Home Recensioni Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo 2 – Il mare dei Mostri, recensione primi 45 minuti in anteprima al GFF 2013

Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo 2 – Il mare dei Mostri, recensione primi 45 minuti in anteprima al GFF 2013

Ha tutti gli ingredienti della teen fiction politically correct, ma pecca sugli effetti speciali e per alcuni ‘dejà-vu’ che, al momento, ‘frenano l’emozione’. Ma andrà rivisto per bene, e di fila, in sala, dal 12 settembre.

pubblicato 26 Luglio 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 11:40

Il secondo capitolo di Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo, Il mare dei Mostri (trailer e locandine) diretto da Thor Freudenthal è stato presentato in anteprima al Giffoni Film Festival 2013 alla presenza dei due protagonisti, Logan Lerman e Alexandra Daddario, che hanno infiammato la platea di giurati e di fans arrivati per incrociarli sul Blue Carpet.

Del secondo capitolo della saga nata dalla fantasia di Rick Riordan, la Fox – 20th Century Fox – che ha acquistato i diritti di tutti e cinque il libri – ha fatto assaggiare al pubblico i primi 45′ che racchiudono tutti gli ingredienti del film e ne delineano la missione. Si imbastiscono i rapporti, si delinea la nuova sfida, si introducono i nuovi personaggi, come il Dioniso interpretato da Stanley Tucci, condannato a un supplizio ‘tantalico’ (Zeus gli trasforma il vino in acqua), che serve anche a fare da contrappunto leggero alla narrazione.

“I cristiani ne hanno uno che fa la magia inversa… quello sì che è un Dio”,

scherza Dioniso. E la citazione evangelica è abbastanza chiara.

In poche scene si delineano i protagonisti e si danno, anche ai più sprovveduti, le coordinate per muoversi nel mondo di Percy: basta il gioco della torre per presentare il protagonista, la sua compagnia e le peculiarità di ciascuno: sempre pronto ad anteporre il bene degli altri al proprio, Percy si ritrova (ancora) sconfitto dalla wonder woman del Campo dei Mezzosangue, Clarissa; una superiorità perfettamente politically correct che però ‘tradisce’ la necessità, anche nella narrativa teen occidentale, di rimarcare ancora la parità dei sessi. Il dato, evidentemente, non è per nulla pacifico.

Tra una citazione ‘lostiana’, un riferimento ad Under the Dome e un richiamo a una celebre scena de La Storia Infinita (quando vedrete l’ippocampo fatemi un fischio…) la storia ha nella tipica insicurezza affettiva e personale dell’adolescente Percy il suo filo conduttore. Si sente inadeguato, convinto di aver usurpato la fama di ‘salvatore dell’Olimpo’ e dovrà lottare con se stesso, prima che con gli antagonisti, per riscattarsi da se stesso. Per quanto i rivali non manchino (Luke è tornato) e i rivali abbondino, il vero conflitto resta l’accettazione di sé, più che la rivalsa sugli altri. Classica struttura da teen movie, insomma, ricalcata sul più classico ‘viaggio dell’eroe’: un’ottima base per il successo.

E così Percy – che si sente rifiutato dal padre Poseidone, che scopre di avere un fratello ‘buzzurro’ e ciclope (quindi per tutti un ‘loser’ per la comunità dei teen Mezzosangue fin quando non dà prova delle sue capacità) – si trova a decidere, con le sue azioni, della salvezza o della distruzione dell’Olimpo. Se ‘missione di superficie’ è quella di recuperare il Vello d’oro, attraversando il Mare dei Mostri (“Quello che gli umani chiamano Triangolo delle Bermuda“) per salvare il Campo, quella ‘profonda’ è tutta del protagonista, tormentato dalla paura e dal dubbio non tanto di non riuscirci, quanto quella di essere la causa diretta della distruzione del suo mondo. Non siamo di fronte al classico “Devi salvare il mondo e se fallisci moriamo tutti”, ma “Il destino vuole che sia tu ad agire: occhio, che potresti ucciderci proprio tu”. La cosa è un po’ diversa.

Il tutto condito da scene acrobatiche tra Matrix e Bruce Lee, ma quello che mi ha davvero deluso in questi primi 45′ sono gli ‘effetti speciali’: il toro colchico, per dire, non rende giustizia alla citazione rambaldiana e la scena del combattimento è talmente standardizzata da poter prevedere i movimenti degli attori.

Insomma, un perfetto prodotto di genere ma con qualche (finora) evidente lacuna nella realizzazione tecnica, non strettamente narrativa, almeno per la parte vista. Un compitino ben svolto con protagonisti accattivanti per conquistare il target, forse anche un po’ più piccolo di quello ‘coevo’ ai protagonisti.

Insomma, Percy fa il suo dovere ma non ci sembra che ‘conquisti’: la sensazione di dejà-vu al momento è forte. Ma ne riparleremo una volta nelle sale: in Italia uscirà il prossimo 12 settembre. Per ora, buone vacanze Percy Jackson: anche noi dovremo combattere con il nostro (superaffollato) ‘mare dei mostri’…