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Roma 2011: Hysteria – Recensione in Anteprima

L’oggetto del desiderio femminile ha una sua data di nascita e un suo inventore. A svelarne l’incredibile storia il cinema inglese, con questo delizioso Hysteria, film in Concorso al Festival di Roma. Accolto da fragorose risate e calorosi e convinti applausi, il film di Tanya Wexler scivola via sulle ali della leggerezza

pubblicato 28 Ottobre 2011 aggiornato 1 Agosto 2020 07:13

L’oggetto del desiderio femminile ha una sua data di nascita e un suo inventore. A svelarne l’incredibile storia il cinema inglese, con questo delizioso Hysteria, film in Concorso al Festival di Roma. Accolto da fragorose risate e calorosi e convinti applausi, il film di Tanya Wexler scivola via sulle ali della leggerezza, strappando ricchi sorrisi, grazie ad uno script frizzante, mai volgare, a tratti irriverente e storicamente ‘credibile’.

Perché la storia raccontata dalla Wexler è ‘davvero’ vera, come sottolineato ancor prima di iniziare, portando al cinema un periodo storico condito da cambiamenti tecnologici epocali. Sono gli anni 80 dell’800, gli anni della scoperta dei germi, dell’evoluzione medica e soprattutto del proliferare dell’isteria, fino al 1952 considerata dall’istituto psichiatrico americano un disturbo mentale femminile.

Nello smontare talle folle idea, la regista da’ vita ad un titolo convintamente femminista, riuscendo così nella non semplice impresa di costruire un intera pellicola sull’invenzione di un oggetto apparentemente tanto semplice quanto secondario. Il vibratore.

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Nella psichiatria ottocentesca l’isteria era considerata una forma di nevrosi tipica delle donne, caratterizzata da vari disturbi psichici e da sintomi sensoriali e motori, come l’eccitabilità, l’irritabilità, l’ansia, la malinconia, la ninfomania, la depressione e l’angoscia. Nella pudica Londra vittoriana di quegli anni metà delle donne della città soffrivano di ciò che veniva impunemente definito ‘isteria’. A curarle dottori particolarmente abili con le mani, perché chiamati a solleticarne il clitoride, sino al punto del parossismo. Uno di questi, tale Joseph Mortimer Granville, ebbe l’intuizione che cambiò i costumi sessuali di un’epoca. Il vibratore, prima elettrico e solo dopo a batterie, brevettato alla fine del diciannovesimo secolo e nato per tutt’altri scopi, ovvero per alleviare i blocchi e i dolori muscolari. Ma assai presto le funzioni dell’ingegnoso aggeggio presero tutt’altra strada, regalando la felicità a migliaia di casalinghe britanniche, malate non tanto di ‘isteria’ quanto semplicemente annoiate, perché sessualmente attive ma trascurate dai propri mariti.

Prendendo sempre e comunque in considerazione dati storici realmente verificatisi, Tanya Wexler è poi riuscita a dare un’impronta precisa a questo titolo, trasformandolo in un manifesto politico sull’emancipazione culturale e sociale della donna, con tanto di storia d’amore tra i due protagonisti. Al fianco di un affascinante e convincente Hugh Dancy troviamo una passionaria, apparentemente ‘isterica’, generosa e rivoluzionaria Maggie Gyllenhaal, con Jonathan Pryce e un esilarante e deturpato dalla chirurgia estetica Rupert Everett a completare il ricco quadro attoriale.

Ricostruita una credibile Londra, divisa tra alta e ricca borghesia e bassifondi poveri e luridi, la Wexler non ha fatto altro che raccontare la nascita di quell’oggetto che negli anni 70 del 900 diventerà strumento di liberazione sessuale, scegliendo la non semplice strada della commedia tipicamente britannica, perché esilarante e ricca di dialoghi taglienti e pungenti. Abbandonata immediatamente l’idea di dar vita ad un noioso film ‘biografico’, regista e produttrici hanno così spinto sul pedale dell’accelleratore, volando soprattutto nella prima e ultima parte, portando in sala non solo una storia d’amore e l’invenzione di un semplice ‘oggetto’, bensì lo spirito di cambiamento e progresso che in quegli anni si faceva sempre più pressante.

Toccando un argomento ancora oggi clamorosamente ‘delicato’ e per molte donne imbarazzante, Tanya Wexler ha avuto il pregio di volerci ridere sopra senza mai prendersi troppo sul serio, finendo così per confezionare un titolo semplicemente sorprendente, per quanto volutamente ‘leggero’, divertente e ben calibrato.

Voto Federico: 7+

Qui il trailer sottotitolato in italiano
Uscita in Italia:
Bim Distribuzione – data da definire

Hysteria (Hysteria, Uk, 2011, commedia) di Tanya Wexler; con Hugh Dancy, Maggie Gyllenhaal, Jonathan Pryce, Rupert Everett.

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