Home Festival di Cannes Solo gli amanti sopravvivono – Only Lovers Left Alive: recensione in anteprima del film di Jim Jarmusch

Solo gli amanti sopravvivono – Only Lovers Left Alive: recensione in anteprima del film di Jim Jarmusch

Jim Jarmusch firma il suo film sui vampiri, Only Lovers Left Alive. Ovviamente è solo il punto di partenza: qui c’è la musica, c’è la notte, ci sono i rimandi letterari… Un divertissement e forse non solo, ed un cult istantaneo. Con una coppia perfetta formata da Tom Hiddleston e Tilda Swinton. In concorso al Festival di Cannes 2013: leggi la recensione.

pubblicato 25 Maggio 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 14:40

Il musicista e vampiro Adam è profondamente depresso a causa della direzione presa dalla società “umana”. Lo viene quindi a trovare la sua amante di lunga data, Eve. La donna gli sta vicino, ma ad un certo punto arriva Ava, la sorella folle e selvaggia di Eve…

Tra le varie declinazioni dei vampiri che abbiamo avuto in questi ultimi anni, e sapete anche a chi ci riferiamo in particolare, bisogna fare spazio oggi ai vampiri di Jim Jarmusch. Che non hanno certo bisogno di sbracciare troppo per passare tra la folla: sono gli altri che si devono spostare. Come si fa a resistere infatti alla coppia formata da Tom Hiddleston e Tilda Swinton?

Jarmusch firma il film più libero del concorso del Festival di Cannes 2013, pur tornando su rotte più controllate e accessibili rispetto al precedente The Limits of Control. Il regista regala un cult istantaneo, uno di quei film che per il loro fascino e la propria iconografia sono pronti a restare impressi sin da subito nella memoria dei cinefili, anche al di là dei meriti. Che comunque non mancano.

La musica, va da sé, ha un ruolo primario in Only Lovers Left Alive, che si apre su un cielo notturno pieno di stelle: la macchina da presa inizia a girare sempre più veloce, e con una dissolvenza viene poi inquadrato un LP. Altra dissolvenza, e la mpd, sempre muovendosi in modo circolare e con due inquadrature dall’alto, ci fa vedere per la prima volta Eve e Adam nelle loro rispettive camere da letto.

I due sono una coppia, è vero, ma abitano in due zone del mondo completamente diverse: lui a Detroit, in Michigan, lei a Tangeri, in Marocco. Sarà mica un po’ di sana lontananza che mantiene integra e sana una relazione secolare? Eva esce di casa sua coprendosi il viso, Adam non esce proprio di casa: non vuole più saperne degli umani (che chiama zombie!) ed ha un amico di cui si fida, Ian, che paga per farsi portare le cose che gli servono.

Tra queste, ovviamente, ci sono strumenti musicali, come alcune rarissime chitarre: si va da una Supro del 1959 ad una Hagstrom del 1960 (svedese, pezzo raro), passando per una Silverstone dei primi ’60. Gli appassionati di musica impazziranno seriamente per il film, talmente sono le chicche e i “ripassi” di storia della musica inseriti in sceneggiatura. E sarebbe bello rivederlo con a fianco un vero appassionato e cultore per coglierne tutti i rimandi e le sfumature che possono sfuggire ad una prima visione.


Adam ed Eve (!!), avendo vissuto secoli e secoli di storia, sono coltissimi e hanno imparato tanto (sanno i nomi scentifici di tutto), ne hanno di viste di tutti i colori, e hanno vissuto in prima persona il Medio Evo, l’Inquisizione, le epidemie… Adam, soprattutto, ha incontrato tantissimi personaggi storici, come Byron (“he was an ass”). Volete sapere ad esempio come si chiama il vecchio professore di Eve, interpretato da John Hurt? Christopher Marlowe! La ragazza si rifornisce da lui del sangue 0 negativo che beve, mentre Adam va in ospedale e se lo fa dare da un medico, che ovviamente paga profumatamente ogni volta.

I due non possono essere più diversi: lei è aggiornatissima e super-tecnologica, con tanto di iPhone; lui è fermo massimo agli anni 70, e deve collegare il computer ad una vecchissima tv d’epoca. Ma quando si rincontrano per la prima volta queste differenze non sembrano neanche esistere: lui, un po’ hipster, le porge la mano e la bacia, poi la fa entrare in casa e la tiene abbracciata sul divano. Poi la porta a fare un giro in macchina, le fa vedere la casa di Jack White e il Michigan Theater, un tempo sala per concerti e cinema da 4000 posti, oggi un parcheggio.

Arriva però il momento in cui Eve deve confrontarsi con Adam sul suo essere così fin troppo riservato e perennemente nascosto in casa: potrebbe sfruttare la vita per amare la natura, coltivare amicizie, persino ballare… Ecco: Only Lovers Left Alive è, in fondo, un film sulle cose che contano nella vita. In realtà non piccoli attimi come un ballo improvvisato in casa o un giro in macchina per una Detroit notturna e deserta. Almeno non solo.

Il film ragiona soprattutto su quello che è immortale nella vita e nella Storia. L’amore? Dipende, nel caso specifico di Adam e Eve senz’altro. Ma soprattutto la musica, ovviamente, e… l’istinto. Questa è una coppia di vampiri aggiornata al 2013, e non vuole più attaccare l’uomo per nutrirsi, anche perché chissà quanto ormai è contaminato il suo sangue… “Questo è il 21° secolo!” urla Eve alla sorella quando questa uccide perché ha sete. Ecco perché i due si riforniscono di sangue altrove: ma, secondo natura, una cosa così può durare per sempre?

Jarmusch ripesca quello spirito indie e rilassato delle sue opere anni 80 e firma un film notturno – anche per forza di cose -, e a tratti molto divertente. Aiutato da una colonna sonora di indubbia presa e che a tratti ricorda Dead Man, firmata dal collaboratore Jozef Van Wissem, il regista descrive un mondo di zombie e fantasmi – Detroit è in piena crisi e non si vede in giro anima viva, e a Tangeri le cose non vanno meglio – e tira a segno anche qualche bella frecciatina. Come nel momento in cui Adam dice che Los Angeles, città dove vive Ava (una convincente Mia Wasikowska), è la “culla degli zombie”.

Non sarà imprescindibile, non sarà il miglior film del regista e non sarà la tazza di the di chiunque: ma è pur sempre un Jarmusch, affascinante e malinconico, già cult di mezzanotte. Come non apprezzare un film pieno di sfacciati rimandi letterari (Faust) e altri nascosti molto meglio (Daisy Buchanan e Stephen Dedalus), e che contiene una frase del tipo “C’è un diamante nel cielo che ha la grandezza di un pianeta ed emette la musica di un gong gigante”?

Voto di Gabriele: 8

Only Lovers Left Alive (Usa / Germania / Francia / Gran Bretagna 2013, drammatico 122′) di Jim Jarmusch; con Tom Hiddleston, Tilda Swinton, Mia Wasikowska, John Hurt, Anton Yelchin, Slimane Dazi, Wayne Brinston.

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