Home Curiosità Stasera in tv: La maschera di ferro su Canale 5, trama e critica del film con DiCaprio

Stasera in tv: La maschera di ferro su Canale 5, trama e critica del film con DiCaprio

Un film di cappa e spada con un doppio DiCaprio, allora giovane star lanciata dal successo di Titanic.

pubblicato 14 Aprile 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 15:49

UPDATE: il film in programma è stato sostituito con Derailed – Attrazione letale.

Se Alexander Dumas fosse nato nel ‘900, probabilmente avrebbe fatto lo sceneggiatore e non il romanziere: La Maschera di ferro, in onda su Canale 5 alle 21.30, è infatti ben il sesto riadattamento cinematografico del celebre personaggio tratto da Il visconte di Bragellonne, romanzo che conclude la trilogia de I Moschettieri. Gli ingredienti per un ottimo film erano infatti già tutti presenti nel libro: ambientazione storica opulenta e raffinata (la Francia del Re Sole), un sovrano crudele, un gemello segreto e giovani spadaccini senza paura al servizio della patria. Il film del 1998, diretto da Randall Wallace e che comprende un cast di sconfinati talenti, da DiCaprio a John Malkovich, passando per Jeremy Irons e Gerard Depardieu, non ha certo cambiato la storia del cinema, ma consente comunque di trascorrere piacevolmente un paio d’ore, nonostante un diffuso senso di pochezza che pervade lo spettatore attento una volta giunti ai titoli di coda.

Cast e personaggi:

Leonardo DiCaprio: Re Luigi XIV / Filippo
Gabriel Byrne: Charles d’Artagnan
Jeremy Irons: Aramis de Vannes
John Malkovich: Athos de Bragelonne
Gérard Depardieu: Porthos du Vallon
Anne Parillaud: Anna d’Austria
Judith Godreche: Christine Bellefort
Peter Sarsgaard: Raoul de Bragelonne
Edward Atterton: Tenente André
Hugh Laurie: Consigliere del re

Trama

Nella Francia della seconda metà del ‘600, Re Luigi XIV di Borbone, il Re Sole, governa con pugno di ferro, schiacciando sul nascere ogni presunta congiura che possa minimamente intaccare il suo potere assoluto. Tra i nemici dello stato anche i gesuiti, accusati di complottare contro il sovrano per migliorare (orrore!) le condizioni miserevoli in cui versa la plebaglia. Il Re incarica Aramis fedele ex moschettiere, di indagare e scoprire chi sia a capo della conventicola senza sapere che lo stesso Aramis è il generale dei gesuiti: assieme agli inseparabili, Athos e Porthos il vecchio spadaccino ordisce un piano per sostituire il Re crudele con un misterioso gemello, imprigionato e dal volto nascosto da una maschera di ferro. Un piano quasi impossibile da eseguire e reso ancora più arduo dall’iniziale rifiuto di D’Artagnan, capo dei moschettieri e fedele al giuramento fatto al Re, di partecipare alla congiura…

Critica

La domanda da porsi è: era veramente necessario l’ennesimo film sui moschettieri? Bisogna infatti ricordare che oltre alle succitate cinque versioni del romanzo de Il visconte di Bragellonne esistono circa una ventina di film sull’argomento (di cui un paio anche d’animazione) e che la storia iniziava a essere piuttosto inflazionata. Aggiungiamo anche che all’epoca il protagonista DiCaprio non era nemmeno 25enne e la sua intensità attoriale era ben lungi da quella con cui ci ha superbamente abituato nella maturità artistica.
Un grande cast e la ricchezza delle scenografie rendono comunque godibile un polpettone dal finale scontato senza grosse pretese storiografiche. Su Irons, Depardieu, Malkovich e Gabriel Byrne c’è ben poco da obiettare, già all’epoca erano tutti professionisti consumati e in grado di risollevare le sorti di un film che, senza il loro supporto e la megaproduzione alle spalle, avrebbe sfiorato un livello da soap opera.

Curiosità ed errori

Non era la prima volta che Jeremy Irons recitava la parte del gesuita, nel 1986 era stato infatti Padre Gabriel nel monumentale The Mission.
Il film è ambientato nel 1662, ma la guerra contro gli olandesi cui DiCaprio fa riferimento nel film, sarebbe stata combattuta solo dieci anni dopo.
Il Re Sole, nel film nemmeno 30enne, ha in camera un ritratto di se stesso 50enne.
Nel film non viene mai mostrato uno scorcio del Louvre, residenza per gran parte della vita di Luigi XIV, che si sarebbe trasferito a Versaille solo da anziano, quando la reggia venne completata.