da una meravigliosamente brava Julia Roberts, tornata agli apprezzati fasti di un tempo dopo l’acclamata serie Amazon Homecoming.

La 51enne Roberts indossa i panni di una madre che prova in tutti i modi a proteggere la propria famiglia, e soprattutto il figlio tossicodipendente, facendo scelte drastiche e particolarmente difficili. Ben, il giovane del titolo, è in rehab da mesi, dopo aver stravolto la vita della propria famiglia rischiando seriamente di rimetterci le penne. A sorpresa, dal nulla, il ragazzo si presenta a casa il 24 dicembre, vigilia di Natale, scombussolando le Feste di tutti loro. Se la madre Holly lo accoglie a braccia aperte, la sorella minore e soprattutto il patrigno guardano con paura questo precoce ritorno, in quanto consapevoli dei tanti, troppi incidenti avvenuti negli anni precedenti. Nel corso di 24 estenuanti ore, Ben e Holly dovranno svelarsi, capirsi, fidarsi l’uno dell’altra, inseguirsi e soprattutto (ri)trovarsi. Prima che sia troppo tardi.

Menzione Speciale della Giuria nella sezione Alice della Città alla Festa del Cinema di Roma 2018, Ben is Back attinge a piene mani dalle esperienze personali vissute dallo stesso regista, all’interno della propria famiglia, tanto dall’aver scritto la prima bozza di sceneggiatura in sei settimane appena, di getto. A differenza del ridondante e ricattatorio A Beautiful Boy di Felix Van Groeningen, visto sempre nella Capitale e in corsa ai Golden Globe grazie alla nomination per Timothée Chalamet, il film di Hedges drammatizza l’incubo della tossicodipendenza nell’arco di un’unica giornata, evitando intelligentemente ripetizioni e snervanti ricadute. Tutto questo non in una giornata qualsiasi, bensì la vigilia di Natale, già di suo particolarmente stressante e ricca di aspettative.

Non possiamo salvarli, ma almeno possiamo provarci‘, confessa un’affranta mamma la cui figlia è deceduta causa eroina ad una disperata Roberts, alla ricerca del proprio figlio tossico. La distruzione famigliare causa dipendenze da droghe al centro del racconto, mentre il Governo se ne frega di una piaga sempre più dilagante e le farmacie preferiscono vendere siringhe ai giovani piuttosto che salvifici medicinali da overdose, ‘perché non rientra nella nostra politica avallare simili pratiche‘. E’ chiaro l’affondo di Hedges, nei confronti di un tragico problema troppo spesso taciuto, soprattutto tra i più giovani, in un’annata in cui ad Hollywood si sono resi conto dell’esigenza del racconto, inevitabilmente e immancabilmente drammatico.

Ma Ben is Back è soprattutto un grido di speranza e di amore da parte di una madre nei confronti di un figlio. La Holly Burns di un’intensa, credibile ed emozionante Roberts è una donna che si spezza ma non si piega, davanti a ciò che appare inesorabile. Ha più volte salvato il suo Ben da morte certa e non è disposta a perderlo, anche se ogni intervento, ogni aiuto, ogni apparente passo in avanti parrebbe non risolvere la situazione.

Il rapporto tra Julia e un tormentato e angosciato Lucas, che la stessa attice ha preteso nel cast (lui aveva giurato a sè stesso che mai avrebbe girato un film con suo padre), è accecante, credibile ed empaticamente sorprendente, soprattutto in quella prima parte in cui il giovane deve riconquistare la fiducia dell’intera famiglia. Nell’ultima mezz’ora lo script di Hedges cede esageratamente ad una deriva thriller, che rischia di complicare e annacquare il racconto, con la disperata caccia ad un cane che diventa motivo di fuga e di scoperte, di verità a lungo taciute e menzogne ostentate.

Lucas, appena 22 anni tra pochi giorni, lavora straordinariamente di sottrazione, evitando scene madri di facile uso e consumo, dando al suo Ben una patina di inquietudine e sensi di colpa che si specchia perfettamente negli occhi pieni d’amore di mamma Julia, disposta a mentire e a compiere atti inqualificabili pur di salvarlo. Faro che illumina l’intero progetto, appare onestamente immotivata la sua mancata candidatura ai Golden Globe come miglior attrice non protagonista. Una famiglia imperfetta, anche se apparentemente impeccabile, all’interno di un piccolo film tutto scrittura e recitazione, con due grandi interpretazioni da ammirare (e applaudire) in tutta la loro potenza.

[rating title=”Voto di Federico” value=”7″ layout=”left”]

Ben is Back (Usa, drammatico, 2018) di Peter Hedges; con Julia Roberts, Lucas Hedges, Courtney B. Vance, Kathryn Newton, Tim Guinee, Alexandra Park, Rachel Bay Jones, David Zaldivar, Michael Esper, Myra Lucretia Taylor, Kristin Griffith, Jack Davidson, Faith Logan, Candace Smith, Marquise Vilson, Mia Fowler, Teddy Cañez, Jayden Abrams, Jakari Fraser, Jocelyn Bioh, Melissa van der Schyff, John Cashin – uscita giovedì 20 dicembre 2018.

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