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Rocky Balboa… operazione nostalgia!

Rocky Balboa (Rocky Balboa, Usa, 2006) di Sylvester Stallone; con Sylvester Stallone, Burt Young, Antonio Tarver, Milo Ventimiglia, Geraldine Hughes.A volte ritornano! 30 anni dopo la nascita di una leggenda, 16 anni dopo la sua morte cinematografica, causa il pessimo Rocky 5, torna in vita colui che dal 1976 incarna i valori d’America, Rocky Balboa!

12 Gennaio 2007 16:48

Rocky Balboa (Rocky Balboa, Usa, 2006) di Sylvester Stallone; con Sylvester Stallone, Burt Young, Antonio Tarver, Milo Ventimiglia, Geraldine Hughes.

A volte ritornano!
30 anni dopo la nascita di una leggenda, 16 anni dopo la sua morte cinematografica, causa il pessimo Rocky 5, torna in vita colui che dal 1976 incarna i valori d’America, Rocky Balboa!
A 6o anni suonati Sylvester Stallone si è rimesso profondamente in gioco, riprendendo i guantoni per riportare sullo schermo quel personaggio che lo ha reso celebre.
Rocky è un vedovo ristoratore, ex pugile campione dei pesi massimi, con un figlio che non riesce a reggere il peso di quel congome così importante, un vuoto lasciato dalla scomparsa dell’adorata Adriana e soprattutto la voglia di tornare a ritoccare con mano quello che è la sua vita: il ring!
Causa una simulazione al computer Balboa decide di tornare ad allenarsi, per un unico storico match, contro il campione in carica Mason Dixon.

Girato in solo 4 settimane, e si vede, con un budget di “soli” 24 milioni di $, Rocky Balboa è un prodotto nostalgico, che torna a toccare quelle corde intraprese con successo 30 anni fa, fatte di forza di volontà, amicizia, lealtà e amore per la famiglia, insomma tutti quei valori tipici del “sogno americano”.
Stallone riprende tutti i temi della saga, dal celebre tema musicale a Philadelphia, città del campione, dai flashback che riportano direttamente alle pellicole originali al classico allenamento pre gara.
Tecnicamente il film è grezzo, rozzo, quasi volesse realmente riprendere il filo conduttore del 1° capitolo. Stallone è meno espressivo di un tempo, il personaggio meglio riuscito è quello di Paulie, il cognato di Sly, interpretato dall’onnipresente Burt Young, la parte meno riuscita dell’intera pellicola è quella sentimentale, in cui Rocky conosce una donna, forse capace di render più lieve la mancanza di Adriana.
Dopo un’ora buona, necessaria per far partire la storia, arriva la 1° vera emozione: Rocky torna ad allenarsi, il celebre tema musicale inonda la sala, e riviviamo sequenze diventate leggenda, con la conclusiva storica corsa sulla scalinata di Philadelphia!
Da qui in poi è un crescendo continuo, Rocky Balboa arriva all’improbabile match, con il campione ufficiale dei pesi massimi, come spacciato, vittima sacrificale di un circo, quello del pugilato, fatto solo di soldi e spettacolo.
Ovviamente Balboa venderà cara la pelle, con un poco credibile, ma toccante, match, girato in maniera televisiva, tra due pugili decisi a farsi male, per riuscire a stare davvero bene, fino all’apoteosi finale!
Era giusto far tornare Rocky Balboa dal passato, per concedergli un finale adeguato alla sua figura, diventata leggenda del cinema.

Voto Gabriele: 7
Voto Federico: 6