Home Curiosità Non Conosci Papicha: trailer italiano del film di Mounia Meddour al cinema dal 27 agosto

Non Conosci Papicha: trailer italiano del film di Mounia Meddour al cinema dal 27 agosto

“Papicha” è una ragazza che sogna di diventare stilista, ma la sua vita è sconvolta da un’ondata di fondamentalismo religioso che precipita il paese nel caos.

pubblicato 3 Agosto 2020 aggiornato 10 Settembre 2020 14:23

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Con l’attesa riapertura della stagione cinematografica, Teodora Film torna nelle sale il 27 agosto con Non Conosci Papicha di Mounia Meddour, film rivelazione dell’ultimo Festival di Cannes e successo a sorpresa al botteghino francese.

 

La trama ufficiale:

Nell’Algeria degli anni Novanta, Nedjma (soprannominata “Papicha”) studia francese all’università e sogna di diventare stilista, ma la sua vita è sconvolta da un’ondata di fondamentalismo religioso che precipita il paese nel caos. Determinata a non arrendersi al nuovo regime, Nedjma decide di organizzare con le compagne una sfilata dei suoi abiti, che diventerà il simbolo di un’indomita e drammatica battaglia per la libertà. Film d’esordio di Mounia Meddour, che ha vissuto in prima persona il decennio nero dell’Algeria, Non Conosci Papicha ha conquistato due premi César e conta su un cast straordinario di giovani attrici, tra cui la protagonista Lyna Khoudri, che sarà anche nell’attesissimo film di Wes Anderson The French Dispatch.

 

NOTE DI REGIA

Ho studiato in Algeria in un campus molto simile a quello del film e nella stessa epoca. A metà del cosiddetto “decennio nero” la mia famiglia ha deciso di lasciare il paese, anche perché mio padre, anche lui regista, aveva ricevuto diverse minacce come molti altri intellettuali. Il campus è un microcosmo che ruota attorno a Nedjma e alla sua storia di resistenza, ed è lei che ci accompagna in questo viaggio irto di insidie che svela le diverse facce della società algerina, ma che parla anche di sorellanza, di amicizia e di amore. La passione per la moda di Nedjma (soprannominata Papicha, ossia una giovane ragazza attraente e indipendente) è il simbolo di questa battaglia contro il fondamentalismo islamico, del desiderio di valorizzare il corpo femminile piuttosto che nasconderlo. E mi affascinava l’idea che per la sfilata finale Nedjma decidesse di disegnare degli haïk, le vesti bianche tradizionali algerine, molto semplici e economiche, che rappresentano alla perfezione un’idea di purezza e eleganza. È stato importante per me poter girare in Algeria, anche per inserire nel film delle scene dal taglio quasi documentaristico e quella parlata tipica, molto creativa, che unisce arabo e francese e che chiamiamo françarabe. Inoltre, il ricordo del decennio nero è ancora vivo in Algeria e per molte persone le riprese sono state un’occasione per esorcizzare quella stagione, anche solo discutendone e parlandone. [Mounia Meddour]

 

 

IL CONTESTO STORICO

 

Con Guerra civile algerina, o “decennio nero”, si intende il conflitto sorto tra il governo algerino e vari gruppi islamisti armati a partire dal 1991, un conflitto durante il quale sono state uccise oltre 150.000 persone, senza dimenticare le migliaia di esiliati e circa un milione di sfollati. Le origini degli scontri risalgono alla crisi economica della fine degli anni ’80, legata al crollo del prezzo del petrolio, quando si moltiplicarono le manifestazioni in piazza per chiedere più democrazia e migliori condizioni di vita. Il partito unico allora al governo indisse le elezioni aprendo alla competizione elettorale con nuove formazioni politiche, tra cui il Fronte Islamico della Salvezza (FIS): dopo aver vinto le elezioni amministrative nel 1990, il FIS si apprestava a sorpresa a vincere le politiche, con l’obiettivo di trasformare l’Algeria un regime islamico. La conseguenza fu la cancellazione delle elezioni e il colpo di stato di una giunta militare, che mise il FIS fuori legge: dalle sue ceneri nacquero il Movimento Islamico Armato (MIA) e il più radicale Gruppo Islamico Armato (GIA). I due gruppi iniziarono una stagione di terrore tra i civili con omicidi, rapimenti e violenze che cambiarono in profondità la società algerina e che raggiunsero il picco nel 1997, quando il GIA arrivò a sterminare interi villaggi. La fine del conflitto e la stabilizzazione del paese giunsero solo nel 1999 con l’elezione di Abdelaziz Bouteflika e l’amnistia per molti terroristi del GIA, così come per i militari che avevano risposto alla violenza con ulteriore violenza. Bouteflika è rimasto in carica fino al 2019, quando il profondo scontento popolare e l’abbandono dell’appoggio dell’esercito lo hanno spinto infine a dimettersi.

 

La regista Mounia Meddour, nata e cresciuta in Algeria, all’età di 18 anni si trasferisce in Francia con la famiglia a causa delle minacce di morte ricevute dal padre, il regista Azzedine Meddour, durante la guerra civile algerina. Dopo la laurea in giornalismo, studia regia cinematografica al Centre européen de formation à la production de films (CEFPF) e alla prestigiosa Fémis a Parigi. Lavora inizialmente come documentarista, firmando tra gli altri Cinéma algérien, un nouveau souffle, e nel 2011 gira il suo primo cortometraggio di finzione, Edwige, che vince l’UniFrance Short Film Award e viene presentato con successo in numerosi festival internazionali. Non Conosci Papicha è il suo esordio nel lungometraggio ed è stato accolto con entusiasmo all’ultimo Festival di Cannes, nella sezione Un Certain Regard. Malgrado il successo ottenuto dal film in Francia, dove Meddour ha ricevuto anche il premio César come regista esordiente, il film risulta tuttora bandito in Algeria per motivi mai chiariti ufficialmente.