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Astro Boy sorprende al Festival del cinema di Roma

Una proiezione per pochi intimi. Prima stampa semi deserta per Astro Boy al Festival Internazionale del film di Roma, vista la concomitanza con un’altra anteprima particolarmente attesa, ovvero Parnassus di Terry Gilliam. Due titoli simili programmati alla stessa ora? Decisione inspiegabile, visto che nei prossimi giorni, ad esempio mercoledì e giovedì, di anteprime per la

pubblicato 18 Ottobre 2009 aggiornato 2 Agosto 2020 09:21

Una proiezione per pochi intimi. Prima stampa semi deserta per Astro Boy al Festival Internazionale del film di Roma, vista la concomitanza con un’altra anteprima particolarmente attesa, ovvero Parnassus di Terry Gilliam. Due titoli simili programmati alla stessa ora? Decisione inspiegabile, visto che nei prossimi giorni, ad esempio mercoledì e giovedì, di anteprime per la stampa ce ne saranno pochissime. Fortunatamente il sottoscritto non ha avuto problemi avendo già visto Parnassus giorni fa, in caso contrario sarei andato a cercare la Detassis.

Scherzi a parte, un’altra sorpresa è piovuta dal cielo da parte della proiezione stessa. Il film, infatti, è stato incredibilmente presentato doppiato in italiano! Niente lingua originale con sottotitoli, ma Silvio Muccino, Carolina Crescentini ed il Trio Medusa a sostituire le voci originali. Stupore (ed arrabbiature, mai vista una cosa simile al Festival) a parte, c’è da dire che il doppiaggio si salva. Silvio Muccino non sembra Silvio Muccino, risultando assolutamente credibile, così come la Crescentini ed il Trio Medusa, a conti fatti buonissimi nel doppiare i tre robot rivoluzionari. Il sottoscritto temeva la scelta, ma si è dovuto ricredere.

Così come mi son dovuto ricredere sullo stesso film, decisamente godibile, avvincente, con spunti originali ed una buona regia, firmata David Bowers. L’animazione della Imagi è lontana anni luce dai capolavori Pixar o dai successi della Dreamworks, ma questo Pinocchio del futuro conquista, diverte e commuove, grazie ad uno script che strizza l’occhio ai più piccoli, scritto da Timothy Harris, e ad un coinvolgente tema musicale. Diverse le libertà prese nei confronti dello storico manga creato nel 1951 da Osamu Tezuka, ma mai fastidiose e comunque attinenti alla storia, ovviamente attualizzata e lontanamente paragonabile al futuro devastato dai rifiuti di Wall-E (che a sua volta aveva strizzato l’occhio al classico di Tezuka). Non ci ritroviamo dinanzi ad un gioiello, ma nemmeno di fronte al temuto disastro/insulto allo storico manga/anime giapponese. Aspettando la recensione in anteprima, e ricordandovi l’uscita in sala datata 18 dicembre, possiamo quindi tirare un sospiro di sollievo. Astro Boy, almeno per i pochissimi intimi presenti (o almeno per il sottoscritto), ha stupito in positivo. Colpa dell’effettiva qualità della pellicola o dell’evidente timore iniziale? Questa sì che è una bella domanda. Meglio pensarci a mente fredda…

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