Home Festa del Cinema di Roma Roma 2012: Guillermo Del Toro presenta Le 5 Leggende e annuncia: “Le montagne della follia si farà”

Roma 2012: Guillermo Del Toro presenta Le 5 Leggende e annuncia: “Le montagne della follia si farà”

Le Montagne della Follia si farà. Parola di Guillermo Del Toro

pubblicato 13 Novembre 2012 aggiornato 31 Luglio 2020 20:16

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Uno sbarco in massa nella Capitale, per presentare in anteprima mondiale Le 5 Leggende (qui da noi recensito) e ricere il neonato premio “Vanity Fair International Award for Cinematic Excellence“. La produttrice Christina Steinberg, il regista Peter Ramsey, il CEO Dreamworks Jeffrey Katzenberg e il produttore esecutivo Guillermo Del Toro sono quest’oggi in Italia grazie al Festival Internazionale del Film di Roma. Tra una domanda e l’altra, i 3 (perché Katzenberg è rimasto in platea, sottraendosi di fatto alla conferenza) hanno svelato verità produttive su Le 5 Leggende, per poi seminare conferme riguardanti Le montagne della follia, film che Del Toro ha in progetto da anni. Apparentemente naufragata, la trasposizione cinematografica del romanzo di H.P. Lovecraft si farà. Parola di Guillermo:

Domanda: Christina Steinberg, lei è stata una delle prime persone a lavorare su Le 5 Leggende. Può rivelarci come si è sviluppato?
Risposta: “William Joyce ci ha contattati nel 2007 per presentarci il suo splendido libro. Tutto nacque grazie alla figlia, che un bel giorno gli chiese: papà, si conoscono Babbo Natale e il Coniglietto di Pasqua? Da qui è nato Le 5 Leggende. Era difficile capire dove finissero i libri e far iniziare il film. Per noi era necessario portare la storia 500 anni dopo l’inizio di questa leggenda. Abbiamo lavorato simultaneamente per 5 anni con Peter e Guillermo“.

Domanda a Peter Ramsey: per quanto riguarda la mitologia, che nel vostro film avete ampiamente trattato, i protagonisti sono da noi molto conosciuti. E’ stato difficile realizzarli?

“La cosa interessante è che tutti hanno la sensazione di conoscerli, ma solo dal punto di vista emotivo. Neanche io ne conoscevo realmente le origini, fino a quando non ci siam seduti attorno ad un tavolo. Speranza, ricordo, sogni, meraviglia. Tutte qualità che vengono espresse da questi personaggi. Valori insegnati ai bimbi che credono nella loro esistenza. Da qui siamo partiti per creare il nostro mondo”.



Domanda a Guillermo Del Toro: puoi raccontarci la tua esperienza in qualità di produttore?

“Essenzialmente ho partecipato ad ogni singolo aspetto del film. Ho fatto il carino, il duro, l’antipatico, Peter veniva a piangere da me e io lo prendevo a calci in culo. Ho partecipato in modo promiscuo alla lavorazione del film, che è stata un’esperienza meravigliosa”.

Domanda a Peter Ramsey: l’approccio registico che lei ha voluto dare alla pellicola, è figlio delle potenzialità tecniche legate alla CG o del suo senso estetico?

“Per noi era importante comunicare un’estetica che fosse in linea con un film d’azione. Doveva essere epico. Per me contava rendere credibili questi personaggi. Volevo suggerire al pubblico che tutto ciò che vediamo fosse vero. Hanno una loro personalità, un carattere. Abbiamo progettato una realtà che potesse essere convincente. Il mondo di tutti questi personaggi ha lo scopo di farci tornare bambini, per rivedere quella potenza, quella forza della fantasia infantile”.

Domanda a Guillermo Del Toro: ha visto Prometheus di Ridley Scott? Ha trovato delle differenze con il ‘suo’ Le Montagne della Follia?

“Per quanto riguarda Prometheus mi è piaciuto molto, ma continuerò con il mio lavoro. Ovvero farò Le Montagne della Follia”.

Domanda a Peter Jackson: nel film c’è un personaggio dal nome inequivocabile. Sandman. Ora, può parlarci del progetto che ha come protagonista l’eroe dei fumetti?

“Peter ha sempre descritto Sandman come un incrocio tra Buddah e Mr. Magoo. Tra i guardiani è il più potente e il più umile. Ovviamente non c’è nessun collegamento tra i due Sandman, ma il progetto per un Sandman cinefumettaro esiste”.

Domanda finale: per la prima volta abbiamo assistito ad un’inversione di tendenza sul target di riferimento del film, molto più adolescenziale rispetto al passato, quando i cartoon Dreamworks puntavano ad un riscontro adulto. E’ stato un caso legato al soggetto, o una precisa volontà che potremmo rivedere anche in futuro?

Risposta Ramsey:

“E’ stato l’argomento a dettare il risultato. Parliamo di miti che hanno a che fare con l’infanzia, che sono radicati nell’infanzia. Volevamo che lo spettatore ragionasse come ragionano i bambini. Dal punta di vista emotivo, visivo, di grana di qualità del film, Le 5 Leggende ha lo scopo di riportarti all’infanzia”.

Risposta Del Toro:

“Abbiamo sempre pensato che fosse un film di facile lettura ma di difficile scrittura. Doveva essere un film d’intrattenimento. Ci siamo impegnati molto sulla caratterizzazione dei personaggi. D’altronde tutti noi da bambini abbiamo dei sogni, mentre da adulti siamo vincolati dopo i 30 anni ad immaginare personaggi noiosi. Lo scopo era quello di far credere a tutti, adulti e bambini, che esistesse una realtà differente da quella reale del nostro mondo. Volevamo mostrare la lotta che tutti noi conosciamo tra sogni, speranza e gioia. Qualità di cui tutti noi abbiamo bisogno per andare avanti”.

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