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Tenet, John David Washington spera in un sequel

Al protagonista di Tenet l’idea di un sequel non dispiace affatto, sebbene non abbia idea di come la pensi Nolan a riguardo

pubblicato 22 Settembre 2020 aggiornato 23 Settembre 2020 20:45

Considerati che due dei maggiori mercati, New York e Los Angeles, sono chiusi, Tenet non sta nemmeno andando poi così male al botteghino. Tuttavia le ragioni per cui a John David Washington non dispiacerebbe affatto l’idea di un sequel sono altre, alcune di queste anche abbastanza personali – sul set pare si sia divertito parecchio ed abbia avuto modo di sviluppare un ottimo rapporto con Christopher Nolan (via IW).

Ad ogni modo, questo è il punto in cui tocca concedersi qualche rischio e sconfinare nello spoiler; inevitabile, dato che Washington coglie proprio nel finale di Tenet quello spiraglio che consente anche solo d’ipotizzare la fattibilità di un seguito. Vi abbiamo avvisati. Sul finire si scopre infatti che il personaggio di Washington e quello di Robert Pattinson si conosceranno nel futuro, diventando grandi amici. Per il primo si tratta di eventi che devono ancora accadere, mentre il secondo li ha già vissuti, avendo lui stesso navigato a ritroso nel tempo per sventare il piano di Sator (Kenneth Branagh).

A corroborare l’idea c’è questa teoria emersa dopo l’uscita del film, secondo cui il figlio di Kat (Elizabeth Debicki), che quest’ultima vuole salvare dal marito, in realtà potrebbe essere proprio Neil, ossia Robert Pattinson. Che sia una congettura o meno, Washington si è detto all’oscuro della cosa, sebbene il tutto gli piaccia o lo stuzzichi parecchio.

A parere di chi scrive, un progetto come Tenet si regge proprio su questi spiragli, dunque sulla capacità di alimentare visioni e versioni magari del tutto infondate ma il cui gioco si rivela parte integrante dell’esperienza. Non credo che Nolan sia contrario a priori ai sequel, sebbene la saga del Cavaliere Oscuro rappresenti un progetto di tutt’altro tipo, ma storie come queste sono convinto vengano concepite per essere autoconclusive. Immaginate se fosse stato girato un sequel d’Inception in cui venisse stabilito con certezza se il Totem di Cobb alla fine smette di girare oppure no; beh, il principio grossomodo è lo stesso.