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Tutti al Mare: recensione in anteprima

Tutti al Mare (Ita, 2011) di Matteo Cerami; con Marco Giallini, Ilaria Occhini, Vincenzo Cerami, Anna Bonaiuto, Libero de Rienzo, Francesco Montanari, Ambra Angiolini, Claudia Zanella, Franco Pistoni, Sergio Fiorentini, Elena Radonicich, Giorgio Gobbi, Rodolfo Laganà, Ninetto Davoli, Ennio Fantastichini, Luigi ProiettiSono passati 35 anni da quando Sergio Citti, “5° Re di Roma”, portava in

pubblicato 8 Marzo 2011 aggiornato 1 Agosto 2020 14:29

Tutti al Mare (Ita, 2011) di Matteo Cerami; con Marco Giallini, Ilaria Occhini, Vincenzo Cerami, Anna Bonaiuto, Libero de Rienzo, Francesco Montanari, Ambra Angiolini, Claudia Zanella, Franco Pistoni, Sergio Fiorentini, Elena Radonicich, Giorgio Gobbi, Rodolfo Laganà, Ninetto Davoli, Ennio Fantastichini, Luigi Proietti

Sono passati 35 anni da quando Sergio Citti, “5° Re di Roma”, portava in sala Il Casotto. Sbirciando dal buco della serratura di una cabina tra le dune di Castelporziano il regista raccontava e portava in sala uno spaccato d’Italia. Una visione amara, cinica, a tratti surreale, ed estremamente ironica e divertente. Un film sbertucciato dalla critica di un tempo ma negli anni diventato di culto, grazie a scene indimenticabili e ad un cast mostruoso, che andava da Catherine Deneuve ad una giovanissima Jodie Foster, senza dimenticare Gigi Proietti, Ninetto Davoli, Ugo Tognazzi, Michele Placido e Mariangela Melato.

Oggi, a riportare quella stessa spiaggia in sala è Matteo Cerami, figlio di quel Vincenzo sceneggiatore del titolo originale, con Tutti al Mare. Un ‘sequel’ non ufficiale, ‘agorafobico e non claustrofobico’ come il film del 77, che ridisegna l’Italia di oggi, raccontata attraverso bagnanti tanto diversi quanto complessi, disorientati e smarriti, tra battute fulminanti e scene surreali, alternate a momenti di stanca, ripetitivi, forzati e decisamente eccessivi, tanto da convincere ma non del tutto.

Maurizio ogni mattina apre il suo chiosco sul litorale laziale. Ad accompagnarlo l’immancabile mamma sulla sedia a rotelle, da accudire e seguire passo passo. Un chiosco, quello di Maurizio, a tratti abusivo, con carabinieri, poliziotti e finanzieri che chiudono sempre un occhio, dinanzi ad una sdraio o ad un piatto di spaghetti con le vongole ‘gentilmente omaggiati dalla casa’, mentre sul bagnasciuga sfilano i bagnanti più improbabili. Il ‘parente’ smemorato e cleptomane, la coppia lesbica in crisi ‘omogenitoriale’, topi incerottati e cavalli dai capelli lunghi, gli amici con corna al seguito, il nonno nostalgico delle guerre di un tempo, l’omosessuale con tanto di pappagallo, la diva televisiva, quello che porta sfiga, “il suicida” e tante altre ‘entità’, che compaiono dal nulla al mattino per poi scomparire con l’arrivo della notte, lasciandosi le onde del mare alle spalle…

Idea interessante quella dei Cerami, Matteo e Vincenzo, nel riportare in sala un ‘Casotto’ aggiornato, figlio dei nostri tempi. E’ così uscita fuori una commedia amara, corale, vecchio stampo, di quelle che divertono lasciando l’amaro in bocca, facendo anche riflettere. Se il tocco del Cerami Senior non si sente solo in fase di scrittura, interpretando anche uno dei personaggi del film, il figlio Vincenzo si lascia spesso andare a momenti interessanti, alternati ad altri particolarmente gratuiti, stranamente ‘salvati’ in fase di montaggio e figli di una palese ed evidente inesperienza.

Modellando un film maledettamente corale, ci sono personaggi che funzionano meglio di altri. Se Marco Giallini , nei panni di un menefreghista mammone emblema dell’italiano medio che spaccia il concetto di democrazia con il ‘qui famo come ce pare’ è ormai una garanzia, appare semplicemente gratuita la comparsata di Ennio Fantastichini, ‘salvato’ da un’uscita di scena folle e per questo promossa, mentre nulla si può dire ad attrici del calibro di Ilaria Occhini ed Anna Bonaiuto, anche se quest’ultima appare quasi ‘sprecata’, affiancate da un’Ambra Angiolini costretta a vestire i panni di una ‘lesbica’ malamente disegnata. Se fa un enorme piacere rivedere in sala Libero De Rienzo, promessa di un tempo del Cinema italiano persasi negli anni, discorso a parte meriterebbe il solito straordinario Gigi Proietti, autentico mattatore ogni qualvolta prende parola. Il perché il cinema nostrano non riesca a costruire un film che ruoti solo e soltanto attorno a lui, e che possibilmente vada oltre le ultime deludenti vanzinate, resta un mistero. Da sottolineare infine le simpatiche e piacevoli ‘comparsate’ lampo di Rodolfo Laganà e Valerio Mastandrea.

Operazione nostalgica letteralmente ‘buttata’ in sala, in un periodo palesemente errato, Tutti al Mare è esattamente come uno dei pesci ‘surgelati’ e ‘pescati’ in mare da Ninetto Davoli, ovvero double-face. Da una parte rischiosa e coraggiosa, a tratti scritta con cura e ben interpretata, dall’altra sconnessa, eccessivamente zoppicante, ripetitiva e forzatamente socio-antropologica, nel voler leggere ed interpretare l’Italie e gli italiani di oggi. Ma nel suo complesso incuriosisce, anche perché lontana anni luce dalle commedie nostrane di oggi, meritando fiducia.

Uscita in Sala: 11 marzo 2011
Qui il trailer italiano
Voto Federico: 6+