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Courmayeur 2012: Breve storia di lunghi tradimenti – la recensione (Concorso)

Secondo film italiano in Concorso, Davide Marengo ci offre un buon bank thriller tra Italia e Sud America. Su Cineblog la recensione in anteprima di Breve storia di lunghi tradimenti

pubblicato 14 Dicembre 2012 aggiornato 31 Luglio 2020 19:20

Tratto dall’omonimo romanzo di Tullio Avoledo, Breve storia di lunghi tradimenti si prende una vacanza dalle storie a cui siamo soliti assistere nell’ambito del nostro cinema. Trattasi di un genere molto attuale, che il regista Davide Marengo definisce in maniera a nostro parere appropriata bank thriller. Attuale perché oramai anche i più scettici faticano a mantenere in vita certi “dubbi”, dettati più dal disinteresse verso la materia che altro.

E quello del giovane regista è un thriller onesto, girato bene e recitato altrettanto (con qualche simpatico cameo). Merito quindi di interpretazioni brillanti, spigliate, come quelle di Guido Caprino e Carolina Crescentini su tutti, anche se il primo rimane l’indiscusso protagonista di questo giallo a sfondo bancario.

Partenza a razzo, con delle immagini oltremodo suggestive, che ci catapultano in un ambiente reale ma al tempo stesso onirico. Tanto da spiazzarci, o quantomeno metterci fuori strada. In ogni caso, manco a dirlo, meglio dare tempo al tempo; il momento delle spiegazioni non tarderà ad arrivare.

Giulo Rovedo (Guido Caprino) è un avvocato che lavora come legale presso il Banco Lario. Un giorno la sua monotona esistenza viene indirettamente sconvolta dal suicidio del suo capo, a sua volta vittima di un meccanismo ben più grande. La piccola banca viene acquistata da una potente multinazionale, che nomina Cecilia Swartz (Carolina Crescentini) quale amministratore delegato.

Tali eventi innescano immediatamente un pericoloso vortice, dentro il quale il povero Giulio viene incolpevolmente risucchiato. Prima un’indesiderata trasferta di lavoro in Sud America, dove il malcapitato comincia a farsi un’idea dell’ingranaggio in cui è rimasto incastrato. Poi il ritorno in patria, quindi la folle corsa verso la risoluzione di un enigma che coinvolge personaggi di spicco e poteri più o meno occulti.

Bisogna ammettere che Breve storia di lunghi tradimenti procede ad un buon ritmo. Un po’ tirato per i capelli in rari passaggi, ma non per questo aleatorio riguardo all’intreccio che descrive. Senza troppo indugiare su dinamiche complesse, evita il rischio di caricare un peso eccessivo sullo spettatore. Quest’ultimo può dunque concedersi una gradevole visione, mettendo in moto il cervello nell’unire quei determinati punti che vanno uniti, magari apprezzando pure sullo sfondo il livello secondario attraverso cui procede la narrazione, ossia l’approfondimento sulle vite dei protagonisti; non troppo marcato ma comunque stravolte da questo intrigo su larga scala.

Opera meritoria, peraltro, nella misura in cui si confronta con questioni pressanti, come l’incalzante moda ecologista. Corrente dietro alla quale, come pare suggerire il film (ma prima ancora il romanzo, probabilmente), potrebbe celarsi un discorso ben più ampio e decisamente meno nobile di quanto la volontà di salvaguardare l’ambiente indurrebbe a sospettare.

Non male Marengo nel muoversi all’interno di questa intricata storia; il regista nato a Napoli riesce a mantenere le redini per buona parte del film, rischiando però di venire meno ad una certa compattezza in particolar modo con l’approssimarsi della conclusione, quando oramai si tratta di fare un ultimo sforzo e portare a casa un buon risultato. Traguardo che raggiunge, senza straordinari colpi di coda, ma dando vita ad uno scenario che globalmente funziona.

Voto di Antonio: 6,5

Breve storia di lunghi tradimenti (Italia, 2012). Di Davide Marengo, con Guido Caprino, Carolina Crescentini, Maya Sansa, Carolina Ramirez, Philippe Leroy, Salvo Basile, Oscar Borda, Gaetano Bruno, Paolo Calabresi, Ennio Fantastichini, Nino Frassica, Marcello Mazzarella, Manuela Morabito, Francesco Pannofino, Franco Ravera, Marina Rocco e Michele Venitucci.