Home Festival di Cannes Dietro i candelabri: recensione in anteprima del film di Steven Soderbergh

Dietro i candelabri: recensione in anteprima del film di Steven Soderbergh

Sorprendente Steven Soderbergh: col suo ultimo Behind the Candelabra, il regista firma un film veloce, intelligente e lineare, con due grandi interpretazioni di Michael Douglas e Matt Damon. Ma sotto la superficie camp e kitsch, Soderbergh racconta una storia tormentata. Forse è addirittura il suo film più oscuro. In concorso al Festival di Cannes 2013: ecco la nostra recensione.

pubblicato 21 Maggio 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 14:42

Nell’estate 1977, il bellissimo e giovane Scott Thorson entrò nel camerino di Liberace e, nonostante la differenza d’età e i loro mondi all’apparenza diversi, i due iniziarono una relazione segreta durata 5 anni. Per tutti Scott era un dipendente, al massimo un amico, ma in realtà la sua vita con Liberace era una giostra di divertimenti, stravaganza ed eccessi.

L’ultimo film di Steven Soderbergh approda in concorso al Festival di Cannes 2013, per lo stupore di molti. Ma come, un film di produzione HBO, quindi destinato alla cable tv americana, in corsa per la Palma d’oro? Sfatiamo subito un mito ancora troppo in voga anche fra la stampa: prodotto HBO non significa prodotto tv. Per dire: Elephant (Palma d’oro 2003) è un prodotto HBO, ma sarebbe televisione? La differenza la fa la distribuzione, tutto qua.

Fremaux quindi ha preso la palla al balzo e non c’ha pensato due volte prima di accettare in concorso Behind the Candelabra, che segna l’addio alla regia del regista. Anche qui c’è da aprire una parentesi: Soderbergh annuncia ogni due per tre il suo ritiro dal cinema, e poi sforna uno o due film l’anno. Durante la conferenza stampa sulla Croisette ha confermato che si prenderà un periodo di pausa, il che non significa che non girerà mai più pellicole.

La critica americana – e non solo – lo venera, e per ora lo saluta con tristezza nella speranza che ritorni con una pellicola il prima possibile. Soderbergh è un regista che affascina la stampa per come riesci a muoversi fra due mondi in maniera del tutto naturale, tra Hollywood ed indipendenza. Behind the Candelabra a questo proposito ha scatenato subito una polemica contro il sistema delle major, che non hanno voluto produrre il film perché lo riteneva (parole del regista) “troppo gay”.

La soluzione è stata quella di rivolgersi proprio alla HBO, capace spesso di tirar fuori il budget necessario per progetti personali e “a rischio”, come nel caso del film di Van Sant. Il risultato? Toh: uno dei migliori film di Soderbergh. Che, forse con in mente anche il pubblico televisivo, si libera da molti orpelli autoriali – soprattutto quelli degli ultimi film – e dirige un film lineare, secco, molto divertente e persino toccante, ma non per questo privo di sottotesti coraggiosi e stimolanti.

Behind the Candelabra ci racconta la parabola di una storia d’amore nascosta dietro le luci dei grandi candelabri posti sopra il mitico pianoforte di Liberace, vero showman capace di intrattere le masse con un’aria camp che però, all’epoca, non associava le persone all’onosessualità. “Pensavo la maggior parte del pubblico fosse gay”, dice Scott al suo ragazzo che lo porta a vedere il suo primo spettacolo del pianista. “Ma non hanno idea che sia gay!”, gli risponde, lasciando Scott a bocca aperta.


Quello che piaceva a tutti di Liberace era la capacità di stupire ed intrattenere, mentre lui seminava quà e là pillole a doppio senso che in pochi coglievano (“Mi piace far passare del bel tempo alla gente”). Liberace ci teneva a non far sapere al mondo di essere omosessuale, e quindi chiese a Scott di mantenere il segreto. Dall’altra parte, non solo Scott gli dichiarava di essere bisex, ma non voleva mai essere bottom, perché il solo pensare di poterlo essere “lo ripugnava”…

Inizia con le luci, la sregolatezza, i fiumi di champagne e il buon sesso Behind the Candelabra, che però pian piano si “trasforma” assieme alla storia che racconta: e da quando Liberace decide di regalare all’amante delle sedute di chirurgia plastica dal Dr. Jack Startz (un pazzesco Rob Lowe) tutto inizia a prendere una piega che va sempre più giù. Fino alla rottura, fino alla lotta e ai litigi, fino a che Liberace non si stufa del suo toyboy e se ne prende un altro.

Soderbergh, su sceneggiatura di Richard LaGravenese, compie un piccolo grande miracolo di equilibrio: nel senso che il suo film è appetibile per tutti, in quanto viaggia veloce, spedito come un treno, e non ha mai un attimo di cedimento. In più pare un mèlo kitsch: ma sotto la bella confezione si nasconde un cuore di tenebra che mette un po’ paura. Behind the Candelabra è a tutti gli effetti il film più oscuro del regista, molto più dei superficiali Contagion ed Effetti collaterali.

Ma il pubblico queer non ne leggerà le inquietudini che strisciano sottopelle, perché come tutto il resto degli spettatori godrà semplicemente nel vedere un bel film. Però l’opera racconta anche ciò che si nascondeva “dietro ai candelabri” e all’apparenza festaiola, ed introduce ad un certo punto l’arrivo di un periodo buio in cui camp e queerness furono colpiti da una malattia che venne associata ai gay per anni. Su tutto questo, Soderbergh riesce a costruire un discorso davvero interessante sulla ricerca della perfezione e dell’amore, che passa e viene travolto dagli eventi e dal “momento”.

Michael Douglas regala una bellissima e mimetica interpretazione di Liberace, tutto voce stridula, lustrini ed insicurezza, sempre alla ricerca della perfetta (soprattutto dal punto di vista estetico) anima gemella. Gli tiene testa benissimo Matt Damon, che ringiovanisce di anni, mette su muscoli e risulta essere il vero protagonista di questa storia colorata, tormentata, più dolorosa di quel che si poteva pensare, e che segna la pausa di riflessione del regista proprio sul più bello. Non avrei mai pensato di dirlo, son sincero, ma se Behind the Candelabra ha questo risultato… Steven, non fermarti e fanne altri.

Voto di Gabriele: 8

Behind the Candelabra (Usa 2013, biopic 118′) di Steven Soderbergh; con Michael Douglas, Matt Damon, Rob Lowe, Dan Aykroyd, Debbie Reynolds, Boyd Holbrook, Scott Bakula, Paul Reiser, Nicky Katt, Cheyenne Jackson. Qui il trailer.

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