Home Curiosità Roubaix, une lumière: trailer italiano del film di Arnaud Desplechin (Al cinema dal 1° ottobre)

Roubaix, une lumière: trailer italiano del film di Arnaud Desplechin (Al cinema dal 1° ottobre)

Dopo la tappa a Cannes 2019 il noir poiliziesco di Arnaud Desplechin arriverà nei cinema italiani il 1° ottobre.

pubblicato 1 Settembre 2020 aggiornato 20 Settembre 2020 15:22

[Per visionare il trailer clicca sull’immagine in alto]

 

No.Mad Entertainment ha reso disponibile un trailer italiano di Roubaix, une lumiere (Oh Mercy!), un poliziesco a tinte noir di produzione francese ispirato ad un caso di cronaca nera realmente accaduto. Il film diretto da Arnaud Desplechin (Racconto di Natale, Jimmy P., I fantasmi d’Ismael) dopo la tappa in concorso a Cannes 2019 arriverà nei cinema italiani il prossimo 1° ottobre.

La trama ufficiale:

Roubaix, la notte di Natale. Il commissario Daoud (Roschdy Zem) è di pattuglia per le strade della città dove è cresciuto. Al suo fianco c’è Louis Cotterel, agente giovane e inesperto appena uscito dall’accademia di polizia. Daoud e Louis sono chiamati a indagare sull’omicidio di una vecchia donna: le indiziate del delitto sono Claude (Léa Seydoux) e Marie (Sara Forestier), le due giovani vicine dell’anziana.

Il cast è completato da Antoine Reinartz, Sébastien Delbaere, Elléonore Lemattre, Roxane Dubart, Antoni Mignon, Christophe Hennart, Christophe Filbien, Chloé Simoneau, Delphine Parent, Ousmane Kébé, Mamadou Coulibaly, Betty Cartoux e Damien Giloteaux.

Considerato la quintessenza del cinema d’autore francese, Desplechin si cimenta, per la prima volta, con il reale e con un genere che non gli è familiare, come il polar. A fare da sfondo e ispirazione alla storia, la sua città natale, ritratta nel malore di una profonda decadenza economica. Partendo da un fatto di cronaca, ben raccontato da uno sconvolgente documentario di Mosco Boucault per France 3, Desplechin realizza un thriller sociale teso, febbrile e spirituale, animato dall’intensità teatrale dei suoi protagonisti. Convinto che la finzione guadagni a essere uno specchio di indagine di quell’enigma che è il reale, il cineasta crea un noir che trascende elegantemente le strutture di genere per scandagliare gli abissi dell’essere umano e la miseria del mondo di oggi. “Per la prima e unica volta nella mia vita – spiega il regista – ho solidarizzato con due criminali: ho voluto riconsiderare le parole crude delle vittime e delle colpevoli come la più pura delle poesie”.

 

NOTE DI REGIA

 

Come indica il prologo della sceneggiatura: non ho voluto lasciare nulla all’immaginazione, inventare nulla, ma ho voluto rielaborare delle immagini viste in televisione dieci anni fa e che da allora mi hanno perseguitato. Perché non ho mai potuto dimenticare queste immagini? Perché solitamente, riesco a identificarmi solo con le vittime. Non mi piacciono troppo i carnefici. E per la prima e unica volta nella mia vita, in due criminali ho scoperto due sorelle. Ho voluto considerare le crude parole delle vittime e dei colpevoli come la più pura poesia che esista. L’ho considerato come un materiale sacro, cioè: un testo che non finiremo mai d’interpretare. Come spettatore, ho le vertigini di fronte alla colpevolezza e all’ ingenuità di queste due assassine. Un solo film è stata la mia guida cinematografica: Il ladro di Hitchcock. Una notizia restituita alla sua brutalità, alla sua nudità e al suo enigma. L’enigma della verità. Sappiamo come Hitchcock abbia spinto la sua ossessione per il realismo fino al punto di filmare negli stessi luoghi degli eventi e usando i testimoni nei loro propri ruoli. [Arnaud Desplechin]