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Cine/Vision: Il Settimo Sigillo

La rubrica Cine/Vision di oggi vi presenta Il Settimo Sigillo del 1956 di Ingmar Bergman. Il sito PellicolaScaduta ci ha mandato il film e la recensione di Mau.Il film si apre con dei versetti dell’Apocalisse di Giovanni, che annunciano le condizioni di terre e paesi martoriati dalla peste, ma anche la vicinanza alla morte del

di carla
16 Maggio 2007 12:58



La rubrica Cine/Vision di oggi vi presenta Il Settimo Sigillo del 1956 di Ingmar Bergman.

Il sito PellicolaScaduta ci ha mandato il film e la recensione di Mau.

Il film si apre con dei versetti dell’Apocalisse di Giovanni, che annunciano le condizioni di terre e paesi martoriati dalla peste, ma anche la vicinanza alla morte del cavaliere Antonius, che sta tornando dalle crociate insieme al suo scudiero. Inizia una partita a scacchi con la morte, per tentare di prendere un po’ di tempo. E’ sfiduciato e non sa piu’ in cosa credere; non sa se Dio esista. Non e’ nemmeno convinto di cosa ci sia dopo la morte. Intanto incontra una famiglia di saltimbanchi e decide di accompagnarli attraverso la foresta. Questo viaggio gli fara’ riscoprire la fede e, dopo diverse vicende, lo condurra’ allo struggente finale dove arrivera’ l’inevitabile sconfitta a scacchi e la fine della sua esistenza.

“Il settimo sigillo” e’ uno splendido film dello svedese Ingmar Bergman; e’ un film che mescola diversi temi, ma principalmente parla della morte, frequentemente ricorrente nei film del regista, ripreso per esempio con “Il posto delle fragole”, uscito un anno dopo.
Ma e’ anche un film sulla religione e sulla fede, illustrata chiaramente in diversi modi: il razionale scetticismo dello scudiero, i drammatici dubbi del cavaliere, la pura e sincera fede di Jof, il giocoliere.
E’ un film malinconico che mostra il percorso verso la distruzione di una vita, ma anche verso l’acquisizione di una fede. Lo splendido finale racchiude tutti i significati del film: Jof osserva in lontananza la macabra danza di Antonius e dei suoi amici con la morte, mentre lui e la moglie (che lo accusa per i suoi soliti vaneggiamenti) prendono un’altra direzione sulla spiaggia.
Traspare una grande espressivita’ dalle interpretazioni dei protagonisti, soprattutto per quanto riguarda Antonius il cavaliere. Indimenticabili poi le inquietanti apparizioni di Bengt Ekerot nei tetri panni della morte.
“Il settimo sigillo” e’ uno dei capolavori di Bergman, da apprezzare in ogni singola parola e inquadratura.