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Il Ricco, il Povero e il Maggiordomo: Recensione in Anteprima

Ottavo lungometraggio cinematografico per Aldo, Giovanni e Giacomo. Esce al cinema Il Ricco, il Povero e il Maggiordomo

pubblicato 9 Dicembre 2014 aggiornato 30 Luglio 2020 19:51

C’è stato un tempo in cui Aldo Baglio, Giovanni Storti e Giacomo Poretti hanno rappresentato il nuovo che avanza della commedia italiana. Tra la fine degli anni ’90 e i primi anni ‘2000 il trio venuto dalla tv riuscì a compiere il miracolo di ‘accontentare’ tanto la critica quanto il pubblico. Film come Tre uomini e una Gamba, Così è la vita, Chiedimi se sono Felice e in parte anche Tu la conosci Claudia sbancarono i botteghini con ampio merito, dimostrando che persino a Natale il cinema di genere nazionale era in grado di andare ‘oltre’ il trito e ritrito cinepanettone firmato Aurelio DeLaurentiis. Poi il giocattolo si è rotto. Con La Leggenda di Al, John e Jack i tre tornarono a sfruttare sketch già visti in due precedenti film, mentre nel 2008, con il terrificante Cosmo sul Comò, raschiarono probabilmente il fondo del barile. Quello è stato il punto più basso di una carriera cinematograficamente parlando quasi intonsa. Quasi, per l’appunto, con La banda dei Babbi Natale di Paolo Genovese a sorpresa campione d’incassi nel 2010 con 21.438.000 euro.

Passati 4 anni tra teatro (Ammutta muddica) e spot televisivi per una nota azienda telefonica, Aldo, Giovanni & Giacomo sono ora tornati con il loro ottavo lungometraggio, il 5° diretto, sceneggiato e interpretato. Il Ricco, il Povero e il Maggiordomo. Una prolungata lontananza dal grande schermo che ha finito per ampliare ancor di più l’attesa nei confronti di questo ritorno di stampo natalizio, evidentemente ‘deviato’ proprio da quell’impianto comico pubblicitario che ha fagocitato il trio negli ultimi anni.

Ciò che caratterizzava e differenziava i primi film di Baglio, Storti e Poretti, ovvero la chiamiamola ‘eleganza di scrittura’ nel saper far ridere, si è ormai platealmente persa nel tempo. Nel titolo in questione abbiamo Giacomo negli abiti di un ricco broker innamorato del golf, con moglie rifatta che scimmiotta il francese e figlio soprammobile con cui raramente interloquire. Al suo fianco il fido maggiordomo Giovanni, cultore delle arti marziali e della filosofia giapponese nonché innamorato pazzo della cameriera sudamericana Dolores. A causa di una strada presa volantariamente contromano, i due metteranno sotto il poveraccio Aldo, venditore abusivo nel mercato di quartiere, mammone e a tempo perso allenatore della squadra di pulcini della parrocchia. A cambiare le carte in tavola e l’intera esistenza dei 3 un colpo di Stato in Burundi, dove Giacomo aveva investito praticamente l’intera propria fortuna. Da multi-miliardario a squattrinato il passo è breve, tanto da rimanere senza società, senza lavoro, senza moglie e senza casa. Ad aiutarlo proprio lui, l’inaffidabile Aldo in compagnia della madre Calcedonia, con i 3 pronti a rialzarsi grazie ad un progetto apparentemente infallibile. Apparentemente…

Soggetto tutt’altro che originale, è evidente, e sfruttato decine di volte nel corso degli ultimi anni, tra ricchi falliti costretti a toccare con mano quella povertà che fin a poco prima avevano visto con disprezzo ed orrore e poveracci dal cuore d’oro senza un soldo in tasca ma in grado di sorridere alla vita. Una sorta di rivincita degli sfigati che nel caso de Il Ricco, il Povero e il Maggiordomo prende il sopravvento nel surreale finale in cui vale tutto e il contrario di tutto (basterebbe fermarsi al comportamento borderline del ‘burocrate’). Da anni imbrigliati nella ‘slapstick comedy’ da 30 secondi di tipo pubblicitario, Aldo, Giovanni e Giacomo sembrerebbero quasi aver dimenticato di saper fare anche altro. Li troviamo così scatenarsi in gag di estrema pochezza, tra palline da golf che più e più volte colpiscono in testa sfortunati sconosciuti, mani che si chiudono nelle portiere, botte in testa, schiaffi e scappellotti, scale pericolanti, ciabatte volanti e due voluti omaggi a Tarantino, tra Django e Kill Bill.

L’intero repertorio da sketch fantozziano anni ’80 e ’90, qui inserito in un contesto da commedia a due facce. Perché Il Ricco, il Povero e il Maggiordomo si divide perfettamente in due, neanche fosse una mini-serie televisiva. Da una parte il fallimento di Giacomo e il relativo ‘piano’ per risorgere finanziariamente parlando, provando a beffare la ricca Francesca Neri con il supporto di un Aldo versione azero; dall’altra, improvvisamente e quasi dimenticando tutto quanto avvenuto nella prima parte, l’organizzazione di un funerale e di un matrimonio che andranno a coinvolgere direttamente Aldo e Giovanni. Nel mezzo le piacevoli presenze di Giuliana Lojodice, sanguigna mamma di Aldo, e di Massimo Popolizio, negli abiti di un parroco decisamente inusuale.

Ben ritmato da una colonna sonora che spazia tra Emis Killa, Julio Iglesias e Tonino Carotone, l’ottavo film del trio conferma l’appiattimento qualitativo a cui i tre protagonisti sono andati incontro nel corso degli ultimi 10 anni. Flebile nei contenuti, ampiamente masticato e digerito nell’evoluzione della trama, quasi per niente sviluppato nell’interazione con quasi tutti i suoi co-protagonisti, basti pensare agli inutili ‘moglie, suocero e figlio’ di Giacomo, all’aggressiva Neri che evapora di punto in bianco e alle donne che fanno la corte ad Aldo, compresa ex diventata suora, il film si limita a strappare leggerissime risate dettate dalla marcata mimica di Baglio e dal lessico gratuitamente ‘alto’ di Giacomo. Un accontentarsi di fondo che chiunque abbia apprezzato il trio cinematografico degli esordi non potrà che mandar giù a fatica, anche se consapevole che la diretta concorrenza natalizia, vedi Ma tu di che segno Sei? di Neri Parenti, ha persino fatto abbondantemente di peggio. Ma questo non può e non deve bastare. O almeno non dovrebbe…

Voto di Federico: 5
Il Ricco, il Povero e il Maggiordomo (Ita, commedia, 2014) di Aldo Baglio, Giovanni Storti, Giacomo Poretti e Morgan Bertacca; con Aldo Baglio, Giovanni Storti, Giacomo Poretti, Giuliana Lojodice, Guadalupe Lancho, Sara D’Amario, Massimo Popolizio, Rosalia Porcaro, Francesca Neri, Giovanni Esposito, Christian Ginepro, Chiara Sani – uscita giovedì 11 dicembre 2014.