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Carlo Vanzina: il ricordo di Ezio Greggio e Vincenzo Salemme

Ad un anno dalla scomparsa di Carlo Vanzina il ricordo di Ezio Greggio e Vincenzo Salemme.

pubblicato 6 Luglio 2019 aggiornato 20 Dicembre 2023 11:58

 

L’8 luglio sarà un anno esatto dalla scomparsa di Carlo Vanzina che con il fratello Enrico ha rappresentano l’incarnazione del fenomeno dei “cinepanettoni” e in parte raccolto l’eredità della cosiddetta commedia all’italiana, quella dei grandi incassi e della comicità fieramente nazional-popolare.

In occasione del primo anniversario della scomparsa di Carlo Vanzina sono state realizzate delle interviste per ricordarlo, raccogliendo ricordi come quelli di Ezio Greggio e Vincenzo Salemme che hanno collaborato in più occasioni con il regista.

 

 

Il ricordo di Ezio Greggio

 

Ezio Greggio racconta Carlo Vanzina sul set descrivendolo come “Un amico importantissimo nella mia vita, non solo nella mia ma in quella di tantissimi attori e autori, li ha saputi valorizzare, ed è per questo che ce l’abbiamo sempre qua”.

[quote layout=”big”]Lavorare sul set con Carlo credo che sia uno dei più bei ricordi che ho di Carlo per il clima che lui sapeva creare sul set; innanzi tutto, essendoci reciprocamente un rapporto di stima enorme, ci capivamo al volo. Io alle volte arrivavo, sembravamo Totò e Peppino perché, quando io arrivavo, lui mi diceva “tu entri da quella parte, te devi mette lì, io ti preparo sta cosa, tu mi fai la gag, e dopo ch’amo fatto la gag, quella entra, te dice una cosa, tu je rispondi a modo tuo e te ne vai da quella parte” e gli altri ci guardavano e dicevano “ma questi?” Poi la facevamo, un take, un ciak ed era buono … e si proseguiva perché Carlo era famoso per la sua velocità…E poi la sua faccia quando arrivava, il suo sorriso, il foglio della scena che dovevamo girare piegato a metà che teneva in mano quando arrivava e si metteva lì, e facevamo la prova. Ho dei momenti per cui mi basta chiudere gli occhi e mi ritornano tutti alla mente.[/quote]

 

Greggio parla anche di come il cinema dei Vanzina ha raccontato l’Italia e rispecchiato gli italiani.

[quote layout=”big”]Se Carlo ed Enrico fossero nati in America, oggi sarebbero alla pari di tanti fratelli famosissimi, registi, scrittori, produttori americani. Loro hanno saputo raccontare con la loro cinematografia, attraverso l’esperienza del padre, di Steno, che ha raccontato l’Italia dei decenni precedenti, l’Italia della Milano da bere, l’Italia delle modelle, l’Italia dei difetti, degli yuppies, l’Italia vacanziera. Hanno veramente raccontato tante storie, È logico che il cinema, la commedia ha bisogno di un linguaggio semplice, e loro attraverso questa semplicità sono spesso andati molto in profondità. Hanno realizzato ritratti di personaggi ispirandosi proprio a ciò che accadeva quotidianamente in Italia. Credo ci sia solo una frase: il cinema dei Vanzina è cinema. Loro sono due grandissimi conoscitori di cinema, Carlo è stato non solo un grande regista, ma proprio un testimone della grande cinematografia italiana, conosceva tutto come Enrico. Con Enrico a volte ci incontriamo e andiamo avanti ore ore e ore a parlare di cinema. Loro stavano con i pantaloni corti, e vedevano il papà che lavorava con Totò, con tutti i più grandi comici italiani, quindi hanno annusato cinema, lo hanno respirato e poi lo hanno rapportato nelle loro storie in maniera unica. Credo che in Italia non si fa, ma a uno come Carlo Vanzina da qualche parte un monumento ci starebbe bene.[/quote]

 

Il ricordo di Vincenzo Salemme

 

Anche Vincenzo Salemme ha ricordato Carlo Vanzina sul set, definendolo  un “Maradona” della macchina da presa.

[quote layout=”big”]Io con Carlo ho fatto otto film. Quindi si parla almeno di una decina di anni fa come prima esperienza con Carlo, e fu subito immediata, la sensazione della sicurezza. Avevi la sensazione di essere su un set ben governato. Perché Carlo dava questa sensazione non solo agli attori ma anche a tutte le maestranze. Insomma, io mi addormentavo spesso tra una scena e l’altra. Tra una scena e l’altra. Tale era il senso di pace…Carlo io lo chiamavo lo scienziato perché aveva una capacità di girare con la macchina da presa che era un po’ come la facilità che vedi in un grande calciatore come Maradona che vedi nel toccare la palla, e nel fare certe cose anche ad occhi chiusi, con la testa alta – si chiama no look, ecco lui aveva il no look nella macchina da presa, lui senza guardare sapeva già cosa sarebbe accaduto una volta montato quello che avevamo girato. Aveva una cosa, Carlo, di particolare: l’intelligenza. Era un uomo particolarmente intelligente e capace di leggere dietro le apparenze. Nonostante tutto, questa caratteristica regala alle persone che ce l’hanno una nota di pessimismo, nonostante questo lui riusciva a trovare il risvolto positivo in tutte le persone, perché aveva un grande dono, l’ironia, perché era intelligente e ironico…lui parlava o stava in silenzio e riempiva il rapporto nello stesso modo: sia con le parole che con il silenzio, che con gli sguardi. E questa caratteristica gli consentiva di vedere dietro le apparenze delle persone. Di solito questa caratteristica regala alla persona che ce l’ha una nota di pessimismo, e lui riusciva a restare ottimista anche di fronte a un eventuale buco nero.[/quote]

 

Salemme parla della commedia vista dal punto dei Vanzina e della loro capacità di raccontare un’epoca.

[quote layout=”big”]Loro hanno raccontato benissimo, proprio benissimo gli anni ’80, perché secondo me avevano una visione anni ’60 del Mondo. Insieme erano la generazione degli anni ’60 che aveva visto un’Italia che voleva rinascere, un’Italia ottimista, quindi vedere gli anni ’80 raccontati da loro, ti dava la sensazione che fosse tutto molto un pacco. Cioè che gli anni ’80 siano stati una felicità un po’ fittizia. Superficiale. E questo credo che loro lo rendessero in maniera anche un po’ graffiante e amara. Carlo ed Enrico sono riusciti a dare alla loro commedia molti colori, molti colori dell’anima, uniti – stranamente – perché i colori dell’anima sono sempre nascosti, ma uniti ad una buona capacità di raccontarli dal punto di vista dei colori, per colori intendo non solo i colori degli abiti che indossavano gli attori, ma i colori degli sguardi, tutto nel loro cinema aveva un colore molto forte. Affinché tu che lo guardavi ci potessi leggere quello che loro avevano avvertito.[/quote]

 

L’Italia di Carlo Vanzina – Nove film e uno speciale su IRIS

 

Anche IRIS ad un anno dalla scomparsa racconta e ricorda Carlo Vanzina attraverso i suoi film con la rassegna “L’Italia di Carlo Vanzina”, al via da domenica 7 luglio, con nove pellicole in onda in access, prime-time e seconda serata .

La nuova iniziativa della rete tematica Mediaset diretta da Marco Costa omaggia l’uomo e l’artista con nove film-cult (I selvaggi, Vacanze in America, Tra colonne in Cronaca, Il ritorno del Monnezza, Un’estate ai Caraibi, South Kensington, Sapore di te, Buona Giornata, I miei primi 40 anni) e uno speciale a cura della saggista e autrice Stefania Carini, che riporta le testimonianze del fratello Enrico, di Diego Abatantuono, Jerry Calà, Ezio Greggio, Vincenzo Salemme.

Carlo ed Enrico, figli del grande Steno, uno dei padri della commedia all’italiana, hanno proseguito la tradizione di famiglia dando vita ad uno stile tra i più riconoscibili del nostro cinema.

I Vanzina hanno firmato i maggiori cult degli Anni ’80 e ’90, autentici blockbuster, dominati da protagonisti griffati e arrivisti, con una serie invincibile di Cinepanettoni e Cinecocomeri.

 

«L’Italia di Carlo Vanzina» | ore 19.00 | ore 21.15 | ore 23.30

 

7 LUGLIO

“I Selvaggi”, 1995 con Ezio Greggio, Leo Gullotta, Antonello Fassari, Emilio Solfrizzi, Franco Oppini

Cinzia Leone, Monica Scattini

“Vacanze in America”, 1984 con Jerry Calà, Christian De Sica, Claudio Amendola, Antonella Interlenghi, Edwige Fenech, Gianmarco Tognazzi, Gianfranco Agus, Enzo Liberti

“Tre colonne in cronaca”, 1990 con Gian Maria Volonté, Massimo Dapporto, Sergio Castellitto, Demetra Hampton, Lucrezia Lante Della Rovere, Carlo Giuffré, Senta Berger, Tony Sperandeo, Ivano Marescotti, Maurizio Mattioli

 

8 LUGLIO

“Il ritorno del Monnezza”, 2005 con Claudio Amendola, Enzo Salvi, Kaspar Capparoni, Er Patata

“Un’estate ai Caraibi”, 2009 con Enrico Brignano, Carlo Buccirosso, Biagio Izzo, Martina Stella, Enrico Bertolino, Alena Šeredová, Paolo Conticini, Paolo Ruffini, Maurizio Mattioli, Gigi Proietti

“Speciale L’Italia di Carlo Vanzina”, di Stefania Carini

“South Kensington”, 2001 con Rupert Everett, Elle Macpherson, Enrico Brignano, Gianpaolo Morelli, Naike Rivelli, Max Pisu, Sienna Miller, Eleonora Benfatto, Paolo Jannacci, Jean-Claude Brialy

 

9 LUGLIO

“Sapore di te”, 2012 con Vincenzo Salemme, Maurizio Mattioli, Nancy Brilli, Katy Saunders, Serena Autieri, Martina Stella, Giorgio Pasotti, Fiammetta Cicogna, Paolo Conticini, Francesco Gabbani

“Buona giornata”, 2012 con Diego Abatantuono, Lino Banfi, Vincenzo Salemme, Christian De Sica, Tosca D’Aquino, Maurizio Mattioli, Teresa Mannino, Tosca D’Aquino, Paolo Conticini, Chiara Francini

“I miei primi 40 anni”, 1987 con Carol Alt, Elliott Gould, Jean Rochefort, Pierre Cosso, Capucine, Teo Teocoli, Isabel Russinova, Riccardo Garrone, Paola Quattrini, Carlo Monni, Sebastiano Somma, Giuseppe Pambieri, Martine Brochard

 

 

Vincenzo Salemme