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Tutto il mio folle amore è il nuovo titolo del film di Gabriele Salvatores

Il regista spiega il perché del nuovo titolo del suo film, interpretato da Valeria Golino, Claudio Santamaria e Diego Abatantuono.

pubblicato 7 Maggio 2019 aggiornato 29 Luglio 2020 19:33

Ha inaspettatamente cambiato titolo il nuovo atteso film di Gabriele Salvatores, liberamente tratto dal romanzo Se ti Abbraccio non aver paura di Fulvio Ervas, edito da Marcos y Marcos. La pellicola si chiamerà infatti Tutto il mio folle amore, con Valeria Golino, Claudio Santamaria, Diego Abatantuono e Daniel Vivian protagonisti. A sceneggiare il tutto Umberto Contarello e Sara Mosetti.

Il regista premio Oscar, uscito scottato nel 2018 dall’insuccesso di Il ragazzo invisibile: Seconda generazione, ha così motivato la scelta del nuovo titolo.

Uno dei protagonisti del film, il padre naturale del ragazzo, è un cantante. Canta le canzoni di Domenico Modugno nei matrimoni e nelle feste in giro per la Dalmazia. Il testo di una di queste canzoni, “Cosa sono le nuvole”, è stato scritto da Pier Paolo Pasolini. Una frase di quel testo mi ha colpito particolarmente: “E tutto il mio folle amore lo soffia il vento, così.” Ho sempre pensato al nostro ragazzo protagonista come a un “fool” di Shakespeare, uno di quei folli buffoni che riescono a tirarsi dietro re e regine costringendoli a fare i conti con se stessi. E, nel nostro caso, a far ricorso a tutto l’amore che hanno ancora a disposizione. “Folle” e “Amore”. Ecco il titolo del film. “Tutto il mio folle amore”.

Tutto il mio folle amore è una produzione Indiana Production con Rai Cinema in co-produzione con EDI Effetti Digitali Italiani, distribuito da 01 Distribution. Questa la sinossi del romanzo di Ervas, da cui il film è stato tratto.

Il verdetto di un medico ha ribaltato il mondo. La malattia di Andrea è un uragano, sette tifoni. L’autismo l’ha fatto prigioniero e Franco è diventato un cavaliere che combatte per suo figlio. Un cavaliere che non si arrende e continua a sognare. Per anni hanno viaggiato inseguendo terapie: tradizionali, sperimentali, spirituali. Adesso partono per un viaggio diverso, senza bussola e senza meta. Insieme, padre e figlio, uniti nel tempo sospeso della strada. Tagliano l’America in moto, si perdono nelle foreste del Guatemala. Per tre mesi la normalità è abolita, e non si sa più chi è diverso. Per tre mesi è Andrea a insegnare a suo padre ad abbandonarsi alla vita. Andrea che accarezza coccodrilli, abbraccia cameriere e sciamani. E semina pezzetti di carta lungo il tragitto, tenero Pollicino che prepara il ritorno mentre suo padre vorrebbe rimanere in viaggio per sempre.