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San Valentino di sangue in 3D – di Patrick Lussier: la recensione

San Valentino di sangue in 3D (My Bloody Valentine 3D, USA, 2009) di Patrick Lussier; con Jensen Ackles, Jaime King, Kerr Smith, Edi Gathegi, Andrew Larson, Kevin Tighe, Marc Macaulay, Tom Atkins, Betsy Rue, Brandi Engel.Il cinema horror hollywoodiano ha bisogno del 3D per procurare brividi nella annoiate platee. Da una parte si lavora su

11 Maggio 2009 05:00

San Valentino di sangue in 3D: la recensione San Valentino di sangue in 3D (My Bloody Valentine 3D, USA, 2009) di Patrick Lussier; con Jensen Ackles, Jaime King, Kerr Smith, Edi Gathegi, Andrew Larson, Kevin Tighe, Marc Macaulay, Tom Atkins, Betsy Rue, Brandi Engel.

Il cinema horror hollywoodiano ha bisogno del 3D per procurare brividi nella annoiate platee. Da una parte si lavora su questa tecnologia, dall’altra si lavora sui rifacimenti: poche le idee, ancora una volta, anche perché questo San Valentino di sangue abbraccia entrambe le correnti produttive.

L’anonimo Patrick Lussier dirige il remake (e non reboot, perché dell’originale esiste solo un capitolo e non è previsto nessun seguito per questo rifacimento) dell’omonimo My Bloody Valentine – da noi Il giorno di San Valentino -, mediocre slasher del 1981 di George Mihalka che qualcuno considera un cult e che Tarantino ritiene uno dei migliori esemplari del genere. Contento lui…

In realtà il film di Mihalka non era altro che uno dei tanti epigoni di Venerdì 13, così come Sleepaway Camp o Non entrate in quella casa (anzi: a quando un rifacimento del primo, visto che il secondo ha già avuto il suo terribile Che la fine abbia inizio?). Ovviamente Venerdì 13 era di per sé già decisamente derivativo, e sappiamo ben di cosa.

Dopo 18 anni ritorna quindi sul grande schermo Harry Warden, minatore killer che ritrova linfa vitale solo nel discorso tridimensionale, perché del film in sé si può tranquillamente fare a meno, e troveremo sicuramente conferma nella sua visione ordinaria. Il fatto è che San Valentino di sangue è stato pensato proprio per il 3D, e quindi anche solo vederlo in 2D sarebbe un’operazione francamente inutile: ovviamente vien da sé che le sale digitali che supportano le tre dimensioni sono poche e che con dvd e Blue Ray l’effetto originale andrà perso.

Detto ciò, anche qui siamo in pieno campo derivativo e di collage, come era prevedibile. Anche alcune trovate effettistiche a loro modo sembrano “citazioni”: basta pensare ad uno dei primi omicidi, quello in cui l’occhio di una vittima spunta fuori dall’orbita a causa del piccone di Warden, che richiama uno degli omicidi di Weekend di terrore, terzo episodio della saga di Venerdì 13 che all’epoca al cinema fu visto in 3D.

Eppure Lussier sembra essere ben conscio dell’operazione che sta facendo. Sa di star dirigendo una gran baracconata, sa di non potersi inventare nulla, e punta solo a dirigere quello che sarà ricordato come il primo horror pensato interamente per il 3D. E, da collaboratore di Wes Craven, con il dubbio di Sarah che non sa a chi sparare, richiama Scream, non a caso bignami e assieme parodia dello slasher e dei suoi déjà vu.

Il film è giustificato quindi solo per la sua visione con gli scomodi occhialoni. Ma dopotutto Lussier non annoia più di tanto, e rispetto al pessimo remake di Venerdì 13 tiene abbastanza bene la tensione in alcune sequenze, anche se nel finale si perde. E il suo Harry Warden ha a sprazzi il comportamento decisamente anni ’80 del massiccio Jason, cosa che mancava nella patinata versione di Nispel.

San Valentino di sangue è un oggetto che si spiega da solo, è tutto lì sul grande schermo. Richiama volontariamente lo slasher di una volta e lo fa anche con ironia, facendo sobbalzare il pubblico come può e dando il contentino ai malati del genere con la sua dose di violenza. Niente di più. Forse qualcosa di meno, ma questa è un’altra storia. O forse, un’altra visione.

Voto Gabriele: 6 (in 3D)
Voto Carla: 6+
Voto Federico: 2