Home Curiosità I classici di Natale del cinema italiano: perché non siamo solo cinepanettoni

I classici di Natale del cinema italiano: perché non siamo solo cinepanettoni

Tolti i cinepanettoni, nel cinema italiano, cosa ci rimane? Abbiamo provato a rispondere

pubblicato 10 Dicembre 2012 aggiornato 31 Luglio 2020 19:50

Siamo o non siamo la ‘patria’ del cinepanettone? Con le feste di Natale alle porte, e l’uscita monster di Tutto Tutto Niente Niente in 700 copie, urge un post ‘celebrativo’ riguardante il nostro cinema di stampo natalizio. Perché Aurelio DeLaurentiis a parte (da giovedì in sala con Colpi di Fulmine), la ‘nostra’ settima arte si è concessa anche tanti altri titoli ‘sul’ Natale. Tutto o quasi, ovviamente, nasce con Vacanze di Natale. E’ il 1983, e i fratelli Vanzina danno vita ad un vero e proprio genere. Quello della commedia ‘festiva’, condita dai soliti quattro ingredienti, capace di sbancare i botteghini ogni anno, per oltre 20 anni.

La ‘creatura’ ideata da De Laurentiis da’ vita ad una serie infinita di ‘copie’, brutte o belle che siano. Perché il Cinema italiano scopre la potenza del Natale in sala, con film ad hoc che lo celebrino anche sul grande schermo. Per oltre un decennio assistiamo a sfide infinite, tra la coppia De Sica/Boldi e la ricca concorrenza, interpretata a stagioni alterne da Leonardo Pieraccioni ed Aldo, Giovanni e Giacomo. Nel 2006 ci prova persino Alessandro D’Alatri, con Paolo Bonolis e il suo Commediasexi, se non fosse che la nostra cinematografia ‘natalizia’ non faccia solo e soltanto rima con ‘cinepanettoni’.

Facendo mente locale, come dimenticare L’ultimo capodanno di Marco Risi, tratto dal racconto L’ultimo capodanno dell’umanità di Niccolò Ammaniti? Protagonista ancora una non celebre Monica Bellucci, indimenticabile grazie ad un vero e proprio nudo frontale, che passò decisamente poco inosservato. Inizialmente distribuito nel marzo del 1998, il film venne ritirato dalle sale dopo solo 3 giorni per volere dello stesso regista, a causa della scarsa attenzione del pubblico, dovuta, a suo dire, al lancio sbagliato dell’opera. Per rivederlo al cinema, bisognerà attendere addirittura un anno.

Altro Natale da ridere con Benvenuti in casa Gori. Girato da Alessandro Benvenuti nel 1990, il film ruotava attorno ad un pranzo di Natale trasformato in un vero e proprio gioco al massacro in famiglia. Cinica ed originale, la pellicola venne tutt’altro che esaltata dalla stampa dell’epoca, per poi farsi ricordare ed apprezzare con il passare degli anni. Tra i protagonisti, un 25enne ed esordiente Massimo Ceccherini. Salto carpiato di genere grazie a Botte di Natale. Uscito nel 1994, il film entra nella ‘storia’ essendo stato l’ultimo dei 16 girati dalla coppia Bud Spencer & Terence Hill. Ambientazione western, sotto la neve, ed un fiume di gag vecchie e ritrite. Si chiuse qui una pagina ‘stracult’ per i suoi due protagonisti, con il box office tutt’altro che esaltato dall’atteso ritorno di coppia, 10 anni dopo Miami supercops – I poliziotti dell’ottava strada.

Grazie a Paolo Villaggio, per una volta lontano dai panni del ragionier Fantozzi, nel 1989 riscuote successo Ho vinto la lotteria di capodanno. Alla regia troviamo Neri Parenti, poi diventato 10 anni dopo ‘padre’ del cinepanettone, per una pellicola che astutamente giocò con quello che 20 anni fa era ancora un vero e proprio sogno ad occhi aperti. La Lotteria Italia. Miliardaria, e in grado di trasformare la vita del vincitore. Altri tempi, in cui a riempire le casse dello Stato erano solo e soltanto la schedina del Totocalcio, quella del Totip, e la Lotteria, per l’appunto.

E’ ancora Natale in casa Mario Monicelli grazie a Parenti Serpenti, vero e proprio gioiello del 1992. Nel cuore di Sulmona, assistiamo alla guerra famigliare che esplode all’ombra dell’Albero, per via di due anziani genitori che chiedono aiuto, nient’altro che aiuto, a figli e parenti, tra un piatto di lenticchie ed un pezzo di torrone. Cinico e spiazzante, Parenti Serpenti è forse l’ultimo film realmente riuscito del grande Monicelli, sei volte candidato all’Oscar e morto suicida il 29 novembre del 2010.

Chiudiamo infine con un altro toscanaccio del cinema italiano, Paolo Virzì, autore di Baci e abbracci. E’ la fine degli anni 90 e il regista viene dal boom di Ovosodo, tanto da cercare una facile conferma. Che non arriva del tutto. Tra equivoci più o meno scontati, una famiglia toscana accoglie in casa un ristoratore fallito, alla vigilia di Natale, credendo sia il nuovo fidanzato della figlia. Evidente l’omaggio a Trainspotting di Danny Boyle, con il poster che ricorda Ewan McGregor disteso sulle rotaie, per un titolo che chiude qui la nostra ‘carrellata’ natalizia all’italiana. Che ovviamente attende il vostro aiuto, per ampliare l’archivio storico.