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Roma 2013 – Il mondo fino in Fondo – Recensione in Anteprima

Esordio alla regia per Alessandro Lunardelli, Fuori Concorso nella sezione Alice per la Città al Festival Internazionale del Film di Roma 2013

pubblicato 8 Novembre 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 07:41

Due mondi agli opposti, due fratelli che non si parlano, un passato ingombrante e famigliare a legarli, una scomoda verità da dover tirare fuori, e un’immensa voglia di fuggire via, dalla provincia alienante del profondo nord e da una vita che sembra quasi non scorrere, mentre l’Inter di Mourinho vince tutto tanto in Italia quanto in Europa e i ghiacciai della Patagonia si sciolgono a causa dell’inquinamento atmosferico creato proprio da noi, ignoranti, inconsapevoli e di fatto colpevoli di omicidio ambientale.

Era un esordio atteso quello di Alessandro Lunardelli, grazie al soggetto da lui presentato, sceneggiato ed ovviamente diretto, ma anche per merito di un cast assai interessante, capitanato da Luca Marinelli, splendido protagonista de La solitudine dei Numeri Primi lo scorso anno ‘ripescato’ da Virzì con il sottovalutato Tutti i santi Giorni. Al suo fianco un giovane attore in rampa di lancio come Filippo Scicchitano, nel 2011 sorprendente in sala con Scialla, pochi mesi fa al cinema con Bianca come il Latte, rosso come il Sangue e nel 2014 tra i protagonisti di Allacciate le Cinture di Ferzan Ozpetek.

Un ruolo delicato quello di Scicchitano, qui omosessuale represso, impaurito, spaesato, silenzioso, perché incapace di aprirsi con i propri famigliari, con il fratello maggiore interista sfegatato che non riesce proprio a carpire le gioie di una paternità finalmente diventate ufficiali e un padre totalmente assente e scontroso, che non vede affatto di buon occhio questo figlio disinteressato al calcio e alla sua passione per i colori nerazzurri.

E sarà proprio l’Inter del ‘triplete’ ad imporre una svolta nella vita di Davide e Loris, fratelli che prendono e partono per seguire la squadra di Mourinho a Barcellona, per la semifinale di Champions League. Peccato che in Spagna Davide conosca Andy, cileno ed ecologista convinto che gli fa letteralmente perdere la testa. Andy invita Davide a partire insieme per Santiago e lui, abbagliato forse dall’illusione di una fuga d’amore, prende e vola via, abbandonando il fratello a poche ore dalla partita di una vita. Arrivato in Cile, Davide entra in contatto con un mondo a lui del tutto nuovo, fatto di lotte ecologiste e di attivisti a capo dei quali c’è Ana, l’ex-ragazza di Andy. Qui, purtroppo per lui, le cose con il giovane cileno andranno diversamente da come le aveva immaginate, ma sulle sue tracce ecco piombare il fratello Loris, fuggito da Barcellona per trovarlo e riportarlo a casa.

Un Cinema diverso, anche in questa Italia che sembra vivere di sole commedie, è possibile. A dimostrarlo, tra pregi ed inevitabili difetti, Alessandro Lunardelli, regista di un titolo che con grazia ha saputo trattare e soppesare temi così differenti, con toni tanto drammatici quanto ‘comici’. A sorprendere, in questa opera prima Fuori Concorso nella sezione Alice nella Città del Festival Internazionale del Film di Roma, è proprio l’uso del mezzo portato avanti da Lunardelli, mai banale con la macchina da presa, armoniosa ed elegante nel tramutarsi nel giro di pochi minuti in un autentico road movie sulle tracce del proprio io dei vari protagonisti. Qui chiamati a ‘rinascere’ dinanzi alla maestosità della natura, splendidamente fotografata da Maura Morales Bergmann. Dalla provincia del profondo nord da cui fuggire perché priva di tutto, alla Barcellona aperta ai diritti dei gay, fino ad arrivare al Cile ancora oggi distrutto dal passato targato Pinochet e alla Patagonia della natura purtroppo solo un tempo incontaminata, perché oggi come oggi massacrata dalle grandi multinazionali.

Tanti, forse troppi gli ingredienti presentati da Lunardelli, bravo ad esporli ma un po’ meno a cucinarli, finendo così per affrettare alcuni passaggi fondamentali di difficile digestione per lo spettatore medio. Dalla fretta insensata con cui Davide perde la testa per Andy alla partenza lampo per il Cile, passando per la sua conclamata ignoranza in materia ambientale sbandierata quasi senza rendersene conto alla trasformazione finale di un ‘amico’ che per buona parte del film aiuterà i ‘viaggiatori’ per poi abbandonarli al loro destino. E’ in alcuni passaggi chiavi in cui un maggiore approfondimento sarebbe stato necessario che si perde la sceneggiatura di Lunardelli, appesantita nella parte centrale da un’evoluzione che tende a trascinarsi, finendo così per ‘colpire’ un’opera prima tecnicamente superiore alla media, accompagnata dalle bellissime musiche di Pasquale Catalano e ben interpretata da due attori ben amalgamati.

Su tutti, neanche a dirlo, un Luca Marinelli che meriterebbe maggiore attenzione, perché ancora una volta sorprendente nel presentare varie sfaccettature di se’ all’interno della stessa pellicola. Più silenzioso e solo apparentemente marginale dal punto di vista recitativo, perché vero motore della storia, Scicchitano, credibile nell’indossare lo sguardo di un adolescente omosessuale incapace di vivere la propria vita ma quasi costretto a sorpavvivere, tendenzialmente timido, impacciato e soprattutto terrorizzato dall’idea di doversi mostrare per quello che è. Gay. Entrambi abbandonati da una madre che ha lasciato il segno sul loro futuro, Luca e Filippo lasceranno l’Italia e l’inesistente Agro per assistere ad una partita di Champions League, per poi ritrovarsi da tutt’altra parte del mondo, tra sogni d’amore da cullare, Pianeta Terra da salvare, un passato di dittature e privazioni da toccare, una Natura da contemplare, un futuro famigliare finalmente da digerire ed amare, e soprattutto un rapporto umano da riscoprire. Fino in fondo, per poi tornare a galla. Ed iniziare a vivere.

Voto di Federico: 6.5

Il mondo fino in Fondo (Ita, 2013, commedia, drammatico) di Alessandro Lunardelli; con Filippo Scicchitano, Luca Marinelli, Barbora Bobulova, Camilla Filippi, Alfredo Castro, Manuela Martelli, Cesare Serra

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