Home Curiosità Black Lives Matter: poliziotti americani sfoggiano il teschio di “The Punisher” durante le proteste

Black Lives Matter: poliziotti americani sfoggiano il teschio di “The Punisher” durante le proteste

Marvel e polizia di Detroit rispondono alle polemiche sull’utilizzo dell’iconico simbolo del “Punitore”.

pubblicato 8 Giugno 2020 aggiornato 29 Luglio 2020 10:42

The Punisher alias Frank Castle non è un supereroe, il personaggio Marvel creato nel 1974 da Gerry Conway (testi), Ross Andru e John Romita Sr. (disegni) come antagonista di Spider-Man, è un vigilante, un anti-eroe brutale e violento ossessionato dalla vendetta che dopo il massacro della sua famiglia ha fatto della lotta al crimine, con qualsiasi mezzo, uno scopo di vita e morte.

Il logo di Punisher è un Totenkopf, un teschio stilizzato diventato un’icona pop stampata ovunque e purtroppo come riporta il sito io9 sfoggiata anche su alcune uniformi degli agenti di polizia americani al centro di una tempesta mediatica dopo la morte di George Floyd e alcuni atteggiamenti violenti e aggressivi, testimoniati da video, che alcuni agenti hanno tenuto contro manifestanti, senza distinzione tra pacifici e violenti.

L’utilizzo del simbolo del Punitore da parte di polizia ed esercito non è cosa nuova, in una dichiarazione rilasciata da Gerry Conway nel 2019 al sito Syfy, uno dei creatori di Frank Castle, aveva espresso già perplessità nell’utilizzo dell’iconico teschio.

[quote layout=”big”]L’anti-eroe vigilante è fondamentalmente una critica del sistema giudiziario, un esempio di fallimento sociale, quindi quando i poliziotti mettono i teschi del Punitore sulle loro auto o i membri dell’esercito indossano le patch del teschio del Punitore, sono sostanzialmente schierati con un nemico del sistema. Stanno abbracciando una mentalità fuorilegge. Che tu pensi che il Punitore sia giustificabile o meno, che tu ammiri il suo codice etico, è un fuorilegge. Lui è un criminale. La polizia non dovrebbe abbracciare un criminale come suo simbolo.[/quote]

 

Marvel dopo le polemiche sorte a seguito dell’utilizzo del simbolo di Punisher da parte di alcuni agenti di polizia di Detroit durante le proteste in corso negli Stati Uniti, ha rilasciato una dichiarazione al sito io9 dichiarando che la società sta “prendendo sul serio” l’uso senza licenza del teschio. Anche se al momento non è noto se ci saranno eventuali azioni legali, Marvel ha comunque supportato apertamente sui social media la protesta Black Lives Matter.

Anche il dipartimento di polizia di Detroit tramite un suo portavoce ha rilasciato una dichiarazione al sito io9: “Qualsiasi espressione di questo personaggio immaginario non riflette in alcun modo i valori del dipartimento di polizia di Detroit, né sarà tollerato il suo uso. Prendiamo molto sul serio la questione e stiamo prendendo provvedimenti immediati per affrontarla.”

“The Punisher” debutta al cinema nel 1989 nel film d’azione Il vendicatore (The Punisher) diretto da Mark Goldblatt, interpretato da Dolph Lundgren e con una storia che si prende troppe libertà rispetto al fumetto decretando l’insuccesso dell’operazione con un frettoloso ritiro dalle sale e ampie stroncature da parte della critica. Dopo quel flop ci vorranno quindici anni prima di rivedere Frank Castle sul grande schermo, è il 2004 e Thomas Jane riprende il ruolo del Punitore contro un John Travolta antagonista nei panni di uno spietato boss mafioso. Il film è una delusione al box-office, ma la buona reazione dei fan spinge lo studio a mettere in cantiere un sequel che verrà poi accantonato a favore di un reboot dal titolo Punisher – Zona di guerra (2008) con Ray Stevenson nei panni di Frank Castle; l’operazione è un altro fallimento e i diritti tornano alla Marvel che nel 2017 rilancia il personaggio in una serie tv reboot prodotta da Netflix, interpretata da Jon Bernthal (The Walking Dead) e impostata nell’Universo Cinematografico Marvel. Tra “Zona di Guerra” e la serie tv Netflix c’è stato anche un cortometraggio indipendente dal titolo Dirty Laundry (2012) con Thomas Jane ancora nel ruolo di Frank Castle, un ritorno che ha dato speranza per un eventuale sequel del film del 2004, ma la buona accoglienza di fan e critica non ha sortito l’effetto desiderato.

 

Fonte: Gizmodo