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Giffoni Film Festival 2013, i vicedirettori a Cineblog: “Al cinema italiano mancano coraggio e autori capaci di raccontare bene i giovani”

Al di là delle difficoltà economiche, il cinema italiano non ha mai particolarmente coltivato il settore kids e teen. E le fiction tv non si spostano troppo dai binari del politicamente corretto.

pubblicato 18 Luglio 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 11:55

Mentre fervono gli ultimi preparativi per il Giffoni Film Festival 2013, al via domani 19 luglio – dopo un’anteprima all’insegna dei Pirati dei Caraibi al via oggi pomeriggioCineblog ha intervistato i vicedirettori artistici Antonia Grimaldi e Manlio Castagna, da anni al fianco dell’ideatore e Direttore Artistico Claudio Gubitosi, da cui tutto è nato ben 43 anni fa.
Mentre Manlio è arrivato a Giffoni ormai 14 anni fa sull’onda lunga delle sue esperienze di (giovanissimo) regista e sceneggiatore, Antonia è cresciuta con il Festival, di cui è stata prima giurata, poi volontaria, quindi membro stabile di un’organizzazione che lavora 365 giorni l’anno. E non è un modo di dire.

Con loro abbiamo scherzato, lanciandoci in una ‘pseudo’ intervista doppia ‘stile Iene’ (che gli Dei della tv mi/ci perdonino) per raccontare velocemente qualcosa di questo Festival ormai alle porte e anche per qualche rapida considerazione sullo stato della produzione cinematografica nel settore della kids e teen fiction (le osservazioni sulla tv le trovate ovviamente su TvBlog). Argomento ovviamente vastissimo che a Giffoni tiene banco tutto l’anno: non si poteva che partire da qui per raccontare il lavoro del Festival. Un lavoro che ha nella selezione dei film il suo momento fondativo ed essenziale, che guarda a contenuti considerati solitamente ‘tabù’ – dall’eutanasia all’omosessualità – attraverso le storie di ‘coetanei’ che non devono turbare, ma far riflettere e spingere all’immedesimazione. E se si tiene conto anche delle varie confessioni religiose che si incrociano nelle varie sezioni, la difficoltà di costruire una selezione di film che copra sei sezioni (Elements +3, +6, +10; Generator +13, +16, +18) più le Masterclass si manifesta in tutte le sue sfaccettature. Con 150 film in programma, tra corto e lungometraggi, potete farvi un’idea del lavoro di selezione (portato avanti anche da Luca Apolito e Gianvincenzo Nastasi). Ma veniamo all’intervista con Antonia Grimaldi e Manlio Castagna.

Siamo alla vigilia del Festival del cinema per Ragazzi: quali sono i temi trend della tua selezione 2013?

Manlio (Generator +13): I temi più interessanti e più importanti sono sicuramente quelli che hanno a che fare con il bullismo, con l’integrazione sociale, con la difficoltà che hanno certi ragazzi di vivere la propria adolescenza con serenità.

Antonia (Elements): Per la sezione +3, sicuramente il tema trend è “che mondo sarebbe senza dei simpatici animaletti in giro quindi facciamoli sopravvivere”. Temi, dunque, vicini alla salvaguardia dell’ambiente e alla tutela degli animali declinati nelle forme leggere dei cortometraggi d’animazione. Per + 6 un tema sempre presente è quello dell’amicizia e delle forti relazioni che si creano tra i bambini, ma anche la loro capacità di interagire con gli adulti cercando, e finendo, per aiutarli. Della sezione +10 mi piace sottolineare la varietà dei temi, la diversità delle provenienze, film che vengono da Paesi diversi che raccontano storie diverse…

Che in fondo è proprio quello che accade a Giffoni, non solo dentro al cinema, ma anche sulle scale della cittadella, nel Parco Hollywood e nei vari luoghi della città con migliaia di ragazzi che si raccontano la propria vita. Ok, sto facendo la fine di Nonno Libero, vado avanti.

I tre film da non perdere del GFF 2013.

Manlio: Sicuramente “The Inevitable Defeat of Mister and Pete” [(USA, 2012, di George Tillman Jr.)], “Touch of the light” [(Cina, 2012) di Chang Jung-Chi, prodotto da Wong Kar Way] e “Regret!” [(Paesi Bassi, 2013), di Dave Schram].

Antonia: Sicuramente per +6 “A horse on the balcony” [(Austria, 2012, di Hüseyin Tabak)], perché è molto particolare; per +10 “Horizon Beautiful” [(Etiopia/Svizzera, 2013) di Stefan Jäger] e fuori concorso “Pororo” [(Corea del Sud, 2013)].

Film che vengono da Corea, Cina, Etiopia, Usa… L’Italia, invece, è fanalino di coda nella produzione e diffusione di titoli kids e teen al cinema. Perché da noi non ‘sfonda’ il cinema kids?

Antonia: Da noi non ci sono grossi tentativi nel genere. Se si sfoglia bene la nostra selezione, soprattutto nelle sezioni dei bambini, si scoprono degli ottimi prodotti, ma che potremmo fare anche noi, senza nulla togliere a nessuno. Il problema è che pare sia più conveniente e tranquillizzante non rischiare e puntare sulla distribuzione di prodotti stranieri che nei Paesi d’origine hanno già garantito dei risultati. Forse quello che manca in Italia al momento rispetto al cinema per ragazzi è un atto di coraggio, cosa che per esempio in Germania stanno facendo e dove sono nate produzioni specializzate nel cinema per ragazzi, che voi vengono puntualmente acquistati dalle nostre televisioni.

Oltre la Germania quali sono i paesi più spregiudicati nel costruzione e nella produzione di film per ragazzi?

Antonia: Sicuramente i Paesi del Nord Europa, per questioni culturali e per l’esigenza, ci rendiamo conto, di raccontare, come stanno facendo bene da oltre trent’anni, la parte più oscura dell’infanzia e dell’adolescenza. Per cui film molto forti che raccontano in maniera anche molto dura temi come il bullismo, storie di ragazzi che si ribellano al mondo degli adulti anche in maniera violenta. Se parliamo poi di Paesi che producono molto e con buoni risultati commerciali, molto interessante è l’Olanda.

Dai tempi de I ragazzi del muretto, passando anche per i film di Moccia e arrivando a I Liceali, cosa manca in Italia nel racconto dei teenagers, sia al cinema che in tv?

Manlio: Manca molto, mancano i giovani che sappiano parlare bene dei giovani. Ma ci sono anche delle belle trovate cinematografiche: penso a Scialla, film che trovo molto interessante nel racconto del rapporto tra genitori e figli.

Qual è il film del GFF che secondo te meglio rappresenta il Festival?

Manlio: Io di Giffoni non conosco tutta la storia essendo arrivato ‘solo’ 14 anni fa. Sicuramente posso dirti quale film ha emozionato di più i ragazzi in sala in questi anni ed è stato  un film messicano, “Innocent Voices” [Messico/USA/Porto Rico, 2004, di Luis Mandoki], un film straordinario sull’infanzia negata, distrutta e anche ‘depravata’ dai narcotrafficanti messicani.

Antonia: Il ‘mio’ film ‘Giffoni’, è “Frida – Straight From the Heart”, della norvegese Berit Nesheim che vinse l’edizione 1992. Attualissimo ancora oggi.

E se qualcuno di voi ha partecipato al GFF negli scorsi anno può dirci qual è il film che più di altri incarna ancora l’idea del Festival di Giffoni. E magari può raccontarci la propria personale Giffoni Experience

Ad Antonia e Manlio, e a tutto il Festival di Giffoni, il nostro in bocca al lupo.